Papa Francesco si è recato a Verona per tenere diversi incontri nella città italiana. Durante la sua breve visita, durata circa dieci ore, ha tenuto diversi discorsi, incentrati sulla pace.
In un primo incontro con sacerdoti e consacratoil Pontefice ha approfondito due aspetti, la chiamata e la missione. Per quanto riguarda la chiamata, Francesco ha sottolineato che "all'origine della vita cristiana c'è l'esperienza dell'incontro con il Signore, che non dipende dai nostri meriti o dal nostro impegno, ma dall'amore con cui Egli viene a cercarci".
È importante, ha sottolineato il Papa, notare che "all'origine della vita consacrata e della vita sacerdotale non ci siamo noi, le nostre doti o qualche merito speciale, ma la sorprendente chiamata del Signore, il suo sguardo misericordioso che si è chinato su di noi e ci ha scelti".
Chiamata e missione
Per questo motivo, il Santo Padre ha detto che la chiamata del Signore "è pura grazia, pura gratuità, un dono inatteso che apre il nostro cuore allo stupore per la condiscendenza di Dio". Di fronte a questa chiamata, ha insistito, dobbiamo mantenere un atteggiamento di sorpresa, perché questo è "il primo fondamento: accogliere la chiamata che abbiamo ricevuto, accogliere il dono con cui Dio ci ha sorpreso. Se perdiamo questa consapevolezza e questa memoria, corriamo il rischio di mettere al centro noi stessi anziché il Signore".
Il Papa ha poi assicurato che "se ci ricordiamo di questo, che Lui mi ha scelto, anche quando sentiamo il peso della stanchezza e della delusione, restiamo sereni e fiduciosi, certi che Lui non ci lascerà a mani vuote".
Dopo la chiamata viene la missione, come ha spiegato il Pontefice. Una missione che il Papa incoraggia a essere audace e creativa, che sappia "leggere i segni dei tempi e rispondere ai bisogni".
Il Papa si rivolge ai sacerdoti e ai giovani
Uno di questi bisogni è il perdono, ha detto Francesco. Ha consigliato ai sacerdoti di "perdonare tutto" e di evitare di rendere il sacramento della Penitenza "una sessione di tortura". "La Chiesa ha bisogno di perdono", ha detto il Santo Padre. "Dobbiamo portare la carezza della misericordia di Dio soprattutto a chi ha sete di speranza, a chi è costretto a vivere ai margini, ferito dalla vita o da qualche errore commesso, o dalle ingiustizie della società".
Papa Francesco ha concluso il suo discorso ai sacerdoti e ai consacrati ringraziandoli per la loro generosa dedizione e incoraggiandoli a essere coraggiosi nel portare l'amore di Dio al mondo intero e a vivere "una santità capace".
Successivamente, in un incontro con i bambini e i giovani durante il quale i presenti hanno rivolto diverse domande al Santo Padre, Francesco ha chiesto ai ragazzi di essere "segni di pace" nel mondo, nella loro vita quotidiana, e ha consigliato loro di non aver paura di "andare controcorrente" per fare del bene.
Papa Francesco invita alla pace
Il Papa ha poi presieduto l'incontro "Arena di pace. Giustizia e Pace si baceranno". Lì ha anche risposto a diverse domande del pubblico. Nelle sue risposte, il Pontefice ha insistito sull'importanza di saper creare una comunità, evitando l'individualismo, perché "nessuno esiste senza gli altri, nessuno può fare tutto da solo".
Nella stessa ottica, Francesco ha affermato che "dobbiamo investire nei giovani, nella loro educazione, per trasmettere il messaggio che la strada del futuro non può passare solo attraverso gli sforzi di un individuo, per quanto ben intenzionato e preparato possa essere, ma che passa attraverso l'azione di un popolo, in cui ognuno svolge il suo ruolo, ognuno secondo i suoi compiti e secondo le sue capacità".
Il Pontefice ha voluto anche sottolineare la cultura dell'indifferenza e ha chiesto ai presenti di lottare contro di essa. "Siamo maestri nel lavarci le mani", ha detto con forza Francesco. Per cambiare questa situazione, il Papa ha consigliato di "camminare con i piccoli del mondo", con i bambini, con gli anziani, con i deboli, per ascoltare il loro dolore e condividerlo.
D'altra parte, il Vescovo di Roma ha spiegato che "la pace va coltivata, e oggi nel mondo c'è questo grave peccato: non occuparsi della pace! Il mondo corre, bisogna a volte saper rallentare la corsa e non lasciarsi travolgere dalle attività e lasciare spazio dentro di sé all'azione di Dio, all'azione dei fratelli, all'azione della società che cerca il bene comune".
Lo Spirito Santo, creatore di pace
Il Papa ha concluso i suoi interventi in questo incontro concentrandosi sulle donne, necessarie "per trovare la pace". Inoltre, per stimolare lo sforzo di raggiungere l'armonia, ha detto che "la pace si fa con i piedi, le mani e gli occhi dei popoli coinvolti, tutti insieme".
La visita del Pontefice a Verona si è conclusa con la celebrazione della Pentecoste. Durante la Messa, il Papa ha sottolineato l'importanza dello Spirito Santo come protagonista della nostra vita. "Lo Spirito è soprattutto colui che cambia la nostra vita", ha detto Francesco.
È lui che "ci dà il coraggio di vivere una vita cristiana", ha detto. È "colui che ci salva dal pericolo di renderci tutti uguali" e, allo stesso tempo, genera "armonia" nella Chiesa.