Nella capitale Siviglia è in corso una mostra che, attraverso le immagini, smonta le principali argomentazioni di coloro che giustificano l'aborto.
- Rafael Ruiz Morales
Il 13 maggio, festa di Nostra Signora di Fatima, la Fondazione Valentín de Madariaga, a Siviglia, ha ospitato l'inaugurazione di un'opera di sensibilizzazione. Expovidauna mostra itinerante promossa e sostenuta dall'organizzazione Diritto di vivere che rimarrà aperta al pubblico fino al 13 giugno.
Davanti a un gran numero di partecipanti, il dottor Gador Joya ha aperto i lavori con una riflessione sulla situazione attuale del diritto alla vita in Spagna, sottilmente inquadrata nell'attuale periodo pre-elettorale.
L'esposizione è stata allestita nella cornice privilegiata del cortile principale di quello che era il padiglione degli Stati Uniti durante l'Esposizione Universale del 1929, attorno al quale sono disposti gli elementi che compongono la mostra.
Colpiscono le otto riproduzioni a grandezza naturale delle diverse fasi dell'evoluzione del feto nel grembo materno, che rendono visibile e tangibile una realtà che, al di là delle opinioni e di ogni posizionamento ideologico, ha un'entità propria. A questi si affianca un interessante discorso, prevalentemente grafico, che si apre con la raccolta dei dati scientifici relativi alla gestazione dell'essere umano, dopodiché, sotto la voce "L'altro olocausto", rivela le crude tecniche impiegate nell'eliminazione della vita umana attraverso la pratica dell'aborto.
Il documento prosegue mostrando le conseguenze fisiche e psicopatologiche taciute dalle donne sottoposte a questo intervento.
La mostra lancia un messaggio forte: la donna, la madre, deve essere una zona libera dalla pena di morte.