Nella nona sessione del ciclo di catechesi dedicato alla "passione per l'evangelizzazione: lo zelo apostolico del credente", iniziato l'11 gennaio scorso, il Santo Padre Francesco ha riflettuto oggi sul tema "Testimoni. San Paolo". (Lettura: Gal 1,22-24).
Il Papa ha innanzitutto sottolineato che "l'esempio di San Paolo è emblematico di questo tema. Ripercorrendo la sua vita, vediamo che Saulo, che era il nome di battesimo di Paolo, era sempre appassionato della legge di Dio, la difendeva radicalmente. Questo zelo, questa passione che lo caratterizzava, non scomparve dopo la sua conversione, ma continuò ad essere appassionato, e fu trasformato dall'azione dello Spirito Santo. Paolo passò dal voler distruggere la Chiesa ad abbracciare la causa del Vangelo, annunciando Cristo ovunque andasse e formando nuove comunità cristiane".
"Questo ci insegna", ha riassunto Francesco, "che ciò che fa nascere la passione per il Vangelo non è la personalità o gli studi di una persona, che possono certamente aiutare, ma è definito dall'incontro con Cristo. Come è successo a San Paolo, vediamo che lo zelo apostolico nasce da un'esperienza di caduta e di resurrezione che ci porta a riconoscere la vera vita".
I messaggi del Pastore supremo della Chiesa cattolica di questa mattina potrebbero essere riassunti come segue: impariamo dallo zelo apostolico di San Paolo: preghiamo per i migranti deceduti di Ciudad Juarez (Messico), e "perseveriamo nella preghiera e nella vicinanza per l'Ucraina martirizzata".
Almeno 40 migranti sono morti nel "tragico incendio" di Ciudad Juárez. L'Istituto guatemalteco per le migrazioni ha confermato che 28 dei deceduti erano cittadini di questo Paese. Gli altri provenivano da altri Paesi dell'America centrale e persino del Sudamerica.
Il Papa ha rivolto un saluto speciale "ai vescovi e ai sacerdoti che ricordano il loro cinquantesimo anniversario di ordinazione", ai "giovani di Teruel" e "come sempre" ha pregato per i giovani, i malati, gli anziani e gli sposi novelli".
Dove nasce lo zelo evangelistico
In diversi momenti dell'udienza, rivolgendosi ai pellegrini in varie lingue, il Romano Pontefice li ha incoraggiati a "chiedere al Signore di accrescere in noi, durante questo cammino quaresimale, lo zelo per il Vangelo di Cristo, che nasce dal riconoscersi peccatori perdonati, e di accogliere nella nostra vita la grazia dell'amore di Dio". E si è anche espresso in questo modo: "In questo tempo di Quaresima, auguro a ciascuno di voi di riscoprire e testimoniare con gioia il dono della fede cristiana".
Riferendosi alla trasformazione di San Paolo, il Papa ha detto che "Cristo rivolge il suo zelo dalla Legge al Vangelo. Il suo impulso è stato prima di distruggere la Chiesa, poi di edificarla.
E ha sollevato, come al solito, alcune domande, citando poi San Tommaso d'Aquino: "Che cosa è successo, che cosa è cambiato in Paolo, in che senso il suo zelo, il suo impulso per la gloria di Dio si è trasformato? San Tommaso d'Aquino insegna che la passione, dal punto di vista morale, non è né buona né cattiva: il suo uso virtuoso la rende moralmente buona, il peccato la rende cattiva".
Il Signore risorto lo trasforma
"Nel caso di Paolo, ciò che lo ha cambiato non è stata una semplice idea o convinzione: è stato l'incontro con il Signore risorto a trasformare tutto il suo essere. L'umanità di Paolo, la sua passione per Dio e la sua gloria non viene annientata, ma trasformata, "convertita" dallo Spirito Santo. E così per ogni aspetto della sua vita", ha proseguito il Santo Padre.
Papa Francesco ha paragonato questa trasformazione a quella che avviene nell'Eucaristia: "Proprio come avviene nell'Eucaristia: il pane e il vino non scompaiono, ma diventano il Corpo e il Sangue di Cristo. Lo zelo di Paolo rimane, ma diventa lo zelo di Cristo. Il Signore viene servito con la nostra umanità, con le nostre prerogative e le nostre caratteristiche, ma ciò che cambia tutto non è un'idea ma la vita autentica, come dice lo stesso Paolo: "Chi vive in Cristo è una creatura nuova: il vecchio è scomparso, un nuovo essere si è fatto presente"".
"Cattolico di lusso o cattolico santo?".
"Possiamo fare un'altra riflessione sul cambiamento che avviene in Paolo, che da persecutore diventa apostolo di Cristo", ha detto il Papa. "C'è un momento in cui Paolo dice di sé: 'Sono stato un bestemmiatore e un violento', poi comincia a essere veramente capace di amare. E questa è la strada. Se uno di noi dice: 'Ah grazie Signore, perché sono una persona buona, faccio cose buone, non commetto grandi peccati...'.
"Questa non è una buona strada, è una strada di autosufficienza, è una strada che non ti giustifica, ti rende un cattolico elegante, ma un cattolico elegante non è un cattolico santo, è elegante. Il vero cattolico, il vero cristiano è quello che riceve Gesù dentro,
che cambia il cuore. Questa è la domanda che pongo a tutti voi oggi", ha sottolineato il Santo Padre: "Che cosa significa Gesù per me? L'ho lasciato entrare nel mio cuore, oppure lo tengo solo a portata di mano ma non lo lascio entrare più di tanto? Mi sono lasciato cambiare da Lui?".
Nella parte finale, dopo aver citato Sant'Ignazio di Loyola, Papa Francesco ha fatto di nuovo riferimento alla Vergine Maria e a San Paolo: "Come la Vergine Maria, dopo l'annuncio dell'Angelo, si mise in cammino con zelo per andare ad aiutare Elisabetta, così Paolo portò al popolo quella grazia di Cristo che aveva ricevuto per la prima volta sulla via di Damasco e che aveva cambiato la sua vita. Pertanto, la radice dell'impulso evangelico è l'amore stesso di Dio, non un impegno individuale o una caratteristica personale".