La Chiesa spagnola ha presentato oggi il secondo volume Per dare luce. Questo "studio vivente" integra, in questo secondo numero, i risultati della revisione contabile effettuata dallo studio legale Cremades-Calvo Sotelo nonché i contributi e le raccomandazioni del rapporto del Mediatore spagnolo presentato nell'ottobre 2023.
Il volume presentato oggi è suddiviso in cinque capitoli. Il primo capitolo affronta il contesto generale dell'abuso sessuale nella società da tre prospettive: storica, legale e attuale. Il secondo capitolo affronta la questione dell'abuso sessuale di minori all'interno della Chiesa cattolica e prende in esame la posizione della Chiesa sull'abuso sessuale di minori all'interno della Chiesa, innanzitutto con una panoramica storica dalle origini della Chiesa ai pontificati del XXI secolo, nonché le indagini svolte e le misure adottate in termini di protezione e prevenzione di questi casi.
Il terzo capitolo raccoglie tutta la legislazione in vigore e i protocolli di intervento approvati nella Chiesa cattolica, sia dalla Santa Sede che dalla Conferenza episcopale spagnola.
Il quarto capitolo contiene il rapporto consolidato della Conferenza episcopale sulla realtà degli abusi sessuali nella Chiesa spagnola. Questo rapporto, che è la prima parte di "Dare luce", ha aumentato il suo contenuto dal suo lancio nell'aprile 2023, incorporando le testimonianze delle vittime offerte all'Ufficio per la protezione dei minori, dalla sua creazione fino al dicembre 2022. Si fa riferimento anche al lavoro di prevenzione e al materiale sviluppato dalle istituzioni religiose per tale prevenzione. Infine, il quinto capitolo presenta una selezione di osservazioni e raccomandazioni rivolte alla Chiesa cattolica dalle istituzioni che hanno studiato la situazione degli abusi sessuali.
Infine, il documento contiene tre allegati che riportano una sintesi di ciascuno dei casi di abuso registrati e i protocolli di azione e prevenzione di questo tipo di abuso in vigore in Spagna.
La vittima, sempre al centro
"L'importante non è il numero delle vittime, ma ciascuna delle vittime". Questa frase, ripetuta in ognuna delle apparizioni che, in relazione agli abusi sessuali su minori commessi all'interno della Chiesa cattolica, è anche la chiave di lettura del nuovo volume di Para dar luz pubblicato la mattina del 21 dicembre dalla Conferenza episcopale spagnola. Infatti, la disparità nel numero di vittime accreditate presentate dalle diverse indagini condotte al riguardo dalla Chiesa stessa, dall'Ombudsman spagnolo, dallo studio legale Cremades-Calvo Sotelo e dal quotidiano El País è una delle caratteristiche più evidenti di questo studio.
Questo numero di Per dare luce Le oltre 1.000 pagine del rapporto includono i dati ottenuti attraverso gli Uffici per la protezione dell'infanzia e la prevenzione degli abusi, nonché i contributi di tutti gli "altri studi condotti finora sull'abuso sessuale dei minori, sia nella Chiesa che nella società".
A questo proposito, la Chiesa cattolica si rammarica che la collaborazione fornita in questi rapporti non sia stata reciproca, non avendo ricevuto risposta alla richiesta al Mediatore di "ricevere le informazioni raccolte nel suo lavoro su questo tema per poter confrontare le testimonianze ricevute e poter offrire uno studio il più accurato possibile della realtà degli abusi sessuali commessi sui minori".
Il numero di vittime
Il rapporto della Chiesa sottolinea, infatti, che "la diversa metodologia impiegata in studi paralleli sul tema, come quello del quotidiano El PaísIl fatto che, ad oggi, non condividano le informazioni tra loro rende necessario non fornire dati aggregati sui casi. Il trasferimento dei dati raccolti dai vari rapporti rende molto probabile che ci siano casi che sono stati inclusi nello stesso rapporto due, tre o addirittura quattro volte".
Si riferisce anche al fatto che le debolezze investigative del giornale sono state recentemente messe in luce. El País a seguito di un falso caso, istituito "ad hoc" per verificare la gravità dello studio e che si è aggiunto al numero di vittime senza le necessarie verifiche.
