Vaticano

Papa Francesco: "Ogni guerra finisce sempre con una sconfitta".

Mentre Papa Francesco rimane ricoverato in ospedale, la sua Rete di preghiera rende pubblica l'intenzione per il mese di aprile: la fine della cultura della violenza.

Paloma López Campos-30 marzo 2023-Tempo di lettura: 4 minuti
Intenzione del Papa Aprile

Il Rete globale di preghiera Papa Francesco ha pubblicato il video con l'intenzione per questo mese di aprile 2023. Francesco invita a una cultura della non violenza ricordando le parole che il suo predecessore San Giovanni XXIII scrisse nella "Pacem in terris", affermando che la guerra è una follia e che sfugge alla ragione.

Il Santo Padre afferma che "vivere, parlare e agire senza violenza non significa rinunciare, non significa perdere o rinunciare a qualcosa. È aspirare a tutto". Egli continua a chiedere di coltivare una cultura della pace, sia nella vita quotidiana che nell'arena internazionale.

Di seguito il comunicato stampa redatto dalla Rete Globale di Preghiera e il video completo:

"Sviluppiamo una cultura di pace. Cultura della pace", esorta con forza Papa Francesco. È questo l'appello del Video di aprile del Papa con la nuova intenzione di preghiera che affida a tutta la Chiesa cattolica, attraverso la Rete mondiale di preghiera del Papa.

L'11 aprile ricorre il 60° anniversario della pubblicazione dell'enciclica Pacem in terris scritta da Papa Giovanni XXIII e sottotitolata "Sulla pace tra tutti i popoli, che deve essere fondata sulla verità, sulla giustizia, sull'amore e sulla libertà". Nel video di questo mese, Francesco rinnova con forza questo messaggio, sottolineando "che la guerra è una follia, è al di là della ragione".

Quella frase di sessant'anni fa, citata da Francesco nel messaggio che accompagna l'intenzione di preghiera, è più che mai attuale, così come le testimonianze lasciate da alcune delle persone che hanno piantato semi di pace nel secolo scorso: San Giovanni XXIII, naturalmente, ma anche il Mahatma Gandhi, Martin Luther King, Santa Teresa di Calcutta. Nel Video del Papa di questo mese, i loro ritratti in bianco e nero appaiono tra le scene di distruzione causate dalla violenza di oggi: dalla guerra in Ucraina a quelle in Medio Oriente, agli scontri e alle sparatorie anche nei Paesi più ricchi, come gli Stati Uniti. Anche se non sono mancati i testimoni, alla fine il mondo non ha ancora imparato la lezione fondamentale: che "ogni guerra, ogni confronto armato, finisce con una sconfitta per tutti".

La pace è l'obiettivo

In un articolo pubblicato da Amnesty International sui dati e le statistiche relative all'uso delle armi tra il 2012 e il 2016, viene rivelato un esempio di ciò che deriva da una cultura della violenza: ad esempio, ogni giorno più di 500 persone muoiono a causa della violenza delle armi e una media di 2000 rimangono ferite; inoltre, 44 % degli omicidi nel mondo sono commessi con armi da fuoco. Questo è direttamente collegato all'industria delle armi: ogni anno vengono prodotti 8 milioni di pistole e 15 miliardi di munizioni. Per quanto riguarda i conflitti armati, Action on Armed Violence (AOAV) ha previsto che le prospettive per il 2023 non sono incoraggianti: nuovi scontri, in particolare l'invasione russa dell'Ucraina e i focolai in Asia, si aggiungono ai conflitti in corso e alle lotte armate nel Corno d'Africa e in Medio Oriente, tra gli altri.

L'unico modo possibile per fermare questo assalto è cercare e mettere in atto, a livello locale e internazionale, vie di vero dialogo e assumere la "non violenza" come "guida per la nostra azione". Questo messaggio riecheggia ciò che Papa Giovanni XXIII disse 60 anni fa: "La violenza non ha mai fatto altro che distruggere, non costruire; infiammare le passioni, non calmarle; accumulare odio e macerie, non portare i litiganti alla fraternità; e ha precipitato uomini e partiti alla dura necessità di ricostruire lentamente, dopo dolorose prove, sui rottami della discordia".

Pace senza armi

In un momento storico segnato dal conflitto in Ucraina, che nell'ultimo anno ha coinvolto numerosi Paesi, Francesco ci ricorda che, anche in caso di autodifesa, l'obiettivo finale deve essere sempre la pace: anche quando questa pace, come oggi, sembra lontana. Ma "una pace duratura", aggiunge, "può essere solo una pace senza armi", e per questo insiste sul tema a lui molto caro del disarmo a tutti i livelli, anche all'interno della società: "la cultura della non violenza", conclude nell'intenzione di preghiera, "richiede un ricorso sempre minore alle armi, sia da parte degli Stati che dei cittadini".

Padre Frédéric Fornos S.J., Direttore Internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa, ha commentato: "Di fronte alla violenza del nostro tempo, Francesco propone un mese intero per pregare 'per una maggiore diffusione della cultura della non violenza'. La pace tra i popoli inizia, infatti, nella parte più concreta e intima del cuore, quando incontro l'altro per strada, il suo volto, il suo sguardo, soprattutto quello che viene da altrove, quello che non parla come me e non ha la stessa cultura, quello che è strano nei suoi atteggiamenti e che viene chiamato 'straniero'. La guerra e il conflitto iniziano qui e ora, nei nostri cuori, ogni volta che permettiamo alla violenza di sostituire la giustizia e il perdono. Il Vangelo ci mostra che la vita di Gesù rivela la vera via della pace e ci invita a seguirlo. È in questo spirito che siamo chiamati a "disarmarci", nel senso di "disarmare" le nostre parole, le nostre azioni, il nostro odio. Preghiamo allora, come ci invita Francesco, di "fare della non violenza, sia nella vita quotidiana che nelle relazioni internazionali, una guida per le nostre azioni"".

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