Quest'anno, dal 6 gennaio 2021 allo stesso giorno del 2022, la famiglia domenicana celebra un anno giubilare che, nonostante la pandemia, mette in evidenza l'influenza di questo santo universale il cui carisma di predicazione assume nuove forme nel mondo della comunicazione digitale, pur mantenendo lo spirito di dialogo e di incontro del suo fondatore.
Frate Juan Carlos Cordero è responsabile del Giubileo di San Domenico nella Provincia di Hispania e ha parlato a Omnes di questo Anno giubilare, che definisce una "bella opportunità per riprendere la figura di San Domenico di Guzman".
Con nuovi linguaggi e nuove sfide, san Domenico di Guzman è un santo che ha molto da dire nel dialogo con gli uomini di oggi.
Frate Juan Carlos Cordero
Quest'anno la famiglia domenicana celebra l'800° anniversario del Dies Natalis del suo fondatore. Dopo questi otto secoli di vita, che significato ha San Domenico di Guzman per il mondo di oggi?
- A 800 anni dalla sua morte, San Domenico è una figura che non solo si trova su un piedistallo, ma è ancora presente nella vita di una moltitudine di uomini e donne. In primo luogo, nella vita di coloro che formano l'Ordine domenicano, diffuso in gran parte del mondo e che svolge la missione di predicare il Vangelo oggi. Con nuovi linguaggi e nuove sfide, San Domenico di Guzman è un santo che ha molto da dire nel dialogo con gli uomini di oggi.
Da gennaio state celebrando un intenso anno giubilare: come state vivendo questo Giubileo segnato dalla pandemia?
- È vero che la pandemia ha ampiamente condizionato la celebrazione del Giubileo. D'altra parte, questo tempo è una bella occasione per riprendere la figura di San Domenico. Il Giubileo è iniziato il 6 gennaio 2021 a Bologna, dove è sepolto San Domenico, e durerà fino al 6 gennaio 2022. Celebriamo il suo dies natalisLa sua vera nascita alla vita eterna.
Il motto "A tavola con San Domenico" si riferisce a quella tabula, quella tavoletta di Mascarella del XIII secolo, che è una delle prime rappresentazioni di San Domenico e che è stata dispersa. Raffigura San Domenico tra i suoi confratelli, seduti a tavola. È stata riunita e ora è esposta a Bologna. Il motto ci ricorda che San Domenico è ancora presente. Quando stava per morire, disse a quei pochi frati che erano con lui e che piangevano: "Non siate tristi perché dal cielo vi sarò più utile". Questa è l'idea: egli è ancora presente e continua a incoraggiarci e a guidarci, a quel tavolo di dialogo, di fraternità. Una tavola che non esclude nessuno, che deve essere aperta a tutti gli uomini e le donne, perché si tratta di condividere il messaggio dell'amore di Dio per tutti.
La famiglia domenicana ha nel suo carisma l'annuncio del Vangelo. Non dobbiamo dimenticare, ad esempio, cosa hanno significato i centri di studio e le università promosse dall'Ordine dei Predicatori. Nel mondo di oggi, segnato dalla "intercomunicazione", come si attualizza questa missione dei domenicani?
- È evidente che nei vari Capitoli dell'Ordine, da quello generale a quello locale, questi nuovi mezzi di comunicazione e di predicazione vengono recepiti. La preoccupazione di fondo è sempre come predicare la Parola di Dio, il Vangelo, agli uomini e alle donne di oggi.
Perché la predicazione sia evangelica oggi, deve basarsi sul dialogo con tutti. Un dialogo che implica l'ascolto, l'accoglienza dell'altro, il mettersi al posto dell'altro e condividere quella ricerca, la ricerca della Verità, del Bene, di Dio, della bontà, della bellezza... dell'Amore, insomma.
Non si tratta di predicare imponendo slogan, ma di predicare un Dio che dialoga, tanto che il Figlio è il Verbo fatto carne, che assume la nostra condizione umana per mettersi al nostro livello, per parlare con noi e mostrarci l'orizzonte della vita umana.
Come è organizzata oggi la famiglia domenicana?
- L'Ordine domenicano è uno solo, con 800 anni di storia, senza divisioni o scissioni. I frati domenicani hanno un Superiore Generale e un Consiglio Generale a Roma, nella Basilica di Santa Sabina, e sono raggruppati in province, alcune delle quali sorte durante la vita di San Domenico, come Francia, Inghilterra e Spagna.
Fin dall'inizio i domenicani si organizzarono in conventi di pochi frati dediti allo studio e alla predicazione, che eleggevano i loro superiori. I superiori dei conventi di una zona formano i Capitoli. Ogni quattro anni viene eletto un Superiore provinciale. Ogni nove anni, questi superiori, insieme ad altri rappresentanti, eleggono il Maestro dell'Ordine, il successore di San Domenico. Inoltre, durante i Capitoli, l'Ordine dedica due o tre settimane alla presenza, alla vita e alla missione nel mondo di oggi, a come vivono le nostre comunità, a come possono essere più fedeli a ciò che voleva San Domenico, a come possono essere più coerenti, più evangeliche e più adeguate ai tempi in cui viviamo.
San Domenico è ancora presente e continua a incoraggiarci e a guidarci, a quel tavolo di dialogo, di fraternità.
Frate Juan Carlos Cordero
Una delle cose più curiose dei Domenicani è che le suore, il ramo femminile dei Domenicani, hanno preceduto l'Ordine maschile dei Predicatori. San Domenico pensava che l'opera di predicazione dovesse essere sostenuta dalla contemplazione, e così nel 1206, dieci anni prima dei frati, fondò a Perugia la prima comunità di monache contemplative, che sarebbe stata il seme delle monache domenicane.
Date chiave
6 agosto - 14 novembre
Mostra 'Domingo de Guzmán. Le origini di un santo universale", nel Monastero Reale delle Madri Domenicane di Caleruega. La mostra comprende pezzi come il fonte battesimale in cui fu battezzato San Domenico di Guzmán nel 1170 e che, dal 1605, si trova nel monastero di Santo Domingo el Real a Madrid e in cui sono stati battezzati re e neonati nati in Spagna.
25 marzo - 7 ottobre 2021
Mostra "A tavola con Santo Domingo (A tavola con S. Domenico) nella Basilica di San Domenico a Bologna, dove la "Tavola della Mascarella" sarà esposta per la prima volta nella sua interezza.
22-25 settembre del 2021
Congresso storico "Domenico e Bologna: genesi ed evoluzione dell'Ordine dei Frati Predicatori".
6 gennaio 2022
Chiusura dell'anno giubilare