In questo senso, il rapporto realizzato dallo studio legale Cremades & Calvo Sotelo riporta un totale di 1.383 denunce, mentre il numero delle vittime è indeterminato. Una cifra che non è esatta, secondo il rapporto della Conferenza episcopale, che sottolinea come "il Rapporto-Audit compila fondamentalmente casi apparsi in studi precedenti, senza effettuare uno studio approfondito su di essi, e commette errori concettuali come quello di considerare come denunce diverse quelle presentate nelle diocesi e quelle del Dicastero che hanno origine in quelle precedenti".
Infatti, il rapporto dei vescovi rileva che "l'analisi della totalità dei gruppi analizzati ci porta ad affermare che il numero totale di denunce secondo la metodologia indicata ammonta a 1.302 denunce. Allo stesso tempo, il fatto di aggiungere le 305 denunce ricevute dal Dicastero per la Dottrina della Fede a quelle già comunicate dalle diocesi e dalle congregazioni, ci porta a pensare che molto probabilmente queste denunce sono duplicate perché, dal 2001, le denunce ricevute nelle diocesi e nelle congregazioni vengono comunicate al suddetto Dicastero. Per quanto riguarda il numero delle vittime, dalle denunce si può dedurre un minimo di 2.056 vittime".
Il Rapporto del Mediatore aveva raccolto 487 Vittime conosciute, attraverso 334 testimonianze dirette e 39 indirette, mentre i dati dello "studio" del giornale, il El PaísIl numero di vittime a giugno 2023 è di 1.014 casi, di cui 2.104 vittime.
Casi registrati, comprovati, credibili o non comprovati
Per dare luce I casi registrati sono 806: 413 nelle Diocesi e nelle Province ecclesiastiche e di questi 112 si riferiscono a ordini e congregazioni religiose e a casi a loro attribuibili, anche se la diocesi è intervenuta e ha segnalato. Gli istituti religiosi rappresentano 369 casi, mentre la Prelatura della Santa Croce e l'Opus Dei registrano 13 casi. Sotto la voce "altre istituzioni specifiche della Chiesa" sono stati registrati dieci casi e solo uno negli Istituti secolari.
Tuttavia, di questi casi registrati, la Chiesa ha potuto verificare la realtà solo in 205 casi.: 74 in Diocesi e Ispettorie ecclesiastiche; 118 casi di religiosi (eccetto la Congregazione Salesiana); 2 casi relativi all'Opus Dei e gli 11 casi registrati dalle altre istituzioni specifiche della Chiesa e dall'Istituto Secolare.
Per quanto riguarda i casi non provati ma plausibili, il rapporto segnala una ventina di casi nelle diocesi e una cinquantina negli istituti religiosi.
Il numero di casi non provati è molto più alto, pari a 144 nel caso delle diocesi, 135 casi in istituti religiosi, 4 relativi all'Opus Dei e uno relativo a un istituto secolare.
Attualmente ci sono 75 casi pendenti e 13 sono stati chiusi a causa della prescrizione o della morte dell'imputato.
Un "balletto" di cifre che "mette in evidenza la difficoltà di offrire un dato chiuso sia per quanto riguarda il numero delle vittime sia per quanto riguarda il numero dei colpevoli" e che non deve essere utilizzato, secondo i vescovi, per screditare le vittime ma per "utilizzare le informazioni offerte con la dovuta cautela, soprattutto quando si offrono cifre totali o percentuali globali, pensando soprattutto alla dignità morale delle vittime".
Un problema sociale
L'abuso sessuale di minori non è un problema della Chiesa, ma della società e quindi della Chiesa. A questo proposito, va ricordato che, in Spagna, la percentuale più alta di abusi si verifica all'interno della famiglia; secondo i dati dell'Associazione ANAR, la percentuale di abusi commessi da sacerdoti è dello 0,7%. Le aggressioni compiute da familiari o amici superano il 7%.
Questi dati confermano che la lotta contro gli abusi sui minori è più che necessaria in tutti gli ambiti sociali: famiglia, scuola, sport e, naturalmente, Chiesa.