Vaticano

Il Papa ai sacerdoti: "Un presbiterio diviso non funziona".

L'omelia del Santo Padre alla Messa crismale con il clero della diocesi di Roma ha avuto tre linee chiave basate sullo Spirito Santo. Ai sacerdoti il Papa ha chiesto di prendersi cura della loro unzione e del loro rapporto con lo Spirito Santo, di vivere una "seconda vocazione" e di essere artigiani dell'unità.

Maria José Atienza-6 aprile 2023-Tempo di lettura: 3 minuti
papa francesco crisma

Foto: Il Papa durante la Messa crismale ©Vatican Media

La terza persona della Santissima Trinità è stata al centro dell'omelia di Papa Francesco in occasione della Messa Crismale, celebrata nella Basilica di San Pietro accanto all'edificio della Chiesa. Curia Vaticana e il clero della diocesi di Roma.

In questa Messa, in cui i sacerdoti rinnovano le promesse sacerdotali e vengono benedetti gli oli santi, il Papa ha voluto soffermarsi sull'unzione del sacerdote e sulla benedizione dello Spirito Santo. Spirito Santo e la figura della terza persona della Trinità.

"Senza lo Spirito del Signore non c'è vita cristiana, e senza la sua unzione non c'è santità", ha esordito il Santo Padre, ricordando ai sacerdoti che lo Spirito Santo è "l'origine del nostro ministero".

Infatti, ha sottolineato il Papa, "senza di Lui, la Chiesa non sarebbe nemmeno la Sposa vivente di Cristo, ma al massimo un'organizzazione religiosa".

messa crismale

"Consacrati da Lui, siamo chiamati a immergerci in Lui.

Il compito primario dei sacerdoti, "scelti, unti dal Signore" è, secondo le parole del Papa, "curare l'unzione". "Il Signore non solo ci ha scelti e chiamati di qua e di là, ma ha riversato su di noi l'unzione del suo Spirito, lo stesso Spirito che è sceso sugli Apostoli", ha sottolineato il Papa.

Guardando a questi primi seguaci di Cristo, il Pontefice ha sottolineato la svolta radicale della seconda unzione, la seconda chiamata: "Gesù li scelse e alla sua chiamata lasciarono le loro barche, le loro reti e le loro case.

L'unzione della Parola cambiò la loro vita. Con entusiasmo seguirono il Maestro e cominciarono a predicare", ma quando arrivò la Passione, la loro viltà, la loro ignoranza spirituale, come ha definito il Papa: "Il "non conosco quell'uomo" che Pietro pronunciò nel cortile del sommo sacerdote dopo l'Ultima Cena, non è solo una difesa impulsiva, ma una confessione di ignoranza spirituale".

"Anche per noi c'è stata una prima unzione, iniziata con una chiamata d'amore che ha catturato i nostri cuori", ha proseguito il Santo Padre, "poi, secondo i tempi di Dio, arriva per ciascuno di noi la tappa pasquale, che segna il momento della verità.

Non per essere "chierici di Stato".

Da questo tempo di avversità, di crisi, che sempre arriva, come ci ha ricordato Francesco, "si può uscire male, scivolando in una certa mediocrità, scivolando stancamente verso una "normalità" in cui si insinuano tre pericolose tentazioni: quella della "normalità", quella del impegnoQuella per cui ci si accontenta di ciò che si può fare; quella della sostitutiQuella per cui si cerca di "riempirsi" di qualcosa di diverso dalla nostra unzione; quella del scoraggiamentoIl fatto che, insoddisfatti, si vada avanti per pura inerzia. E qui sta il grande rischio: mentre le apparenze rimangono intatte, ci ritiriamo in noi stessi e andiamo avanti demotivati". Il Papa ha definito questo pericolo come il pericolo di diventare chierici di statoal posto dei pastori dei villaggi.

Ricordando ai sacerdoti che stanno attraversando momenti di crisi, il Papa ha sottolineato che il passaggio alla maturità sacerdotale passa attraverso lo Spirito Santo: "quando Lui diventa il protagonista della nostra vita, tutto cambia prospettiva, anche le delusioni e le amarezze, perché non si tratta più di migliorare componendo qualcosa, ma di donarsi, senza trattenersi". Per tutti questi motivi, Francesco ha incoraggiato i sacerdoti a "invocare lo Spirito non come una pratica occasionale, ma come un incoraggiamento quotidiano. Io, unto da Lui, sono chiamato a immergermi in Lui".

Non infangare la Chiesa con le polarizzazioni

Il Papa ha anche fatto riferimento allo Spirito Santo come generatore di "armonia che unisce tutto". "Pensate a un presbiterio che non è unito, non funziona", ha sottolineato il Papa, "Egli realizza la diversità dei carismi e la ricompone nell'unità [...] Stiamo attenti, per favore, a non sporcare l'unzione dello Spirito e il manto della Madre Chiesa con la disunione, con le polarizzazioni, con qualsiasi mancanza di carità e di comunione".

Sacerdoti amici

Il Papa ha concluso l'omelia con un invito a "custodire l'armonia, cominciando non dagli altri, ma da se stessi; chiedendosi: le mie parole, i miei commenti, quello che dico e scrivo, hanno l'impronta dello Spirito o quella del mondo? Penso anche alla gentilezza del sacerdote: se la gente trova anche in noi persone insoddisfatte, scapoli scontenti, che criticano e puntano il dito, dove troverà l'armonia?

Il rito della Messa crismale ha continuato il suo corso abituale con due momenti speciali: il rinnovo delle promesse sacerdotali e la benedizione degli oli santi.

La prossima grande celebrazione di questi giorni sarà questo pomeriggio con la celebrazione del Giovedì Santo, l'inizio del Triduo Pasquale.

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