Due riflessioni interessanti emergono soprattutto dal Messaggio di Papa Francesco per la 56ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che quest'anno si celebrerà il 29 maggio 2022, consegnato oggi a tutta la Chiesa in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.
Collegare l'orecchio al cuore
La prima idea viene dal titolo del Messaggio, Ascoltare con l'orecchio del cuoreSi tratta della capacità di collegare il nostro organo vitale per eccellenza con il senso dell'udito, affinché diventi un "apparato" veramente funzionale allo scopo e al senso della nostra esistenza: uomini e donne che vivono in comunità allargate dove si condivide l'amore, la bellezza e la bontà, senza altro scopo che l'incontro con l'Amore più grande.
È un viaggio che si svolge interamente all'interno dell'uomo, attraverso "meccanismi" non decifrabili visivamente, ma che hanno necessariamente ripercussioni sulla realtà vissuta e possono giovare (o meno) a chi incontriamo lungo il cammino.
Collegare l'orecchio con il cuore non è solo compito del giornalista e del comunicatore - anche se il messaggio è essenzialmente rivolto a loro - ma è un atteggiamento che dovrebbe riguardare ogni battezzato, perché ognuno di noi non è solo cristiano, ma anche cittadino, e per di più inserito in una società che oggi ha un gran bisogno di liberarsi di quei cortocircuiti che hanno rovinato il collegamento cuore-udito, che la Sacra Scrittura ha sempre proposto in ogni momento e per ogni persona di buona volontà.
La pazienza del silenzio della preghiera
L'altra idea è quella della "pazienza". Nei ritmi frenetici in cui siamo immersi, abbiamo perso la capacità di fermarci, di fare una pausa, ma anche di saper aspettare, di saper rallentare, di stare fermi e ascoltare. Ascoltare innanzitutto ciò che Dio ha da dirci - e questo si può ottenere solo con la pazienza del silenzio della preghiera - ma anche ciò che altre persone come noi hanno da dirci. Quello che hanno da dirci, o che vogliono farci sentire, per incoraggiarci ad affrontare insieme i problemi e a uscire insieme dalle situazioni più difficili, come la pandemia ci ha dimostrato così bene negli ultimi anni.
Un bagno di umiltà
Il Messaggio del Papa arriva quindi come un bagno di umiltà, e un invito alla concretezza dei nostri giorni: è inutile inseguire affannosamente una meta terrena che si allontana continuamente perché è più forte di noi. Dedichiamoci invece a ripristinare quel "piccolo tratto" interiore che collega il cuore con l'ascolto, e animati da una "santa pazienza" diventiamo tutti "ascoltatori attenti" dei bisogni del mondo, affinché ognuno possa fare la sua parte per il bene di tutti.
Buon ascolto, tanta pazienza e auguri ai giornalisti e ai comunicatori che per vocazione sentono di dover essere i primi a ristabilire il legame con la verità.