Vaticano

"Il Papa chiede di non insanguinare le acque del Mediterraneo!

Papa Francesco ha lanciato un nuovo appello, durante la preghiera dell'Angelus della seconda domenica di Quaresima, affinché "le acque pulite del Mediterraneo non siano insanguinate" e affinché "i trafficanti di esseri umani siano fermati", dopo il naufragio al largo delle coste di Crotone (Italia). Ha pregato anche per le vittime dell'incidente ferroviario in Grecia e per i "martiri dell'Ucraina".

Francisco Otamendi-5 marzo 2023-Tempo di lettura: 4 minuti
papa angelus

Foto: Il Papa all'Angelus di oggi ©Vatican Media

"In questi giorni il pensiero è andato più volte all'incidente ferroviario avvenuto in Grecia. Molte le vittime. Prego per i defunti e sono vicino ai feriti e alle loro famiglie. Che la Madonna li consoli". Così ha esordito il Papa dopo la preghiera mariana dell'Angelus e la Benedizione dalla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano in Piazza San Pietro.

Il Santo Padre ha poi espresso il suo "dolore per la tragedia che si è verificata nelle acque di Cutro (Italia). Prego per le numerose vittime del naufragio, per i superstiti e per le loro famiglie. Esprimo il mio apprezzamento e la mia gratitudine alla popolazione locale e alle istituzioni per la solidarietà e l'accoglienza riservata ai nostri fratelli e sorelle". 

Il Romano Pontefice ha poi rinnovato il suo "appello affinché tali tragedie non si ripetano, affinché si fermino i trafficanti di uomini e non si continui a disporre della vita delle persone, di tante persone, affinché il viaggio della speranza non si trasformi nel viaggio della morte, affinché le acque del Mediterraneo non siano insanguinate da questi drammatici incidenti. Che il Signore ci dia la forza di capire e di piangere.

È un messaggio che Papa Francesco ha lanciato in numerose occasioni, ad esempio sull'isola greca di Lesbo, durante il suo viaggio apostolico in Grecia e a Cipro e in tanti altri luoghi.

Il Santo Padre ha poi trascorso un po' di tempo in silenzio e in preghiera, per poi passare a salutare i romani e i pellegrini provenienti dall'Italia e da molti altri Paesi. In particolare, il Santo Padre si è rivolto alla comunità ucraina di Milano, che si è recata in pellegrinaggio a Roma "in occasione del quarto centenario del martirio del vescovo Josaphat, che ha dato la vita per l'unità dei cristiani". Il Papa li ha ringraziati per il loro "impegno nell'accoglienza" e ha chiesto che "il Signore, per intercessione di San Giosafat, doni la pace al popolo martire dell'Ucraina".

Il Santo Padre ha salutato anche i pellegrini provenienti dalla Lituania, che festeggiano San Casimiro, e le comunità di Saragozza e Murcia e del Burkina Faso, tra gli altri. 

Con Gesù, "la bellezza luminosa dell'amore".

In questo Angelus per la seconda domenica di Quaresima, che proclama il Vangelo della Trasfigurazione, Papa Francesco ha detto che "è stando con Gesù che impariamo a riconoscere nel suo volto la bellezza luminosa dell'amore che si dona, anche quando porta i segni della croce", e a "cogliere la stessa bellezza nel volto" degli altri.

"Gesù prende con sé Pietro, Giacomo e Giovanni sul monte e si rivela loro in tutta la sua bellezza come Figlio di Dio (cfr. Mt 17,1-9)", ha esordito il Papa. "Chiediamoci: in cosa consiste questa bellezza, cosa vedono i discepoli, un effetto speciale? No, non è questo. Vedono la luce della santità di Dio che risplende sul volto e sulle vesti di Gesù, immagine perfetta del Padre". 

E poi commenta: "Ma Dio è Amore, e quindi i discepoli hanno visto con i loro occhi la bellezza e lo splendore dell'Amore divino incarnato in Cristo, un anticipo del paradiso". Che sorpresa per i discepoli! Avevano avuto sotto gli occhi il volto dell'Amore per tanto tempo e non si erano resi conto della sua bellezza! Solo ora se ne rendono conto, con immensa gioia".

"La scuola di Gesù

"Questo Vangelo ci indica anche una strada da seguire: ci insegna quanto sia importante stare con Gesù, anche quando non è facile capire tutto quello che dice e fa per noi". 

"È stando con lui, infatti, che impariamo a riconoscere nel suo volto la bellezza luminosa dell'amore che si dona, anche quando porta i segni della croce", ha detto Papa Francesco. "Ed è alla Sua scuola che impariamo a cogliere la stessa bellezza nei volti delle persone che ci camminano accanto ogni giorno: familiari, amici, colleghi, coloro che a vario titolo si prendono cura di noi. Quanti volti luminosi, quanti sorrisi, quante rughe, quante lacrime e cicatrici parlano di amore intorno a noi!". 

"Impariamo a riconoscerle e a riempirne il cuore", ha incoraggiato il Papa. "E poi mettiamoci in cammino per portare la luce che abbiamo ricevuto agli altri, con le opere concrete dell'amore (cfr. 1 Gv 3,18), immergendoci più generosamente nei nostri compiti quotidiani, amando, servendo e perdonando con più entusiasmo e disponibilità". 

Francesco ha suggerito un piccolo esame di coscienza: "Possiamo chiederci: riconosciamo la luce dell'amore di Dio nella nostra vita? La riconosciamo con gioia e gratitudine nei volti di chi ci ama? Cerchiamo intorno a noi i segni di questa luce, che riempie il nostro cuore e lo apre all'amore e al servizio? O preferiamo i fuochi di paglia degli idoli, che ci allontanano e ci chiudono in noi stessi?". 

"La bellezza di Gesù dà loro forza".

"Gesù, in realtà, con questa esperienza li sta formando, li sta preparando a un passo ancora più importante. Tra poco, infatti, dovranno saper riconoscere la stessa bellezza in lui, quando salirà sulla croce e il suo volto sarà sfigurato", ha aggiunto il Papa. 

"Pietro fa fatica a capire", ha proseguito. "Vorrei fermare il tempo, mettere in "pausa" la scena, essere lì e prolungare questa meravigliosa esperienza; ma Gesù non lo permette. La sua luce, infatti, non può essere ridotta a un 'momento magico'. Allora diventerebbe qualcosa di falso, di artificiale, che si dissolve nella nebbia dei sentimenti che passano. 

In conclusione, il Santo Padre ha sottolineato che "al contrario, Cristo è la luce che guida il cammino, come la colonna di fuoco per il popolo nel deserto (cfr. Es 13,21). La bellezza di Gesù non allontana i discepoli dalla realtà della vita, ma dà loro la forza di seguirlo fino a Gerusalemme, fino alla croce. Maria, che ha custodito la luce del Figlio nel suo cuore, anche nelle tenebre del Calvario, ci accompagni sempre sulla via dell'amore".

L'autoreFrancisco Otamendi

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