Vaticano

Anche il Vaticano ha delle linee guida sull'intelligenza artificiale

Il 1° gennaio è entrata in vigore nello Stato della Città del Vaticano una nuova disposizione con alcuni principi generali che dovrebbero garantire responsabilità, trasparenza e sicurezza in relazione all'uso di sistemi di intelligenza artificiale nei vari settori di competenza.

Giovanni Tridente-11 gennaio 2025-Tempo di lettura: 4 minuti
Intelligenza artificiale.

Con una mossa a sorpresa, la Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano - l'organo che esercita la funzione legislativa all'interno delle Mura Leonine - ha emesso il 16 dicembre scorso una decreto Le prime linee guida complete per l'uso del intelligenza artificialel (IA) all'interno dello Stato.

Il provvedimento, firmato dal presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, cardinale Fernando Vérgez, e dal segretario generale dello stesso organismo, suor Raffaella Petrini, è entrato in vigore il 1° gennaio di quest'anno.

Fin dalle prime righe, il testo, che si articola in 15 articoli comprese le disposizioni finali, si distingue nel panorama internazionale per la sua visione integrata che coniuga innovazione tecnologica e valori etici fondamentali. I principi alla base delle nuove linee guida mirano infatti a "valorizzare e promuovere un uso etico e trasparente dell'intelligenza artificiale, in una dimensione antropocentrica e basata sulla fiducia, nel rispetto della dignità umana e del bene comune" (art. 1).

Autonomia umana

Il decreto riconosce quindi l'IA come uno strumento al servizio dell'umanità e non come un suo sostituto. Non a caso, la necessità di preservare l'autonomia e il potere decisionale dell'uomo viene ribadita in diversi articoli, ponendo chiari limiti etici all'applicazione delle moderne tecnologie. Un aspetto particolarmente significativo, ad esempio, è l'esplicito divieto di utilizzare l'IA per fare inferenze discriminatorie o per manipolazioni che possano causare danni fisici o psicologici alle persone.

Allo stesso tempo, vieta le "tecniche di manipolazione subliminale", i sistemi che potrebbero compromettere la sicurezza dello Stato, ma anche quelli con finalità "contrarie alla missione del Sommo Pontefice, all'integrità della Chiesa cattolica e al corretto svolgimento delle attività istituzionali" (art. 4).

Salute, patrimonio culturale e copyright

Un altro aspetto significativo del documento è la suddivisione "tematica" dei vari principi generali, che dimostra una comprensione ampia e profonda delle sfide poste dall'IA nei diversi settori. Ad esempio, nel campo della ricerca scientifica e della salute (art. 6), il decreto promuove l'innovazione tecnologica pur mantenendo il principio della supremazia del giudizio medico umano. Nel campo del patrimonio culturale (art. 8), le disposizioni mirano a sfruttare il potenziale dell'IA per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio artistico, stabilendo al contempo rigorose garanzie per proteggerne l'integrità, senza escludere la possibilità di sfruttamento economico.

Particolarmente innovativo è l'approccio alla proprietà intellettuale e al copyright (art. 7). Le linee guida introducono l'obbligo di identificare tutti i contenuti generati artificialmente con l'acronimo "AI", facendo una chiara distinzione tra creazione umana e artificiale. Questa norma rappresenta un importante precedente nel dibattito sulla trasparenza e l'attribuzione delle opere generate dall'IA. Il paragrafo 3 stabilisce che anche nel caso di contenuti mediatici generati dall'IA, il governo mantiene "esclusivamente" il "diritto d'autore" e "l'uso economico".

Amministrazione, lavoro e giustizia

Per quanto riguarda i procedimenti amministrativi (art. 10), si sottolinea la possibilità di utilizzare strumenti moderni per semplificare e snellire le procedure, aumentare i livelli di performance, migliorare le competenze, ecc. a condizione che ciò avvenga in modo etico, trasparente, economico ed efficace, fermo restando che l'unica responsabilità delle misure e delle procedure rimane in capo a "chi" le esegue.

Per quanto riguarda le risorse umane (art. 11), si stabilisce inoltre che i modelli di intelligenza artificiale possono essere utilizzati per "migliorare le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro e tutelare la salute dei lavoratori"; anche in questo caso, l'uso della tecnologia "non deve limitare il potere decisionale dei soggetti". Lo stesso vale per il settore giudiziario (art. 12), dove le decisioni sull'interpretazione delle leggi sono riservate "esclusivamente al magistrato" e i sistemi di intelligenza artificiale possono essere utilizzati solo per organizzare e semplificare il lavoro giudiziario o la ricerca giurisprudenziale.

Commissione di controllo

Infine, il decreto vaticano prevede una speciale governance dell'IA, attraverso un sistema di controllo che vuole essere allo stesso tempo trasparente. Prevede infatti la creazione di una "Commissione sull'Intelligenza Artificiale" (art. 14), composta da cinque membri e presieduta dal Segretario Generale del Governatorato, che avrà il compito di monitorare l'implementazione delle tecnologie dell'IA e di valutarne l'impatto attraverso rapporti biennali. Dovrà preparare le leggi e i regolamenti di attuazione del Decreto, entro i prossimi dodici mesi.

Il contesto internazionale

Nel contesto internazionale, il provvedimento vaticano si inserisce in un panorama normativo in rapida evoluzione. Non a caso, l'Unione Europea ha adottato pochi mesi fa la sua legge sull'IA, destinata a diventare il primo quadro normativo globale sull'IA. Gli Stati Uniti hanno optato per un approccio più frammentato, con direttive presidenziali che stabiliscono principi generali lasciando ampio spazio all'autoregolamentazione del settore. La Cina ha implementato un sistema di regolamenti che pone l'accento sulla sicurezza nazionale e sul controllo dei contenuti, mentre il Regno Unito ha optato per un approccio più flessibile basato su linee guida non vincolanti.

Per questo, a differenza di altre giurisdizioni, dove prevalgono considerazioni tecniche o commerciali, il Vaticano ha deciso di porre l'etica e la dignità umana al centro della regolamentazione, senza risparmiare, in alcuni ambiti, alcune soluzioni innovative, come la tutela del patrimonio culturale e artistico della Santa Sede.

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