Vaticano

Diocesi di Roma: un motu proprio papale unisce il centro con le periferie

Papa Francesco ha firmato "La vera bellezza", con cui interviene sulla struttura territoriale della Diocesi di Roma in vista del Giubileo.

Giovanni Tridente-5 ottobre 2024-Tempo di lettura: 3 minuti
Roma

(Carlos Ibáñez su Unsplash)

Datato 1° ottobre 2024, il nuovo motu proprio di Papa Francesco è intitolato ".La vera bellezzaPorta la data dell’1 ottobre 2024, il nuovo motu proprio emanato da Papa Francesco intitolato La vera bellezza, un provvedimento che interviene sulla struttura della Diocesi di Roma per cercare di risolvere le annose problematiche sorte dalla separazione urbanistica tra il centro storico e le periferie. Una decisione che non è soltanto una misura amministrativa, ma una risposta pastorale a una sfida che riguarda l’identità e la missione della Diocesi di cui è capo il Vescovo di Roma e che in quanto tale presiede nella carità tutte le altre Chiese particolari del mondo.

Le ragioni della riforma

La scelta di Papa Francesco ha una ragione di fondo: negli ultimi decenni, la crescita urbana di Roma ha creato una netta divisione tra il centro storico e le periferie. Mentre il nucleo più prossimo alla Città del Vaticano, ma anche alle altre Basiliche Papali è divenuto un luogo simbolico e meta esclusiva per pellegrini e turisti, le periferie si sono sviluppate in modo rapido, creando al tempo stesso nuove esigenze pastorali e sociali.

Questo fatto ha reso necessario pensare a una riorganizzazione che integrasse il centro storico nelle dinamiche pastorali delle periferie. A questo riguardo, le caratteristiche “cinque prefetture” del Settore Centro saranno distribuite negli esistenti quattro settori periferici: Nord, Est, Sud e Ovest. Lo scopo – spiega il Papa nel motu proprio – è quello di favorire una maggiore unità nella gestione pastorale e a rendere il centro storico più accessibile a tutti i fedeli della Diocesi, non solo dunque a pellegrini e turisti.

Del resto, lo stesso centro di Roma, con le sue chiese ricche di storia e di arte, non dovrebbe essere percepito come un luogo separato dalla vita quotidiana della città, ma come parte integrante della spiritualità e della fede vissuta dai romani. In ciò, l’imminente Giubileo del 2025 potrà essere l’occasione per rafforzare questo legame: anche i fedeli delle periferie saranno più propensi a riscoprire il patrimonio spirituale del centro storico. Ovviamente, si tratterà di “un percorso che richiederà alcuni mesi di lavoro”.

Continuità pastorale

Come può essere evidente, questa misura si inserisce nel più ampio contesto dell'attenzione che Papa Francesco ha sempre riservato ai bisogni delle donne e dei bambini. periferieCome può risultare evidente, questo provvedimento si inserisce nel contesto più ampio dell’attenzione che Papa Francesco ha sempre riservato alle periferie, sia geografiche che esistenziali. Fin dall’inizio del suo pontificato, il Pontefice ha insistito sulla necessità di una Chiesa che esca dalle proprie sicurezze per andare incontro a tutti, soprattutto ai più emarginati. La riorganizzazione della Diocesi di Roma riflette questa visione: eliminare la divisione tra centro e periferie significa promuovere una Chiesa più unita e capace di testimoniare la propria missione in modo più efficace.

Quattro principi

Il motu proprio La Vera Bellezza si fonda su quattro principi della Dottrina Sociale della Chiesa, che Francesco aveva già evidenziato nella sua esortazione apostolica Evangelii Gaudium: “il tempo è superiore allo spazio”, “la realtà è più importante dell’idea”, “l’unità prevale sul conflitto” e “il tutto è superiore alla parte”. Principi applicati ora alla sua Diocesi, con l’obiettivo di costruire una Chiesa che sia più aperta, inclusiva e in grado di rispondere alle sfide del presente e del futuro.

In particolare, Papa Francesco sottolinea che il tempo è un elemento cruciale nella vita pastorale: il tempo per incontrare Cristo, il tempo per crescere nella fede e il tempo per vivere in comunità.
Un invito a riscoprire la bellezza dell’unità ecclesiale e a vivere la fede in maniera più integrata, verso un futuro di maggiore comunione, carità e apertura. In questo modo Roma si conferma punto di riferimento spirituale per il mondo intero.

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