Le parole affettuose e il saluto pubblico del Papa al cardinale Ernest Simoni, 95 anni, che ha sofferto 28 anni di carcere comunista in Albania e continua a dare "testimonianza lavorando per la Chiesa, senza scoraggiarsi", hanno esemplificato l'antidoto che il Santo Padre propone contro la tentazione dell'accidia o della pigrizia, una delle sue conseguenze.
Il Pontefice ha meditato sulla Pubblico di questo Mercoledì delle Ceneri, l'inizio della QuaresimaNell'ottava sessione del ciclo di catechesi su "Vizi e virtù", ha parlato dell'accidia, che "è più comunemente sostituita dalla pigrizia, che è uno dei suoi effetti".
La lettura scelta è stata quella del capitolo 26 di Matteo, corrispondente all'inizio della preghiera di Gesù nel Getsemani, quando il Signore trova i discepoli addormentati e ricorda loro la necessità di pregare, perché lo Spirito è disposto ma la carne è debole.
La pazienza della fede
"L'accidia è una tentazione molto pericolosa, che ci porta a vedere tutto come grigio, monotono e noioso", e "può indurci ad abbandonare il buon cammino intrapreso, e persino portarci a perdere il senso della nostra stessa esistenza", ha detto Francesco ai pellegrini di diverse lingue, dopo la sintesi fatta in Aula Paolo VI dai lettori, oggi tutti donne, religiosi e laici, tranne la lettrice araba.
Acedia significa "noncuranza per la propria esistenza", ha aggiunto, e "ricorda la depressione: la vita perde di significato, la preghiera sembra noiosa, ogni battaglia sembra senza senso. È un po' come morire prematuramente.
Tra i rimedi, "i maestri di spiritualità indicano la pazienza della fede. Anche quando, sotto l'influenza dell'accidia, vogliamo fuggire dalla realtà, dobbiamo avere il coraggio di rimanere e di accettare nel mio "qui e ora" la presenza di Dio". "Anche i santi, che ci insegnano a vivere con pazienza la notte della fede, non sono stati risparmiati dall'accidia", ha detto.
"In quei momenti bui dobbiamo essere pazienti, accettando la nostra povertà e confidando sempre in Gesù, che non ci abbandona mai".
Accompagnare Gesù con la preghiera, il digiuno e l'elemosina.
Riferendosi al Mercoledì delle Ceneri, il Papa ha ricordato ai pellegrini provenienti da diversi Paesi che "oggi iniziamo la Quaresima. Vi invito in questo tempo ad accompagnare Gesù nel deserto con la preghiera, il digiuno e l'elemosina, testimoniando la fede con gioia e umiltà".
Al termine, nel suo messaggio ai fedeli italiani, e sottolineando il messaggio evento principale di questo giorno: "Oggi inizia il Quaresimaprepariamoci a vivere questo tempo come un'opportunità per conversione e rinnovamento interiore nell'ascolto della Parola di Dio, nella cura dei nostri fratelli e sorelle che hanno bisogno del nostro aiuto e nell'intensificazione della preghiera, soprattutto per il dono della pace nel mondo".
Francesco ha infine fatto la sua ultima richiesta in questi mesi. "Non dimentichiamo mai l'Ucraina martirizzata, e Israele e la Palestina, che soffrono tanto. Preghiamo per tutti i nostri fratelli e sorelle che soffrono per la guerra. Andiamo avanti nell'ascolto della Parola di Dio, intensificando la nostra preghiera, per chiedere la pace nel mondo. A tutti la mia benedizione.
La strada per costruire la pace
Prima di salutare il cardinale Simoni, il Santo Padre ha ricordato che tutti abbiamo sentito o letto la storia dei primi martiri, tanti nella Chiesa, molti sono stati sepolti qui, negli scavi troviamo queste tombe, ma "anche oggi ci sono tanti martiri, forse più che all'inizio. Ci sono tanti perseguitati...". E si è rivolto all'anziano cardinale, che ha definito "un martire vivente".
Prima, rivolgendosi ai pellegrini polacchi che manifestavano rumorosamente, il Papa ha informato che "oggi in tutte le chiese del vostro Paese si fa una colletta per aiutare l'Ucraina. Di fronte a tante guerre, non chiudiamo il nostro cuore a chi è nel bisogno. Che la preghiera, il digiuno e l'elemosina siano la via per costruire la pace, e benedico voi e le vostre famiglie". imposizione delle ceneri nella basilica di Santa Sabina, a partire dalle 16.30.