Roma non può essere compresa senza il Papa. L'enorme cupola vaticana domina la città e ricorda perennemente la presenza del successore di Pietro. Una presenza che - salvo rare eccezioni - ha plasmato la fisionomia e il carattere della città per più di venti secoli. caput mundi.
Né era possibile capire Papa Francesco senza il popolo. Il vescovo di Roma, che i cardinali erano andati a cercare "alla fine del mondo" (come lui stesso ha detto quando è stato eletto il 13 marzo 2013), ha fatto di tutto nei suoi 12 anni di pontificato per essere vicino alla sua gente, per essere un pastore "con l'odore delle pecore", per usare un'espressione "bergogliana".
Non sorprende quindi che diverse migliaia di romani e fedeli provenienti da tutti e cinque i continenti si siano radunati oggi - a partire dalle cinque del mattino - nella Piazza e nelle strade circostanti, come via della Conciliazione, per dare l'ultimo saluto al pontefice argentino e per partecipare alla Messa funebre, iniziata alle 10 di un radioso sabato mattina primaverile.
Il funerale in cifre
Francesco voleva che il suo funerale fosse una cerimonia semplice, e ha persino modificato e semplificato i rituali funebri del pontefice, ma l'importanza della sua carica e la sua influenza hanno contraddetto questo desiderio: le cifre parlano di circa 160 delegazioni ufficiali, 50 capi di Stato, una dozzina di monarchi regnanti, ministri, ambasciatori, leader di altre confessioni cristiane e di altre religioni. Oltre a 2.700 giornalisti accreditati e a una previsione di circa 250.000 fedeli in piazza e di un numero analogo che accompagna la processione al termine della Messa.
La stampa in questi giorni ha sottolineato i nomi della "prima fila" mondiale che sarà presente: Trump e Biden, Mattarella e Meloni, Millei e Lula, Macron e Zelenski, il Segretario Generale dell'ONU e il Re e la Regina di Spagna. Hanno voluto partecipare anche uomini di fede che hanno avuto un rapporto di amicizia con il Papa, come il patriarca ortodosso Bartolomeo di Costantinopoli, o il rabbino di Roma in rappresentanza della comunità ebraica.
Droni ed elicotteri sorvolano Roma già da qualche ora prima della cerimonia. Il dispiegamento di sicurezza è stato commisurato alla lista dei sovrani e dei leader del mondo: 11.000 agenti sono stati incaricati di garantire che la cerimonia si svolgesse senza intoppi.
La bara viene trasferita nella Plaza
Alle 9.45, dopo la recita del Santo Rosario, le campane della Basilica hanno suonato i rintocchi funebri. La bara che trasportava le spoglie di Papa Francesco ha fatto il suo ingresso nella Basilica. sagrato dall'interno del tempio alle 10.05 circa. Nei giorni scorsi avevamo visto che si trattava di una semplice cassa di legno. Da ieri è stata coperta da un coperchio di legno, ornato da una grande croce e dal sigillo episcopale di Bergoglio con il motto "...".miserando atque eligendo". In cima è stato posto un Vangelo aperto.
La Messa è stata presieduta dal cardinale italiano Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, che ha un ruolo importante da svolgere in questi giorni, in quanto sarà anche incaricato di convocare il conclave in cui verrà eletto il prossimo pontefice. Re è stato colui che ha officiato i funerali di Benedetto XVI il 5 gennaio 2023, presieduti da Francesco.
È Pasqua e un arazzo raffigurante il Cristo risorto ha decorato la facciata della Basilica Vaticana. C'era anche un'immagine della Vergine Maria, la Salus Populi Romani - tanto venerata da Francesco - su un lato dell'altare.
Nel Vangelo leggiamo il capitolo 21 di Giovanni, che riporta il dialogo tra Gesù e Pietro sulle rive del mare di Gennesaret dopo la risurrezione. Una conversazione in cui Cristo chiede per tre volte al primo dei suoi apostoli se lo ama, e per tre volte gli raccomanda di pascere le sue pecore. È stato commovente ascoltarla e pensare a come Francesco abbia cercato di essere fedele a questo comando. Le parole: "Un altro ti cingerà e ti condurrà dove tu non vuoi andare...", parlano dell'ultimo periodo del suo pontificato, segnato dalla malattia.
