Il Università della Santa Croce vuole creare un nuovo laboratorio di ricerca. L'iniziativa è uno degli obiettivi del Piano strategico quinquennale (2024-2029) che l'Università di Roma ha approvato nei mesi scorsi e che si articola su quattro linee, dalla ricerca alla sostenibilità.
Quest'anno ricorre il 40° anniversario della fondazione della Pontificia Università della Santa Croce, l'ateneo romano amato da tutti. San Josemaría EscriváLa Messa inaugurale del primo anno accademico fu celebrata dal Beato Alvaro del Portillo, fondatore dell'Opus Dei, e portata avanti dal suo successore, il Beato Alvaro del Portillo. La Messa inaugurale del primo anno accademico fu celebrata dallo stesso Beato Alvaro del Portillo il 15 ottobre 1984 nella chiesa di San Girolamo della Carità a Roma.
Per una felice coincidenza di tempi, si è lavorato anche al nuovo Piano strategico, che accompagnerà lo sviluppo dell'Università della Santa Croce nei prossimi cinque anni.
Tra i primi frutti di questo Piano - definito su quattro aspetti principali che approfondiremo di seguito: ricerca, didattica, terza missione e sostenibilità - c'è la creazione di un "Laboratorio di ricerca", che avrà l'obiettivo di supportare i diversi gruppi e centri di ricerca già attivi nell'Ateneo.
Questioni relative alla missione dell'Università
In termini di contenuti, il Laboratorio di Ricerca della Santa Croce promuoverà quei temi che sono strettamente legati alla missione dell'Università, che si riferisce fondamentalmente all'approfondimento delle verità relative alla chiamata universale alla santità, proclamata anche dal Concilio Vaticano II.
Su questa linea, la Santa Croce promuove temi come il valore cristiano delle realtà secolari, la santificazione del lavoro e della vita quotidiana, il ruolo dei laici nella costruzione di una società più umana alla luce del Vangelo. Il tutto orientato a una concezione armonica del rapporto tra fede e ragione, come affermato anche nel Proemio della Costituzione di Papa Francesco sulle Università e le Facoltà ecclesiastiche "Veritatis Gaudium".
Il sacerdote cileno Juan Carlos Ossandón, professore associato di Ermeneutica biblica presso la Facoltà di Teologia, è stato nominato coordinatore scientifico del laboratorio.
7 gruppi collegati
Attualmente sono sette i gruppi di ricerca legati al Laboratorio, che stanno già lavorando a seguito di due bandi di concorso lanciati nei due anni accademici precedenti. I temi su cui questi gruppi riflettono in modo interdisciplinare e a cui partecipano decine di università di diversi Paesi riguardano l'identità cattolica delle università, le aspettative e gli ideali dei giovani, la teologia dell'evangelizzazione, la creatività umana, i modelli di governance nella Chiesa, la riscoperta della persona e la cultura della cura come risposta alla crisi antropologica.
Commentando l'attivazione del nuovo Laboratorio di ricerca, il Vice Rettore dell'Università, Giovanni Zaccaria, a cui esso riporta organicamente, ha chiarito come l'iniziativa sia il culmine di un processo di ascolto interno che è stato molto apprezzato anche nella valutazione esterna dell'Università effettuata dall'Agenzia AVEPRO - valutazione della qualità - della Santa Sede.
Piano strategico
Abbiamo già parlato del Piano strategico 2024-2029. Questo è stato anche il risultato di un processo di aggiornamento delle Politiche di Qualità che l'Università della Santa Croce ha avviato nel 2021, coinvolgendo attivamente sia gli organi di governo che le Facoltà e i vari servizi tecnico amministrativi. Nel 2024 l'Università ha poi accolto i commissari esterni di valutazione nominati dalla Santa Sede e, a seguito delle raccomandazioni ricevute, si è deciso di integrare tutto il lavoro svolto nelle nuove linee di sviluppo quinquennali.
"Più che un elenco di obiettivi, questo Piano è l'espressione di un progetto comune, frutto di un confronto aperto tra tutte le anime che compongono la Santa Croce", ha detto il rettore Fernando Puig in una delle occasioni in cui il Piano è stato presentato. "L'aspirazione di fondo non è solo quella di affrontare le prossime sfide accademiche, ma di delineare una guida per il lavoro accademico dei prossimi anni, radicata nei valori cristiani e in dialogo con la cultura contemporanea", ha aggiunto.
Come già accennato, sono quattro le principali aree di intervento attorno alle quali si articola il Piano. In primo luogo la ricerca, che è la linfa vitale di un'università. Il Piano afferma: "Non si tratta solo di ampliare i campi di ricerca, ma anche di rafforzare il dialogo tra le scienze ecclesiastiche e le scienze umane, creando connessioni capaci di dare nuove prospettive alla riflessione teologica e filosofica".
Un secondo ambito è quello dell'insegnamento, l'essenza stessa di ogni università. In questo senso, si sottolinea la necessità di un continuo rinnovamento delle metodologie didattiche, per rispondere alle esigenze di una società in continua evoluzione.
E ancora, la terza missione, l'impegno verso la società. In questo caso, la Pontificia Università della Santa Croce intende estendere il proprio impegno oltre i confini accademici, rafforzando la propria presenza a Roma e nel mondo, ad esempio attraverso attività di divulgazione culturale che coinvolgano anche il grande pubblico.
Infine, c'è la questione della sostenibilità, che riguarda praticamente tutte le dimensioni del Piano strategico. Ciò richiederà uno sforzo collettivo per migliorare i processi di gestione e favorire la crescita professionale del personale tecnico-amministrativo e degli insegnanti, nonché un piano di finanziamento a lungo termine.
"Lavorare insieme sarà la chiave per realizzare questi progetti, per continuare a fare dell'Università della Santa Croce un attore attivo e influente nel mondo accademico e nella società, al servizio della Chiesa universale", ha concluso il Rettore Puig.