In un'Aula Paolo VI gremita da migliaia di nonni, anziani e nipoti, nel giorno in cui la Chiesa celebra il decimo anniversario della canonizzazione dei Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, il Santo Padre ha detto che "l'amore ci rende migliori. Lo dimostrate anche voi, che vi rendete migliori amandovi a vicenda".
"E ve lo dico da "nonno", con il desiderio di condividere la fede sempre giovane che unisce tutte le generazioni. L'ho ricevuto anche da mia nonna, dalla quale ho conosciuto per la prima volta Gesù, che ci ama, che non ci lascia mai soli, e che ci incoraggia a essere vicini gli uni agli altri e a non escludere mai nessuno".
Il Pontefice ha poi raccontato una storia familiare di sua nonna. "Da lei ho sentito la storia di quella famiglia in cui c'era un nonno che, siccome non mangiava più bene a tavola e si sporcava, lo hanno buttato fuori, lo hanno messo a mangiare da solo. Non era una cosa bella da fare, anzi era molto brutta! Così il nipote passò qualche giorno con il martello e i chiodi e quando il papà gli chiese cosa stesse facendo, lui rispose: "Sto costruendo un tavolo per farti mangiare da solo quando sarai vecchio!". Questo è ciò che mi ha insegnato mia nonna e da allora non l'ho mai dimenticato.
La povertà della frammentazione e dell'egoismo
"Non dimenticatelo nemmeno voi, perché solo stando insieme con amore, senza escludere nessuno, si diventa migliori, più umani", ha continuato. "E non solo, ma si diventa anche più ricchi. La nostra società è piena di persone specializzate in molte cose, ricca di conoscenze e di mezzi utili per tutti. Tuttavia, se non viene condivisa e ognuno pensa solo per sé, tutta la ricchezza si perde, anzi, diventa un impoverimento dell'umanità".
"E questo è un grande rischio per il nostro tempo: la povertà della frammentazione e dell'egoismo. Pensiamo, ad esempio, ad alcune espressioni che usiamo: quando parliamo del "mondo dei giovani", del "mondo dei vecchi", del "mondo di questo vecchio"... Ma il mondo è uno solo! Ed è fatto di tante realtà che sono diverse proprio perché possano aiutarsi e completarsi a vicenda: le generazioni, i popoli. Tutte le differenze, se armonizzate, possono rivelare, come le facce di un grande diamante, il meraviglioso splendore dell'uomo e della creazione".
Attenzione agli atteggiamenti che creano solitudine
In un clima di affetto e di particolare emozione per il Papa, Francesco ha ricordato che "a volte sentiamo frasi come "pensa a te stesso, non hai bisogno di nessuno!". Sono frasi false, che ingannano le persone facendo credere che sia bene non dipendere dagli altri, vivere da soli come isole, mentre sono atteggiamenti che creano solo molta solitudine. Come ad esempio quando, a causa della cultura dell'usa e getta, gli anziani rimangono soli e devono trascorrere gli ultimi anni della loro vita lontano da casa e dai loro cari".
Riflettiamo un attimo, ha incoraggiato: "Ci piace questo? Non è forse molto meglio un mondo in cui nessuno debba temere di finire i propri giorni da solo? È chiaro che lo è. Allora costruiamolo insieme questo mondo, non solo elaborando programmi di cura, ma coltivando progetti di esistenza diversi, in cui gli anni che passano non siano visti come una perdita che sminuisce qualcuno, ma come una risorsa che cresce e arricchisce tutti".
Ai nipoti: i nonni, la memoria del mondo
Cari nipoti, i vostri nonni sono la memoria di un mondo senza memoria, e "quando una società perde la memoria, è finita". Ascoltateli, soprattutto quando vi insegnano con il loro amore e la loro testimonianza a coltivare gli affetti più importanti, che non si ottengono con la forza, non appaiono con il successo, ma riempiono la vita".
Il Papa ha concluso. "Non è un caso che siano stati due anziani, mi piace pensare a loro come a due nonni, Simeone e Anna, a riconoscere Gesù quando fu portato al Tempio di Gerusalemme da Maria e Giuseppe (cfr. Lc 2,22-38). Lo accolsero, lo presero in braccio e capirono - solo loro - cosa stava accadendo: che Dio era lì, presente, e li guardava con gli occhi di un bambino. Solo loro capirono, quando videro il piccolo Gesù, che era venuto il Messia, il Salvatore che tutti aspettavano".
"Gli anziani vedono lontano, perché hanno vissuto tanti anni", ha concluso, "e hanno molto da insegnare: per esempio, quanto è brutta la guerra. Io, tanto tempo fa, l'ho imparato da mio nonno, che aveva vissuto la Prima guerra mondiale e che, attraverso i suoi racconti, mi ha fatto capire che la guerra è una cosa orribile. Cercate i vostri nonni e non emarginateli, per il vostro bene: "L'emarginazione degli anziani [...] corrompe tutte le stagioni della vita, non solo la vecchiaia" (Catechesi, 1 giugno 2022)".
Il Papa, "nonno" del mondo
L'evento è iniziato un'ora e mezza prima dell'arrivo del Papa, con la testimonianza del cosiddetto "nonno d'Italia", l'attore Lino Banfi, e del cantante Al Bano, insieme a monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, che ha presieduto la Commissione italiana per la riforma dell'assistenza sanitaria e sociale agli anziani (o Terza età), creata nel 2021 dal Ministero della Salute del Governo italiano.
Questa commissione ha lanciato un Lettera sui diritti degli anziani e i doveri della comunità, su cui ha riferito Omnes. Monsignor Paglia ha definito oggi Lino Banfi il nonno dell'Europa, che a sua volta ha definito Papa Francesco il "nonno del mondo".
Umanizzare il mondo
"Vogliamo cercare di umanizzare il mondo con l'affettività, per curarci dall'isolamento e dalla solitudine", ha detto questa settimana, nel presentazione Mario Marazziti, presidente della Fondazione Italiana Età Grande che, ispirandosi ai valori cristiani ed evangelici, si propone di promuovere e garantire i diritti degli anziani e i correlativi doveri della comunità.
"Con l'iniziativa vogliamo dare una nuova visione della vecchiaia", ha detto monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. La vecchiaia "non è uno spreco, un peso, ma una risorsa e non è estranea a tutte le altre età della vita. Vogliamo partire da qui per riscoprire il patrimonio della terza età, dando la parola a nonni e nipoti, tra i quali c'è una speciale sintonia, complicità e dimensione affettiva che non esiste tra le altre generazioni".
Maggiore attenzione agli anziani
"Gli anziani devono capire che possono ancora dare molto", ha aggiunto, spiegando che "in Italia, ad esempio, sono 14 milioni, ma per loro non c'è una riflessione politica, economica, religiosa e culturale". E se il Papa, con un ciclo di diciannove catechesi, ha indicato come vivere la terza età e ha istituito la Giornata mondiale dei nonni, mentre lo Stato italiano, con la legge 33 del 2023 sulla riforma della non autosufficienza, si è impegnato a riorganizzare l'assistenza agli anziani, la speranza è che anche in altre nazioni cresca l'attenzione verso le generazioni più anziane.
Nonni e nipoti, il calore tra le generazioni
"La dimensione della vecchiaia", a suo avviso, "diventa decisiva per riprendere, attraverso il legame con i nipoti, il calore con le altre generazioni", ha detto monsignor Paglia. "Nonni e nipoti sono le due generazioni estreme che non possono vivere senza quelle intermedie. Questo è un insegnamento che adulti e giovani devono ascoltare".