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La Santa Sede media nel conflitto mediorientale parlando con l'Iran

La Santa Sede continua a mediare nel conflitto israelo-palestinese: lunedì 30 ottobre si è svolta una conversazione telefonica tra Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, e Hossein Amir-Abdollahian, Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell'Iran.

Antonino Piccione-31 ottobre 2023-Tempo di lettura: 2 minuti

Il manifesto "Pace" in Piazza San Pietro durante la preghiera dell'Angelus del 29 ottobre 2023 ©CNS photo/Lola Gomez

L'obiettivo è evitare la temuta escalation, ponendo le basi per un cessate il fuoco stabile e duraturo tra Israele e Hamas. Mentre la guerra in Medio Oriente sembra essere nella sua fase più drammatica (la Striscia di Gaza è un sanguinoso campo di battaglia), continuano i colloqui internazionali in cui è coinvolta la Santa Sede.

Nella mattinata di lunedì 30 ottobre, "ha avuto luogo una conversazione telefonica tra monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, e Hossein Amir-Abdollahian, Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell'Iran, su richiesta di quest'ultimo". Lo riferisce il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, in una comunicazione ai giornalisti in cui si precisa che "nel colloquio, monsignor Gallagher ha espresso la seria preoccupazione della Santa Sede per quanto sta accadendo in Israele e Palestina, ribadendo l'assoluta necessità di evitare l'espansione del conflitto e di giungere a una soluzione a due Stati per una pace stabile e duratura in Medio Oriente".

Papa Francesco affida quindi al suo "ministro degli Esteri", monsignor Paul R. Gallagher, il compito di instaurare un dialogo con Teheran, principale alleato di Hamas e "deterrente" per un più ampio conflitto in Medio Oriente, con la minaccia nucleare sempre all'orizzonte. Poche ore prima del colloquio tra i due massimi esponenti della diplomazia vaticana e dell'Iran, Papa Francesco ha lanciato durante il Angelus in Piazza San Pietro un nuovo appassionato appello per la pace in Terra Santa: "Continuiamo a pregare per l'Ucraina e anche per la grave situazione in Palestina e Israele e per altre regioni dilaniate dalla guerra. A Gaza, in particolare, occorre lasciare spazio per garantire gli aiuti umanitari e l'immediato rilascio degli ostaggi. Nessuno deve rinunciare alla possibilità di fermare le armi".

Citando le parole del Vicario di Terra Santa, padre Ibrahim Faltas, il Santo Padre ha esclamato: "Cessate il fuoco! Fermatevi, fratelli e sorelle! La guerra è sempre una sconfitta, sempre!". L'impegno di Papa Francesco, oltre alla missione di pace tra Ucraina e Russia affidata al presidente della CSI, cardinale Zuppi, è rivolto anche alla mediazione nel conflitto mediorientale: il 22 ottobre il Pontefice ha chiamato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden per discutere del conflitto e della necessità di "individuare percorsi di pace".

Quattro giorni dopo, il 26 ottobre 2023, Papa Francesco ha parlato telefonicamente con il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. Bergoglio ha ribadito il suo dolore per la guerra in corso in Terra Santa e ha ricordato la "posizione della Santa Sede, che sostiene la soluzione dei due Stati e uno status speciale per la città di Gerusalemme". Gli Stati Uniti, la Turchia e ora l'Iran sono gli attori internazionali più importanti (insieme a Russia e Cina) che potrebbero determinare il futuro del conflitto tra i due Stati. Israele e Hamas.

L'autoreAntonino Piccione

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