Vaticano

Il grido di pace di Papa Francesco per il Medio Oriente

Oltre all'ultimo appello alla pace lanciato dal Papa domenica scorsa al Regina Caeli in occasione dell'intervento dell'Iran nel conflitto israelo-palestinese, nelle ultime settimane il Santo Padre ha lanciato numerosi appelli alla pace in Medio Oriente.

Giovanni Tridente-15 aprile 2024-Tempo di lettura: 3 minuti

Un sistema antimissile in funzione dopo l'attacco iraniano, visto da Ashkelon, Israele, 14 aprile 2024 ©OSV

Mentre i diversi conflitti continuano a insanguinare il Medio Oriente, Papa Francesco non si stanca di impegnare la sua voce autorevole per rinnovare ancora una volta un forte appello alla riconciliazione e alla pace anche in questa speciale regione del mondo, mentre non passa giorno che non chieda di pregare per la “martoriata Ucraina”.

Due importanti messaggi sono stati infatti recapitare nelle ultime settimane, uno rivolto al mondo arabo e l'altro indirizzato specificamente alla comunità cattolica di Terra Santa, accomunati da un medesimo sentimento di angoscia per la drammatica situazione di quella regione e dalla ferma convinzione che soltanto attraverso il dialogo e il superamento delle divisioni sia possibile costruire un futuro di speranza.

Il più recente intervento è racchiuso in un messaggio inviato al network televisivo arabo Al Arabiya, in occasione della fine del Ramadan. In esso, Francesco esprime profonda angoscia per i conflitti che insanguinano da troppo tempo le "terre benedette" della regione, dalla Palestina e Israele alla Siria e al Libano. "Dio è pace e vuole la pace", afferma il Papa, ribadendo con forza che "la guerra è sempre e solo una sconfitta: è una via senza meta; non apre prospettive, ma estingue la speranza".

Rivolgendosi direttamente ai responsabili politici, il Pontefice li esorta a far cessare "il rumore delle armi" e a pensare ai bambini, che hanno bisogno di "case, parchi e scuole, non di tombe e fosse". Pur nella tristezza per il "sangue che scorre" in quelle terre, Francesco manifesta fiducia nel fatto che "i deserti possano fiorire" e che dai "deserti dell'odio spunteranno germogli di speranza", se si saprà camminare insieme nel rispetto reciproco e nel riconoscimento del diritto all'esistenza di ogni popolo.

"Io credo e spero in questo – afferma il Papa nel Messaggio – e con me i cristiani che, tra non poche difficoltà, vivono in Medio Oriente: li abbraccio e li incoraggio, chiedendo che abbiano sempre e ovunque il diritto e la possibilità di professare liberamente la loro fede, che parla di pace e fraternità".

Ai cattolici di Terra Santa

Durante la Settimana Santa, lo stesso Pontefice aveva preso l’iniziativa di inviare una lettera ai cattolici di Terra Santa, in vista della Pasqua di quest’anno. Nel testo veniva espressa ancora una volta la vicinanza del Pontefice e la solidarietà dei cattolici a quella comunità cristiana che da secoli testimonia il mistero della Passione e Resurrezione di Gesù nei cosiddetti Luoghi Santi.

Pur consapevole delle gravi sofferenze che in questo periodo stanno attraversando i fedeli in Terra Santa, "immersi nella Passione", il Papa li ha incoraggiati a non perdere la speranza nella Risurrezione. È arrivato a definirli "fiaccole accese nella notte" e "semi di bene in una terra lacerata da conflitti", che con la loro capacità di "rialzarsi e andare avanti" annunciano che il Crocifisso è davvero Risorto.

Nella Lettera Francesco aveva inoltre mostrato affetto paterno a quanti, in particolare "bambini cui viene negato il futuro, a quanti sono nel pianto e nel dolore, a quanti provano angoscia e smarrimento". E aveva rinnovato l’invito a tutti i cristiani del mondo a farsi "sostegno concreto" e a pregare senza sosta perché "l'intera popolazione della loro cara Terra sia finalmente nella pace".

Pur indirizzati a contesti diversi – il mondo arabo e la comunità cattolica di Terra Santa – i due documenti papali condividono dunque un medesimo appello: in questo tempo oscuro segnato dalla "inutile follia della guerra", è necessario ritrovare la speranza della Risurrezione e costruire con determinazione la pace, unica via per il futuro dell'intera regione e dell'umanità.

Un invito accorato rivolto a tutti i credenti, ma anche a ogni persona di buona volontà, perché non si arrendano di fronte alla violenza e continuino a seminare i germogli di una riconciliazione possibile.

L'autoreGiovanni Tridente

Newsletter La Brújula Lasciateci la vostra e-mail e riceverete ogni settimana le ultime notizie curate con un punto di vista cattolico.