Vaticano

Papa Francesco: "La religione è fraternità, è comunione".

Dopo il viaggio apostolico in Africa, il Papa è tornato in Vaticano e ha tenuto l'udienza generale del mercoledì nell'Aula Paolo VI. Il pubblico ha accolto il Santo Padre con un forte applauso, che Francesco ha ricevuto con gratitudine.

Paloma López Campos-8 febbraio 2023-Tempo di lettura: 4 minuti
Papa comunione

Papa Francesco durante l'udienza generale (Foto tratta da Vatican News - English)

Dopo il viaggio apostolico in Africa, il Papa è tornato in Vaticano e ha tenuto l'udienza generale del mercoledì nell'Aula Paolo VI. Il pubblico ha accolto il Santo Padre con un forte applauso, che Francesco ha ricevuto con gratitudine.

Papa Francesco è tornato in Vaticano dopo il suo viaggio nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan. Tornando al suo programma abituale, ha tenuto l'udienza generale del mercoledì nell'Aula Paolo VI, dove è stato accolto da un applauso.

L'udienza è iniziata con la lettura della Parola di Dio, in particolare di un passo del Vangelo secondo Matteo, che parla dei cristiani come luce del mondo. Dopo la proclamazione della Parola, Francesco ha parlato del suo viaggio apostolico in Africa. La prima cosa che ha fatto è stata ringraziare Dio "che mi ha permesso di fare questo viaggio tanto desiderato". Ha anche menzionato i suoi due compagni di viaggio nella seconda tappa, quando si trovava in Sud Sudan, l'arcivescovo di Canterbury e il moderatore della Chiesa di Scozia, dicendo: "Siamo andati insieme per testimoniare che è possibile e necessario collaborare nella diversità, specialmente se condividiamo la fede in Cristo.

Repubblica Democratica del Congo

Per quanto riguarda la prima tappa del viaggio, il Papa ha parlato della Repubblica Democratica del Congo "come di un diamante, per la sua natura, per le sue risorse, soprattutto per il suo popolo; ma questo diamante è diventato fonte di contesa, di violenza e paradossalmente di impoverimento per il popolo". Di fronte a questa situazione, Francesco ha detto "due parole: la prima è negativa, "basta! Africa! La seconda è positiva: insieme, insieme con dignità e rispetto reciproco, insieme nel nome di Cristo, nostra speranza.

A Kinshasa Francesco ha avuto un incontro con le vittime della violenza, durante il quale ha ascoltato "le potenti testimonianze di alcune vittime, soprattutto donne, che hanno deposto ai piedi della Croce armi e altri strumenti di morte". Con loro ho detto 'no' alla violenza e alla rassegnazione, 'sì' alla riconciliazione e alla speranza".

In seguito, ha incontrato i responsabili di varie associazioni caritative del Paese, che ha ringraziato per il loro lavoro: "Il vostro lavoro con i poveri e per i poveri non fa rumore, ma giorno dopo giorno accresce il bene comune. Per questo ho sottolineato che le iniziative di beneficenza devono sempre essere promozionali, cioè non solo assistere ma anche promuovere lo sviluppo degli individui e delle comunità".

Francesco ha potuto anche incontrare i giovani e i catechisti, che ha definito il futuro dell'Africa. Il suo entusiasmo per il rinnovamento e speranza lo ha portato a indicare cinque modi per costruire un futuro migliore: "preghiera, comunità, onestà, perdono e servizio".

Nel suo ultimo incontro pubblico, nella cattedrale della capitale, il Papa ha parlato al clero, ai seminaristi e ai consacrati. Li ha esortati "a essere servi del popolo come testimoni dell'amore di Cristo, superando tre tentazioni: la mediocrità spirituale, la comodità mondana e la superficialità". Infine, con i vescovi congolesi ho condiviso la gioia e la fatica del servizio pastorale. Li ho invitati a lasciarsi consolare dalla vicinanza di Dio e ad essere profeti per il popolo, con la forza della Parola di Dio, per essere segni della sua compassione, della sua vicinanza, della sua tenerezza.

Sud Sudan

La seconda tappa del viaggio ha toccato il Sud Sudan. Come ha detto il Papa, "questa visita ha avuto un carattere molto speciale, espresso dal motto che riprendeva le parole di Gesù: "Prego perché siano una cosa sola". Si è trattato, infatti, di un pellegrinaggio ecumenico di pace, compiuto insieme ai capi di due Chiese storicamente presenti in quella terra: la Comunione anglicana e la Chiesa di Scozia. È stato il culmine di un percorso iniziato qualche anno fa, che ci ha visto incontrare a Roma nel 2019 le autorità sud-sudanesi per impegnarsi a superare il conflitto e costruire una nuova pace. pace".

Francesco si è rammaricato che questo processo di pace non sia progredito nel corso degli anni e, incontrando le autorità del Paese, le ha invitate "a voltare pagina, a portare avanti l'accordo di pace e la road map, a dire decisamente "no" alla corruzione e al traffico di armi e "sì" all'incontro e al dialogo". Solo così ci sarà sviluppo, le persone potranno lavorare in pace, i malati potranno essere curati, i bambini potranno andare a scuola.

Sottolineando il carattere ecumenico del viaggio, il Papa ha messo in risalto la preghiera con i due rappresentanti religiosi che lo accompagnavano. Lo considera un messaggio di cooperazione necessario, perché "è importante testimoniare che la religione è fraternità, pace, comunione; che Dio è Padre e vuole sempre e solo la vita e il bene dei suoi figli".

A causa dei conflitti interni al Sud Sudan, il Santo Padre ha incontrato gli sfollati interni. Durante il dialogo si è rivolto soprattutto alle donne, "che sono la forza che può trasformare il Paese; e ho incoraggiato tutti a essere i semi di un nuovo Sud Sudan, senza violenza, riconciliato e pacificato".

In seguito, nell'incontro con il clero e le persone consacrate, ha voluto dare Mosè come esempio per tutti i pastori della Chiesa. "Come lui, plasmati dallo Spirito Santo, possiamo diventare compassionevoli e miti, distaccati dai nostri interessi e capaci di lottare con Dio per il bene delle persone che ci sono state affidate".

Al termine dell'udienza, il Papa ha voluto ricordare "la celebrazione eucaristica, ultimo atto della visita in Sud Sudan e anche dell'intero viaggio". Durante la Messa, Francesco ha detto: "Ho fatto eco al Vangelo incoraggiando i cristiani a essere 'sale e luce' in questa terra così provata. Dio non ripone la sua speranza nei grandi e nei potenti, ma nei piccoli e negli umili.

Questo messaggio è molto attuale, ha detto il Santo Padre, perché Dio "continua a dirlo anche oggi a coloro che confidano in Lui". È il mistero della speranza di Dio, che vede un grande albero dove c'è un piccolo seme. Preghiamo affinché nella Repubblica Democratica del Congo e nel Sud Sudan, e in tutta l'Africa, possano germogliare i semi del suo Regno di amore, giustizia e pace.

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