Riassunto dell'omelia del pontificato
Il cardinale Re, 91 anni, ha esordito ricordando che solo sei giorni fa si era trovato in quella stessa piazza con Francesco in occasione della benedizione Urbi et Orbe: "Sua Eminenza, la benedizione del Papa, è stata una grande benedizione. ultimo L'immagine che rimarrà nei nostri occhi e nei nostri cuori è quella di domenica scorsa, solennità di Pasqua, quando Papa Francesco, nonostante i gravi problemi di salute, ci ha impartito la sua benedizione dal balcone della Basilica di San Pietro e poi è sceso in questa piazza per salutare la grande folla riunita per la Messa di Pasqua dalla papamobile aperta".
Nell'omelia, il cardinale ha passato in rassegna le principali tappe del pontificato di Francesco, i suoi viaggi e le sue encicliche. In diversi momenti i fedeli hanno interrotto le sue parole con un applauso.
"La decisione di assumere il nome di Francesco è apparsa subito come una scelta programmatica e stilistica con cui ha voluto proiettare il suo Pontificato, cercando ispirazione nello spirito di San Francesco d'Assisi. Mantenne il suo temperamento e la sua forma di guida pastorale, e diede subito l'impronta della sua forte personalità nel governo della Chiesa, stabilendo un contatto diretto con le persone e i popoli, desiderando essere vicino a tutti, con un'attenzione speciale alle persone in difficoltà, donandosi senza misura, in particolare per gli ultimi della terra, gli emarginati. Era un Papa in mezzo alla gente, con un cuore aperto a tutti. Era anche un Papa attento alle novità della società e a ciò che lo Spirito Santo suscitava nella Chiesa.
Re ha evidenziato alcuni tratti caratteristici di Francesco: "il suo vocabolario caratteristico e il suo linguaggio ricco di immagini e metafore", con cui "ha cercato di illuminare i problemi del nostro tempo con la saggezza del Vangelo", così come la sua "grande spontaneità e un modo informale di rivolgersi a tutti", e il suo "calore umano e la profonda sensibilità ai drammi di oggi". Anche "il suo carisma di accoglienza e di ascolto, unito a un modo di agire adeguato alla sensibilità di oggi", con cui "toccava i cuori, cercando di risvegliare le forze morali e spirituali".
Preghiamo per voi, pregate per noi
Il decano del Collegio cardinalizio ha sottolineato che "la misericordia e la gioia del Vangelo sono due concetti chiave di Papa Francesco" e che, "di fronte allo scoppio di tante guerre negli ultimi anni, con orrori disumani e innumerevoli morti e distruzioni, Papa Francesco ha alzato incessantemente la voce implorando la pace".
Re ha concluso la sua omelia ricordando che "Papa Francesco era solito concludere i suoi discorsi e i suoi incontri dicendo: "Non dimenticate di pregare per me"". Ha poi rivolto alcune parole al pontefice argentino: "Caro Papa Francesco, ora ti chiediamo di pregare per noi e dal cielo benedici la Chiesa, benedici Roma, benedici il mondo intero, come hai fatto domenica scorsa dal balcone di questa Basilica in un ultimo abbraccio con tutto il popolo di Dio, ma idealmente anche con l'umanità che cerca la verità con cuore sincero e tiene alta la fiaccola della speranza".
L'addio
Al termine della cerimonia c'è stato un momento di grande bellezza liturgica quando tutti i patriarchi, gli arcivescovi maggiori e i metropoliti delle Chiese cattoliche orientali metropolitane si sono avvicinati alla bara e hanno intonato una lunga preghiera in greco.
Dopo il canto funebre, i portatori hanno preso la bara e l'hanno sollevata prima di portarla in piazza per permettere ai fedeli di salutare il Papa, con un grande applauso come ultimo ringraziamento e omaggio. Ci sono venute in mente le volte in cui abbiamo salutato Francesco all'Angelus domenicale o alle udienze del mercoledì e ci sono venute le lacrime agli occhi al pensiero che quella era l'ultima volta che lo incontravamo in piazza.
Dopo la Messa funebre, una processione ha portato il Papa da San Pietro alla Basilica di Santa Maria Maggiore, dove è stato sepolto secondo le sue volontà. Molti romani non hanno avuto il coraggio di recarsi in Vaticano, ma erano presenti nelle strade di Roma, lungo il percorso di sei chilometri che la processione ha seguito attraverso il centro della città, per dare l'addio al loro vescovo.