Vaticano

Il Papa canta il Mediterraneo come "culla della civiltà, della vita e della pace".

All'udienza generale di mercoledì, il Santo Padre ha lanciato un appello affinché il Mediterraneo recuperi la sua vocazione di "culla di civiltà, di vita e di pace". Ha anche ricordato che il Vangelo di Gesù Cristo è partito dalla sua sponda orientale e ha invitato l'Europa alla speranza, anche di fronte all'"inverno demografico".

Francisco Otamendi-27 settembre 2023-Tempo di lettura: 4 minuti

Il Papa celebra la Messa a Marsiglia, 23 settembre 2023 ©OSV

Dopo il suo ritorno dagli "Incontri del Mediterraneo" a Marsiglia (Francia), e la breve sintesi che ne ha fatto nel Angelus Domenica, il Papa ha lanciato nel Pubblico generale diversi messaggi importanti oggi a San Pietro. In primo luogo, "il sogno e la sfida comune" che "il Mediterraneo recuperi la sua vocazione di culla di civiltà, di vita e di pace".

"Non possiamo permettere che il Mediterraneo diventi una tomba, o che faciliti la guerra e il traffico di esseri umani", ha esortato il Papa. Duemila anni fa, il Vangelo di Gesù Cristo è partito dalla sua sponda orientale per annunciare a tutti i popoli che siamo figli dell'unico Padre che è nei cieli e che siamo chiamati a vivere come fratelli e sorelle; che l'amore di Dio è più grande del nostro egoismo e che, con l'aiuto della sua misericordia, è possibile una convivenza umana giusta e pacifica".

"Naturalmente questo non avviene per magia e non si ottiene una volta per tutte. È il frutto di un cammino in cui ogni generazione è chiamata a percorrere un tratto, leggendo i segni dei tempi in cui vive", ha aggiunto Francesco. "Siamo stati toccati da questo periodo storico, in cui le migrazioni forzate sono diventate un segno dei tempi, anzi, il segno che ci chiama tutti a fare una scelta fondamentale: la scelta tra l'indifferenza e la fraternità".

Il Papa ha detto nella sua catechesi che "abbiamo bisogno di uno sguardo sul Mediterraneo che ci aiuti a infondere speranza nella nostra società, e soprattutto nelle nuove generazioni. L'evento di Marsiglia ci ha consegnato uno sguardo umano e di speranza, capace di rimandare tutto al valore primario della persona umana e della sua inviolabile dignità. E uno sguardo di speranza che ci incoraggia a costruire relazioni fraterne e di amicizia sociale.

"Un mondo più umano

A questo proposito, Francesco ha citato San Paolo VI nella sua enciclica Populorum Progressioquando ha incoraggiato la promozione di "un mondo più umano per tutti, dove tutti devono dare e ricevere, senza che il progresso di alcuni sia un ostacolo allo sviluppo di altri" (n. 44).

Inoltre, il Papa ha fatto riferimento alla necessità di "lavorare affinché le persone, in piena dignità, possano scegliere di emigrare o di non emigrare", come riportato da Omnes. "È la questione della Giornata dei migranti e dei rifugiati che abbiamo appena celebrato. Innanzitutto, dobbiamo impegnarci tutti affinché ognuno possa vivere in pace, sicurezza e prosperità nel proprio Paese d'origine. Ciò richiede conversione personale, solidarietà sociale e impegni concreti da parte dei governi a livello locale e internazionale.

E "in secondo luogo", ha sottolineato il Romano Pontefice, affinché a coloro che non possono rimanere in patria "sia garantita la sicurezza durante il viaggio e siano accolti e integrati ovunque arrivino".

"Inverno demografico europeo

Alla fine del suo discorso, Francesco si è rivolto all'Europa. "È necessario dare speranza alle nostre società europee, soprattutto alle nuove generazioni. Infatti, come possiamo accogliere gli altri se prima non abbiamo un orizzonte aperto al futuro? I giovani poveri di speranza, chiusi nel loro privato, preoccupati di gestire la loro precarietà, come possono aprirsi all'incontro e alla condivisione?

Il Santo Padre ha alluso alle "nostre società, malate di individualismo, consumismo e vuota evasione", che "hanno bisogno di aprirsi, di ossigenare l'anima e lo spirito, e allora potranno leggere la crisi come un'opportunità e affrontarla in modo positivo". 

"Pensiamo, ad esempio, all'inverno demografico che sta colpendo alcune società europee", ha aggiunto Francesco. "Questo non sarà superato da un "trasferimento" di immigrati, ma quando i nostri figli ritroveranno la speranza nel futuro e potranno vederla riflessa nei volti dei loro fratelli e sorelle venuti da lontano".

L'Europa ha bisogno di "passione ed entusiasmo

Questo è stato il suo messaggio e il suo ringraziamento: "L'Europa ha bisogno di ritrovare passione ed entusiasmo, e in Marsiglia Posso dire di averli trovati: nel loro pastore, il cardinale Aveline, nei sacerdoti e nelle persone consacrate, nei fedeli laici impegnati nella carità, nell'educazione, nel popolo di Dio che ha mostrato grande calore alla Messa nello Stadio del Velodromo". 

Il Papa ha ringraziato tutti loro e il Presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, "che con la sua presenza ha testimoniato l'attenzione di tutta la Francia all'evento di Marsiglia". 

Che la Vergine, venerata dai marsigliesi come Notre Dame de la Garde, accompagni il cammino della popoli del MediterraneoIl Santo Padre, che si è rivolto anche a Santa Maria come Consolazione dei migranti, ha concluso: "Spero che questa regione diventi ciò che è sempre stata chiamata ad essere: un mosaico di civiltà e di speranza".

San Venceslao, "grande testimone della fede".

Questa mattina c'è stata una novità nell'udienza: alle lingue abituali si è aggiunto il ceco, a causa del gran numero di pellegrini provenienti da questo Paese. 

Il Papa li ha salutati con queste parole: "Saluto cordialmente i pellegrini della Repubblica Ceca, giunti a Roma in occasione della festa di San Venceslao; in particolare saluto il coro di bambini Ondášek. L'esempio del principale patrono della nazione ceca, che fu un grande testimone della fede, vi aiuti a custodire il vostro patrimonio spirituale e a trasmetterlo ai vostri figli. Benedico voi e le vostre famiglie, sia lodato Gesù Cristo.

L'autoreFrancisco Otamendi

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