Cultura

San Pietro e San Paolo si "incrociano" ancora a Roma

La celebrazione di San Pietro e San Paolo ricorda due grandi pilastri della fede. A Roma, luogo del martirio di entrambi gli apostoli, questa data viene celebrata con diverse iniziative speciali.

Andrea Acali-29 giugno 2024-Tempo di lettura: 5 minuti
San Pietro e San Paolo si "incrociano" ancora a Roma

Chi decide di visitare la Basilica di San Pietro in questo periodo dell'anno si imbatte nelle imponenti impalcature erette per il restauro del baldacchino del Bernini. 

Laggiù, perpendicolare all'altare, c'è la tomba dell'apostolo a cui Gesù diede il comando di confermare i fratelli nella fede. 

Il 29 giugno è la solennità che ricorda i due principi della Chiesa: Pietro, l'umile pescatore di Galilea che divenne vicario di Cristo, e Paolo, il dotto fariseo, originario della Cilicia, che crebbe alla scuola di Gamaliele e si trasformò da feroce persecutore della Chiesa nascente in instancabile apostolo delle genti.

I due santi patroni della città eterna vengono ricordati insieme e quest'anno saranno celebrati con una serie di iniziative promosse dai Vicariati delle diocesi di Roma e Città del Vaticano, in collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali e il Comune di Roma e il Panathlon International. 

In particolare, sabato 29 è in programma "Quo Vadis", una passeggiata-evento che tocca le tappe storiche della presenza dei due apostoli nella capitale dell'impero; domenica 30 giugno, invece, è in programma "Pietro e Paolo a Roma", uno spettacolo teatrale di e con Michele La Ginestra.

La passeggiata Quo Vadis

Particolarmente degna di nota è la passeggiata Quo Vadis che, secondo le intenzioni degli organizzatori, dovrebbe diventare un appuntamento annuale fisso. Secondo la tradizione, quando Pietro stava fuggendo dalla persecuzione di Nerone a Roma, Gesù gli apparve sulla Via Appia. L'apostolo gli chiese dove stesse andando ("Quo vadis Domine?") e Cristo rispose: "Vado a Roma, per essere crocifisso di nuovo". A quel punto Pietro tornò, per essere martirizzato nel circo di Nerone, crocifisso a testa in giù e poi sepolto nella vicina necropoli dell'Ager Vaticanus. 

La tomba divenne subito un luogo di pellegrinaggio, ancor prima della costruzione della primitiva basilica costantiniana. Ma solo nel XX secolo la tomba di Pietro è stata identificata con certezza, grazie agli scavi ordinati da Pio XII tra il 1939 e il 1958 e alle ricerche della nota archeologa Margherita Guarducci. 

Se la tomba è stata identificata con certezza dove si trova il famoso trofeo di Gaio e il muro rosso con i graffiti, tra cui il famoso "Petros eni" (presumibilmente "Pietro è qui" in greco), rimangono alcuni dubbi sulla posizione esatta delle ossa. Tuttavia, la fede può ampiamente compensare le incertezze della scienza.

Il crocevia tra Pietro e Paolo

Oggi, sulla Via Appia - la "Regina Viarum" degli antichi romani - vicino alle catacombe di San Callisto, si trova una piccola chiesa che ricorda la "Regina Viarum".Quo vadis Domine?È stata visitata anche da San Giovanni Paolo II nel 1983. E la stessa strada "incrocia" il cammino di Pietro e Paolo, che da qui giunsero a Roma, furono imprigionati e poi trovarono il martirio lì, secondo la tradizione, dove oggi sorge l'abbazia di Tre Fontane. 

Chiesa di Santa Maria in Palmis o Chiesa del Quo Vadis sulla Via Appia

Fra Agnello Stoia, parroco di San Pietro, spiega che l'idea di fondo delle iniziative è "restituire a Roma la permanenza dei suoi patroni, che danno un carattere di universalità a questa città". 

Arresti domiciliari a San Pietro 

Le storie umane di Pietro e Paolo, a Roma, si intersecano, si incrociano, si separano, si uniscono, nelle strade di Roma e come le strade di Roma". La passeggiata urbana toccherà tutti i luoghi legati ai due apostoli.

