128 nunziature apostoliche per i 174 Paesi che hanno relazioni diplomatiche con la Santa Sede, 12 delegazioni apostoliche presso le Chiese locali e 17 organizzazioni internazionali. Sono le strutture di collegamento tra la Segreteria di Stato della Santa Sede e le Chiese sparse in ogni parte del mondo, che costituiscono quella che viene chiamata "diplomazia pontificia", per lo sviluppo di relazioni amichevoli tra la Sede Apostolica e i vari Stati al servizio del bene comune.
Questo secondo quanto riportato ieri da L'Osservatore Romano, che per l'occasione ha pubblicato anche un'intervista al Segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin. Pietro Parolin.
L'unità della famiglia umana
Nella situazione attuale, resa ancora più complessa dalla pandemia, "è più che mai necessaria una voce chiara per incoraggiare le nazioni a non dimenticare gli errori e gli orrori dei conflitti passati e anche di quelli che, purtroppo, sono in corso", ha spiegato Parolin. Per questo è fondamentale fare eco al magistero di Papa Francesco, che non perde occasione per ricordare l'unità della famiglia umana, "e quindi la necessità che la comunità internazionale affronti le sfide in modo concertato e multilaterale".
L'organismo vaticano che lavora a stretto contatto con la missione del Papa è attualmente diviso in tre Sezioni: Affari generali (corrispondenza, documenti papali, traduzioni, organizzazione di viaggi apostolici); Relazioni con gli Stati (relazioni diplomatiche con gli Stati e altri soggetti di diritto internazionale per promuovere la concordia, la libertà religiosa e la pace tra i popoli; e l'ultimo creato da Papa Francesco nel 2017, denominato per il personale diplomatico della Santa Sedeper chi lavora nel servizio diplomatico delle 128 rappresentanze pontificie.
Tre sezioni
La prima Sezione è guidata da un sostituto (l'arcivescovo venezuelano Edgar Peña Parra) e da un consigliere (l'arcivescovo italiano Luigi Roberto Cona). La seconda sezione è invece guidata dal segretario (l'arcivescovo inglese Paul Richard Gallagher) e da due sottosegretari, il sacerdote polacco Mirosław Stanisław Wachowsk (settore bilaterale) e, dal 15 gennaio di quest'anno, la laica italiana Francesca Di Giovanni (settore bilaterale), prima donna ad assumere un ruolo di primo piano nella Segreteria di Stato. Infine, la terza sezione è guidata da un segretario per le rappresentanze pontificie (l'arcivescovo polacco Jan Romeo Pawłowski) e da un sottosegretario (il sacerdote colombiano Mauricio Rueda Beltz).
Una testimonianza eloquente
Come la sua leadership, anche il personale di servizio è composto da persone di diverse nazionalità e provenienze e conta più di 100 laici, metà dei quali sono donne impiegate in varie mansioni. "Il fatto che persone con storie, culture e sensibilità diverse possano lavorare insieme è una testimonianza eloquente della possibilità di costruire relazioni fraterne e pacifiche tra tutti i popoli", ha detto il cardinale Parolin. Parolin.
Per quanto riguarda le spese ordinarie e straordinarie a sostegno dell'intera rete internazionale su cui si basa la diplomazia pontificia, nel 2020 ammontano a 23,8 milioni di euro, con una riduzione prevista di circa 4 milioni di euro rispetto all'anno precedente.
A proposito di questi aspetti, si ricorda che all'inizio di quest'anno l'intera gestione degli investimenti finanziari e dei beni immobili di proprietà della Segreteria di Stato, compreso l'Obolo di San Pietro, è stata trasferita all'Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA), in applicazione di uno specifico motu proprio di Papa Francesco.