Stati Uniti

L'USCCB si dichiara a favore di un'"istruzione accessibile".

La Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti ha pubblicato una breve nota sulla sentenza della Corte Suprema sull'accesso all'istruzione. In essa si definisce l'istruzione universitaria "un aspetto essenziale della democrazia".

Paloma López Campos-9 luglio 2023-Tempo di lettura: 2 minuti
Corte Suprema degli Stati Uniti

Facciata della Corte Suprema degli Stati Uniti (foto OSV News / Evelyn Hockstein, Reuters)

Il 29 giugno la Corte Suprema di Stati Uniti ha pubblicato la sentenza "Students for Fair Admission v. Harvard". Questa decisione rappresenta un cambiamento nell'accesso all'istruzione, dichiarando incostituzionale l'azione affermativa sulla base della razza nelle ammissioni universitarie.

Sulla scia della controversia relativa alla dichiarazione della Corte Suprema, la Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (USCCB) ha pubblicato una breve nota sull'argomento. In essa il vescovo Joseph N. Perry, presidente della Commissione ad hoc contro il razzismo, afferma che "l'istruzione è un dono, un'opportunità e un aspetto essenziale della democrazia". Egli sottolinea che l'istruzione non è disponibile per tutti, soprattutto per i gruppi razziali o etnici che subiscono discriminazioni.

Pertanto, il vescovo Perry è fiducioso che "le nostre istituzioni cattoliche di istruzione superiore continueranno a trovare il modo di rendere l'istruzione possibile e accessibile a tutti, indipendentemente dal loro background".

L'USCCB fa anche eco a Caterina Drexel, patrona e pioniera dell'educazione cattolica. Questa santa americana diceva che "se vogliamo servire Dio e amare il nostro prossimo, dobbiamo mostrare la nostra gioia nel nostro servizio a Lui e a loro. Spalanchiamo i nostri cuori. È la gioia che ci invita. Andate avanti e non temete nulla".

Discriminazione positiva nell'istruzione

Da anni le università degli Stati Uniti tengono conto della razza dei candidati. Inizialmente, gli organi giudiziari del Paese hanno ammesso che, sebbene la razza degli studenti potesse essere presa in considerazione a loro favore, questo aspetto aveva un impatto molto limitato. Ora, nel 2023, diversi studenti hanno alzato la voce, sottolineando che l'affirmative action impone quote di ammissione che colpiscono ingiustamente i candidati.

La decisione della Corte Suprema afferma che non è costituzionale basare le ammissioni degli studenti sulla razza. Tuttavia, data l'organizzazione degli Stati, questa sentenza avrà un impatto diverso su ogni territorio e le sue effettive conseguenze dovranno essere valutate nel tempo.

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