Papa Francesco si sporge ancora una volta dalla finestra del Palazzo Apostolico per recitare il Regina Coeli davanti ai fedeli in San Pietro. È sempre una grande gioia vedere il Santo Padre in persona, affacciato a quella finestra, da cui può vedere anche le persone che sono venute a Colonnata per ascoltarlo.
Infatti, al termine dell'incontro, lo stesso Francesco ha espresso la sua gioia e ha fatto riferimento alle bandiere e ai fedeli lì riuniti. "Ho bisogno di incontrarli e vederli, non è come farlo dalla biblioteca".
Cristo appare di nuovo
"In questa terza domenica di Pasqua", ha esordito Francesco, "torniamo a Gerusalemme, al Cenacolo, come guidati dai due discepoli di Emmaus, che avevano ascoltato con grande emozione le parole di Gesù lungo la strada e poi lo avevano riconosciuto "nello spezzare il pane" (Lc 24, 35). Ora, nel Cenacolo, Cristo risorto appare in mezzo al gruppo dei discepoli e li saluta dicendo: "La pace sia con voi" (v. 36). Ma essi si spaventarono e pensarono di "vedere uno spirito" (v. 37). Poi Gesù mostra loro le ferite sul suo corpo e dice: "Guardate le mie mani e i miei piedi: sono io stesso". Sentimi" (v. 39). E per convincerli, chiede loro del cibo e lo mangia davanti al loro sguardo stupito".
Il Papa ha sottolineato le tre azioni di cui si parla in questo brano: "Questo brano evangelico è caratterizzato da tre verbi molto concreti, che in un certo senso riflettono la nostra vita personale e comunitaria: vedere, toccare e mangiare. Tre azioni che possono dare la gioia di un vero incontro con Gesù vivo".
Vedi
"Guardate le mie mani e i miei piedi", dice Gesù. Vedi non è solo vedere, è di più, implica anche l'intenzione, la volontà. Per questo è uno dei verbi dell'amore. La madre e il padre guardano il loro bambino, gli innamorati si guardano l'un l'altro; il buon medico guarda con attenzione il paziente... Guardare è un primo passo contro l'indifferenza, contro la tentazione di distogliere lo sguardo dalle difficoltà e dalle sofferenze degli altri".
Gioco
"Il secondo verbo è toccare. Invitando i discepoli a toccarlo, a vedere che non è uno spirito, Gesù indica loro e a noi che la relazione con lui e con i nostri fratelli e sorelle non può essere "a distanza", a livello di sguardo. L'amore richiede vicinanza, contatto, condivisione della vita. Il Buon Samaritano non si limitò a guardare l'uomo che trovò mezzo morto sulla strada: si chinò, curò le sue ferite, lo fece salire in sella e lo portò alla locanda. E così è con Gesù: amarlo significa entrare in una comunione vitale e concreta con lui".
Mangiare
"E passiamo al terzo verbo, mangiareEsprime bene la nostra umanità nella sua più naturale indigenza, cioè il nostro bisogno di nutrirci per vivere. Ma mangiare, quando si mangia insieme, con la famiglia o con gli amici, diventa anche un'espressione di amore, di comunione, di festa... Quante volte i Vangeli ci mostrano Gesù che vive questa dimensione conviviale! Anche come il Risorto, con i suoi discepoli. Tanto che il banchetto eucaristico è diventato il segno emblematico della comunità cristiana".
Il Papa ha concluso affermando che "questo brano evangelico ci dice che Gesù non è uno "spirito", ma una Persona viva. Essere cristiani non è soprattutto una dottrina o un ideale morale, è una relazione viva con lui, con il Signore risorto: lo guardiamo, lo tocchiamo, siamo nutriti da lui e, trasformati dal suo amore, guardiamo, tocchiamo e nutriamo gli altri come fratelli e sorelle. La Vergine Maria ci aiuti a vivere questa esperienza di grazia".