Traduzione dell'articolo in tedesco
Non passa giorno senza che Papa Francesco chieda la fine della guerra. Dall'inizio del conflitto in Ucraina, è stata una preoccupazione costante, espressa in ogni incontro pubblico, dalle udienze con i fedeli alle celebrazioni pasquali, all'Angelus e al Regina Caeli dalla finestra di Piazza San Pietro.
L'ultimo appello pubblico risale a domenica scorsa, quando ha confessato di "soffrire e piangere" al pensiero delle sofferenze della popolazione ucraina stremata da oltre due mesi di bombardamenti.
Ha poi invitato a recitare il Rosario quotidiano, soprattutto in questo mese di maggio dedicato alla Madonna, per la pace. Di fronte alla "macabra regressione dell'umanità" - come il Papa ha definito quanto sta accadendo - ci si chiede, infatti, se cerchiamo davvero la pace e vogliamo evitare "la continua escalation militare e verbale".
"Vi supplico, non cedete alla logica della violenza, alla spirale perversa delle armi. Non cedete alla logica della violenza, alla spirale perversa delle armi.
Preoccupazione e scoraggiamento
In un'intervista con il caporedattore e il vicedirettore del quotidiano italiano Corriere della SeraPapa Francesco ha mostrato ancora una volta la sua preoccupazione e il suo sconforto per quanto sta accadendo, senza nascondere una vena di pessimismo, come hanno detto i suoi interlocutori.
Ha poi fatto sapere, mentre si stanno compiendo tutti gli sforzi diplomatici per raggiungere un immediato "cessate il fuoco", che si era offerto di visitare Mosca poche settimane dopo l'inizio del conflitto, ma non aveva ricevuto risposta. Tuttavia, è amareggiato perché non vede alcun modo per fermare "tanta brutalità": "Abbiamo vissuto la stessa cosa 25 anni fa con il Ruanda", dice senza mezzi termini il Pontefice, paragonando il conflitto in Ucraina al genocidio africano.
Il commercio di armi è uno scandalo
Alla domanda se ritiene giusto inviare armi all'Ucraina, il Papa ha risposto: "Non posso rispondere, sono troppo lontano, alla domanda se sia giusto rifornire gli ucraini. Ciò che è chiaro è che le armi vengono testate in quella terra". E ha aggiunto: "È per questo che si combattono le guerre: per testare le armi che abbiamo prodotto. È quello che è successo nella guerra civile spagnola prima della seconda guerra mondiale.
Quindi ribadisce, come ha fatto in molte altre occasioni, che "il commercio di armi è uno scandalo" e che sono pochissimi quelli che vi si oppongono.
Io andrei a trovare Putin...
Poi chiarisce l'idea di una sua visita a Kiev, dove comunque ha inviato più volte come rappresentanti il cardinale Czerny (Dicastero per la Promozione del Servizio dello Sviluppo Umano Integrale) e l'ammonitore Krajewski, e dice che per il momento preferisce andare prima a Mosca: "Devo prima incontrare Putin. Ma sono anche un sacerdote, cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta...".
L'incontro online con Kirill...
Per quanto riguarda l'incontro con il Patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, ha rivelato di aver trascorso i primi venti minuti a leggere una serie di "giustificazioni per la guerra" del suo interlocutore: "L'ho ascoltato e ho detto: non capisco nulla di tutto questo. Fratello, noi non siamo chierici dello Stato, non possiamo usare il linguaggio della politica, ma il linguaggio di Gesù... dobbiamo cercare vie di pace, fermare il fuoco delle armi".
Operazione al ginocchio
Il Papa si sottoporrà oggi a una piccola operazione al ginocchio, un'infiltrazione, per superare un dolore che lo ha costretto a non muoversi per diverse settimane. Sembra che abbia un legamento lacerato: "Ci vuole un po' di dolore, un po' di umiliazione...".