Vaticano

"Sogno un'Europa in cui l'individuo sia un valore a sé stante".

Maria José Atienza-27 ottobre 2020-Tempo di lettura: 3 minuti

Papa Francesco ha inviato una lettera al Segretario di Stato card. Parolin in occasione del 40° anniversario del Commissione delle Conferenze episcopali dell'Unione Europea (COMECE), il 50° anniversario delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e l'Unione Europea e il 50° anniversario della presenza della Santa Sede come Osservatore Permanente presso il Consiglio d'Europa.

Tre anniversari che coincidono nel tempo e che sono alla base dell'attuale situazione della Santa Sede in Europa. In questa triplice occasione, il Papa Francesco voleva riflettere sul Il significato dell'Europa nel mondo e l'importanza della sua storiaIl lavoro dell'Unione europea, le sue radici e, soprattutto, il lavoro del futuro in un momento di incertezza come quello che il mondo intero sta attraversando.

Le radici cristiane dell'Europa

Il Papa ha difeso Identità cristiana innegabile, anche nel dare forma alle varie iniziative di unità europea e ha voluto riprendere le parole che "San Giovanni Paolo II ha parlato all'Atto europeo di Santiago de Compostela: Europa, "Ritrovare se stessi". Sii te stesso", perché, come ha voluto sottolineare il Santo Padre, "in un tempo di cambiamenti repentini, c'è il rischio di perdere la propria identità, soprattutto quando scompaiono i valori condivisi su cui si fonda la società"..

Papa Francesco si è riferito specificamente a questi valori nel suo appello alla "La storia millenaria, che è una finestra sul futuro."Il continente europeo, e ha lanciato un appello a non tradire "il vostro desiderio di verità, che dall'antica Grecia ha abbracciato la terra, portando alla luce le domande più profonde di ogni essere umano; la vostra sete di giustizia, che si è sviluppata con il diritto romano e, con il passare del tempo, è diventata rispetto per ogni essere umano e per i suoi diritti; il vostro desiderio di eternità, arricchito dall'incontro con la tradizione giudaico-cristiana, che si riflette nel vostro patrimonio di fede, arte e cultura"..

Difesa della vita

Il Papa è stato molto chiaro sull'Europa che "sogna" per il futuro lanciando un'iniziativa meridiana difesa della vita in tutte le sue fasi. perché l'Europa sia. "Una terra dove la dignità di tutti è rispettata, dove la persona è un valore in sé e non l'oggetto di un calcolo economico o di una merce". Una terra che si prende cura della vita in tutte le sue fasi, dalla nascita invisibile nel grembo materno alla sua fine naturale". Né ha trascurato l'importanza della famiglia, stretta e comune, nel senso di una comunità: una "famiglia di popoli, distinti tra loro, ma tuttavia uniti da una storia e da un destino comuni".. In questa linea, come ha fatto più volte nei suoi recenti discorsi, ha ricordato che "La pandemia ha dimostrato che nessuno può farcela da solo"..

Terra di accoglienza e solidarietà

Questo concetto di famiglia comune, ha sottolineato il Papa, dovrebbe riflettersi nella solidarietà come "espressione fondamentale di ogni comunità "che "esige che ciascuno si prenda cura dell'altro". Il Comitato ha voluto sottolineare in particolare l'importanza dell'individualismo che spesso prevale. In particolare, ha voluto sottolineare "le tante paure presenti nelle società di oggi, tra le quali non posso nascondere la diffidenza verso i migranti". ricordando che "la necessaria accoglienza dei migranti non può limitarsi a semplici operazioni di assistenza per chi arriva, spesso in fuga da conflitti, fame o catastrofi naturali, ma deve consentire la loro integrazione affinché possano "conoscere, rispettare e anche assimilare la cultura e le tradizioni della nazione ospitante""..

Laicità, non laicismo

Partendo da questa concezione pluralistica della società europea, Papa Francesco ha ripreso l'idea dei suoi predecessori con una delle dichiarazioni più chiare degli ultimi anni a questo proposito: l'auspicio che l'Europa sia una terra "...dove l'Unione Europea possa essere una terra di pace e di prosperità".un sano secolarismo, dove Dio e Cesare sono distinti ma non opposti l'uno all'altro. Una terra aperta alla trascendenza, dove i credenti sono liberi di professare pubblicamente la propria fede e di proporre il proprio punto di vista nella società. È finito il tempo del confessionalismo, ma - si spera - anche il tempo di una certa laicità che chiude le porte agli altri e soprattutto a Dio, perché è chiaro che una cultura o un sistema politico che non rispetta l'apertura alla trascendenza non rispetta adeguatamente la persona umana"..

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