Tra le altre - oltre alle basiliche di San Paolo fuori le Mura e di San Pietro in Vaticano - San Sebastiano fuori le Mura, dove le reliquie di Pietro e Paolo sarebbero state trasferite nel 258 prima di tornare in Vaticano, e all'Ostiense, nonché una delle Sette Chiese tradizionalmente visitate dai pellegrini in occasione del Giubileo; Santa Prisca, la splendida basilica sull'Aventino, dedicata alla figlia martire di Aquila e Priscilla, amici di Paolo che qui vivevano; il Carcere Mamertino, dove i due apostoli furono imprigionati; e ancora Santa Maria in Via Lata, dove Paolo avrebbe trascorso i due anni di "arresti domiciliari".

Il percorso prevede due sentieri, uno più lungo e uno più breve, al termine dei quali si riceve una "pietruzza", una piccola pietra che simboleggia il cammino percorso. È proprio il "sanpietrino", evocato nel logo "Quo Vadis", a collegare Pietro, Roma e le sue strade. 

Un'occasione per cittadini, turisti, famiglie e fedeli di riscoprire o visitare per la prima volta tanti luoghi - tra cui il Parco Archeologico del Colosseo, visitabile gratuitamente in esclusiva per i partecipanti - chiese, tesori d'arte e storia affascinante. Il programma è disponibile sul sito https://sanpietroquovadis.it/

Per quanto riguarda San Pietro, è interessante ricordare un'antica usanza. Nella navata centrale della Basilica Vaticana, a destra, prima del transetto, si trova una grande statua in bronzo del primo Papa. San Pietro in cattedra" è un'opera attribuita allo scultore del XIII secolo Arnolfo di Cambio (anche se alcuni studiosi la fanno risalire al V secolo, commissionata da San Leone Magno, che fece fondere una statua di Giove).

Fu Paolo V Borghese, pontefice tra il 1605 e il 1621, a ordinare la collocazione della statua nella basilica, dopo che per lungo tempo era stata nel chiostro di San Martino. La statua si trova su un trono di marmo di epoca rinascimentale, mentre nel 1871 Pio IX fece realizzare il baldacchino che la ricopre. 

La statua raffigura San Pietro sulla cattedra episcopale. La sua mano destra benedice alla maniera greca, cioè con due dita, mentre nella mano sinistra tiene le chiavi del Regno dei Cieli. I paramenti sono classici: una tunica fino ai piedi e, sopra le spalle, il mantello maschile. La particolarità della festa è che, il 29 giugno, la statua è vestita con la tiara e i paramenti pontificali, un lungo mantello rosso e oro, che serve anche a sottolineare il potere universale del Vicario di Cristo.

Il piede destro della statua è visibilmente consumato da secoli di devozione popolare. Con la costruzione della basilica costantiniana, infatti, la tomba di Pietro era diventata inaccessibile, per cui è ancora tradizione che i fedeli bacino o accarezzino il piede della statua come atto di venerazione.

Alcune curiosità

Nel 2020, durante la pandemia, le celebrazioni nella basilica vaticana per la festa dei Santi Pietro e Paolo si svolsero a porte chiuse, ma Papa Francesco si recò a venerare personalmente la statua del primo Pontefice.

Santa Maria in Via Lata

Un'altra particolarità, forse poco conosciuta ma che può essere "scoperta" attraverso la passeggiata "Quo Vadis", è legata alla basilica di Santa Maria in via Lata. Sorge su quella che oggi è la centrale via del Corso e che un tempo costituiva il primo tratto della via Flaminia. Secondo la tradizione, San Paolo visse nella cripta della chiesa durante la sua prigionia a Roma.

La casa sarebbe stata quella di San Luca Evangelista, che qui avrebbe scritto gli Atti degli Apostoli, e avrebbe ospitato anche Pietro. Sopra l'ingresso della cripta, una targa marmorea reca l'iscrizione, in latino, "Oratorio di San Paolo Apostolo, San Luca Evangelista e Marziale Martire, dove fu ritrovata l'immagine ritrovata della Beata Vergine Maria, una delle sette dipinte dal Beato Luca", a ricordo della presenza qui di alcuni dei primi e più importanti testimoni della fede cristiana.

L'autoreAndrea Acali

-Roma

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