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L'Africa si prepara ad accogliere il Papa

Le Chiese locali della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan hanno iniziato il conto alla rovescia per l'arrivo di Papa Francesco in questi territori. Aiuto alla Chiesa che Soffre ha organizzato una conferenza con due degli organizzatori di queste visite.

Paloma López Campos-16 gennaio 2023-Tempo di lettura: 3 minuti
Il Papa a Panama

Papa Francesco entra in aereo dopo la GMG di Panama (foto CNS/Henry Romero, Reuters)

Le chiese locali della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan hanno iniziato il conto alla rovescia per l'arrivo di Papa Francesco in questi territori. Aiuto alla Chiesa che Soffre ha invitato due organizzatori provenienti da questi paesi per parlare della prossima visita del Santo Padre.

Repubblica Democratica del Congo

La Repubblica Democratica del Congo è il più grande Paese del Sahara sub-sahariano e, nonostante la ricchezza della sua natura e delle sue risorse, vive in povertà. Seimila persone vivono con meno di due dollari al giorno. Questo è evidente anche nell'istruzione, che è molto scarsa.

Il logo della visita del Papa nella Repubblica Democratica del Congo (foto CNS/Ufficio Stampa della Santa Sede)

La situazione è aggravata dalle crisi umanitarie, aggravate dalla pandemia COVID e dall'Ebola. Inoltre, i violenti conflitti nella parte orientale del Paese stanno causando una forte instabilità.

Con tutto ciò, padre Godefroid Mombula Alekiabo ha espresso la sua gioia per la visita di Papa Francesco nel territorio. Secondo lui, la visita del Santo Padre risponde al suo ruolo di leader della Chiesa cattolica, come padre che va a trovare i suoi figli.

Padre Godefroid ha sottolineato il grande ruolo della Chiesa nel Paese. Molte scuole, ospedali e aziende appartengono alla Chiesa, ma non è sempre stato così.

Nel 1971, il governo ha rilevato le tre università della Repubblica Democratica. Un anno dopo, hanno imposto la rimozione di tutti i simboli cristiani da scuole e ospedali. Vedendo le devastanti conseguenze di ciò, si dovette chiedere agli istituti religiosi, qualche anno dopo, di riprendere l'attività educativa.

Godefroid ritiene che la Chiesa sia la voce dell'opposizione nel Paese, ma che sia troppo dipendente finanziariamente dall'esterno. In una nota più positiva, tuttavia, elogia la capacità della Chiesa locale di adattare la liturgia alla cultura del territorio, affermando che "la liturgia è molto viva nella RDC".

Il sacerdote spera che la visita del Papa aiuti gli sforzi in corso per l'unità e la riconciliazione, tenendo conto di tre documenti pontifici particolarmente importanti per i fedeli del Paese: Fratelli Tutti, Laudato si' se e Cristo vivit.

Per concludere il suo discorso, padre Godefroid ha indicato tre pilastri su cui si deve comprendere la situazione del Paese. Da un lato, che la guerra e i conflitti violenti nel territorio ostacolano fortemente il cammino verso l'unità e distruggono le opportunità dei giovani che sono "ora di Dio". D'altra parte, sottolinea che la presenza di multinazionali straniere che impoveriscono il Paese delle sue risorse naturali con motivazioni egoistiche incoraggia il confronto. Tuttavia, come terzo punto chiave, il sacerdote ha sottolineato che la riforma della situazione è una questione di individui, non di istituzioni. Secondo lui, il cambiamento risiede nel cuore degli uomini e deve essere realizzato attraverso la comprensione reciproca, non con la forza.

Alla luce di tutto ciò, padre Godefroid spera che la visita del Papa contribuisca alla pace e all'unità. Spera che il Santo Padre incontri anche i grandi imprenditori del Paese e che venga discussa la questione del tribalismo, causa di tanti problemi all'interno del Paese.

Sud Sudan

Il logo della visita del Papa in Sud Sudan (foto CNS/Ufficio Stampa della Santa Sede)

Padre Samuel Abe è responsabile dell'organizzazione della visita di Papa Francesco in Sud Sudan. Durante il suo discorso, ha sottolineato il conflitto civile in cui sono coinvolti i cittadini del Paese. Di fronte a questa situazione, i vescovi e i sacerdoti insistono sulla necessità di vivere in pace. Tuttavia, nonostante la comunicazione tra la Chiesa locale e il governo, gli sforzi non stanno dando frutti.

Anni fa, i rappresentanti della Chiesa del Sud Sudan si sono recati in Vaticano chiedendo una visita del Santo Padre. Il viaggio non è stato possibile per anni a causa di difficoltà da entrambe le parti. Ora che Francesco sta finalmente arrivando nel Paese, i cittadini hanno espresso la loro gioia.

D'altra parte, padre Samuel sottolinea che la visita, insieme ad altri leader religiosi, lancia un messaggio di pace e di unità, di cooperazione. Questo, a suo dire, è molto necessario vista la situazione interna del Sud Sudan.

La speranza di Samuel è che la visita del Papa apra un nuovo capitolo nella vita del Paese per porre fine ai conflitti e promuovere la pace. pace tra cittadini.

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