Oggi, mercoledì della terza settimana di Quaresima, il Papa ha riflettuto sull'orgoglio, nella decima sessione del ciclo di catechesi sui vizi e le virtù. L'audizione L'evento si è svolto in Piazza San Pietro e il Pontefice ha basato il suo discorso sul versetto dell'Antico Testamento che dice: "La superbia è odiosa al Signore e agli uomini" (Sir 10:7,9,12,14).
"Gesù stesso cita questo vizio come uno dei mali che provengono dal cuore dell'uomo. La persona orgogliosa si considera superiore agli altri e vuole che tutti riconoscano i suoi meriti. Possiamo dire che in lui si nasconde la pretesa di voler essere come Dio, come vediamo nel peccato di Adamo ed Eva, raccontato nel libro della Genesi", il Papa ha iniziato.
Da questa prima descrizione, "vediamo come il vizio dell'orgoglio sia molto vicino a quello della vanagloria, che abbiamo presentato la volta scorsa. Ma se la vanagloria è una malattia dell'io umano, è una malattia infantile rispetto alle devastazioni che la superbia può causare", ha sottolineato Francesco.
Tempo e impegno per combattere l'arroganza
"Di tutti i vizi, l'orgoglio è la grande regina. Non è un caso che nella Divina
Commedia, Dante la colloca nella prima cornice del purgatorio: chi cede a questo vizio è lontano da Dio, e l'emendazione di questo male richiede tempo e fatica, più di ogni altra battaglia a cui il cristiano è chiamato", ha ammonito.
Questo vizio distrugge la fraternità, "perché la persona orgogliosa non si relaziona con gli altri in un modo che non sia un'abitudine.
Il Pontefice ha sottolineato: "Nel Vangelo troviamo anche esempi di persone di questo tipo, presuntuose e sicure di sé - come Pietro, che credeva che non avrebbe mai rinnegato il Maestro". "Nel Vangelo troviamo anche esempi di persone di questo tipo, presuntuose e sicure di sé - come Pietro, che credeva che non avrebbe mai rinnegato il Maestro - e Gesù le cura con il rimedio dell'umiltà. Questo ci insegna che la salvezza non è nelle nostre mani, ma è un dono gratuito che Dio vuole farci", ha proseguito.
"Un lungo elenco di sintomi
Nella sua meditazione, il Papa ha offerto "un lungo elenco di sintomi che rivelano che una persona ha ceduto al vizio dell'orgoglio. È un male che ha un aspetto fisico evidente: l'uomo orgoglioso è altezzoso, ha il "collo rigido", cioè ha un collo rigido che non si piega. È un uomo facile da giudicare con disprezzo: per niente giudica in modo irrevocabile gli altri, che gli sembrano irrimediabilmente inetti e incapaci. Nella sua arroganza, dimentica che Gesù nei Vangeli ci ha dato pochissimi precetti morali, ma in uno di essi è stato intransigente: mai giudicare".
"Sai di avere a che fare con una persona orgogliosa quando, se gli fai una piccola critica costruttiva o un commento del tutto innocuo, reagisce in modo esagerato, come se qualcuno avesse offeso la sua maestà: si arrabbia, urla, rompe i rapporti con gli altri in modo risentito".
Remedios: Lotta per essere umili, Maria e Giuseppe
Con una persona malata di orgoglio si può fare ben poco, ha osservato Papa Francesco. "È impossibile parlargli, tanto meno correggerlo, perché in fondo non è più presente a se stesso. Bisogna solo avere pazienza con lui, perché un giorno il suo edificio crollerà. Un proverbio italiano dice: 'L'orgoglio va a cavallo e torna a piedi'".
"La salvezza passa attraverso l'umiltà, il vero rimedio per ogni atto di orgoglio. Nel
Magnificat, Maria canta a Dio che con la sua potenza disperde i superbi nei pensieri malati del loro cuore. È inutile rubare qualcosa a Dio, come sperano di fare i superbi, perché alla fine Egli vuole darci tutto. Per questo l'apostolo Giacomo, alla sua comunità ferita dalle lotte intestine causate dall'orgoglio, scrive: "Dio resiste ai superbi, ma dà la sua grazia agli umili" (Giacomo 4,6).
Nel suo discorso ai fedeli di lingua portoghese a San Pietro, Papa Francesco ha invitato "ciascuno di voi a rivolgere il proprio sguardo al mondo lusofono e a rivolgere il proprio sguardo al mondo lusofono. San José. Il tuo l'umiltà e il suo silenzio ci aiuterà a combattere la tentazione dell'orgoglio". Infine, ha incoraggiato a "sfruttare questa Quaresima per combattere il nostro orgoglio" e a chiedere "a Maria di aiutarci a proclamare il Magnificat con la nostra vita, per essere testimoni della gioia del Vangelo con umiltà e semplicità di cuore. Che Gesù vi benedica.
Caritas Libano, 80° anniversario Famiglia Ulma
Il Papa ha rivolto un saluto speciale ai giovani della Caritas del Libanoe ad una delegazione polacca in pellegrinaggio a Roma in occasione dell'ottantesimo anniversario della morte di la famiglia Ulma. In questa occasione, nei Giardini Vaticani verrà piantato un melo innestato dal Beato Józef Ulma.
Prima di impartire la benedizione, il Santo Padre ha rinnovato "il mio invito a pregare per le persone che soffrono l'orrore della guerra in Ucraina e in Terra Santa, così come in altre parti del mondo".