Vaticano

Una nuova Ratio Nationalis per la formazione dei sacerdoti in Italia

I nuovi "Orientamenti e norme per la formazione dei presbiteri nei seminari" promulgati dalla Conferenza Episcopale Italiana invitano i formatori a sostenere i seminaristi nel riconoscere i segni della presenza di Dio nella loro vita quotidiana.

Giovanni Tridente-13 gennaio 2025-Tempo di lettura: 4 minuti
Papa seminaristi

Il Papa incontra i seminaristi

Il 9 gennaio sono entrati in vigore i nuovi Orientamenti e norme per la formazione dei sacerdoti nei seminari promulgati dalla Conferenza Episcopale Italiana. Il testo approvato durante la 78ª Assemblea Generale dell’organismo episcopale che si è svolta ad Assisi nel novembre 2023, è stato ufficializzato con decreto del Cardinale Matteo Maria Zuppi il 1° gennaio 2025 di quest’anno.

Come si legge nella presentazione, si tratta di una tappa di aggiornamento, frutto di un percorso di ascolto e riflessione, che introduce importanti novità rispetto alla precedente edizione del 2006, armonizzando le istanze della Chiesa universale, in particolare anche quelle emerse dal recente Sinodo dei Vescovi, con le peculiarità del contesto italiano.

Tra continuità e rinnovamento

Evidentemente, il nuovo testo nasce in dialogo con la Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis, promulgata dalla Congregazione per il Clero nel 2016. Con una visione orientata alla sinodalità e alla missionarietà, dunque, si pone l’obiettivo di rispondere a due domande fondamentali: quale tipo di presbitero formare nel prossimo futuro e per quale “tipo” di Chiesa. Il risultato è un quadro normativo che rinnova il modello della vita nei seminari, rendendolo più flessibile e adeguato alle esigenze dei candidati e delle comunità di riferimento.

Le quattro tappe del percorso formativo – propedeutica, discepolare, configuratrice e di sintesi vocazionale – rimangono centrali, ma con un focus maggiore viene posto sulla personalizzazione dei tempi e degli obiettivi. Il documento, infatti, sottolinea la necessità di un discernimento continuo e di un accompagnamento integrale, che tenga conto delle dimensioni umana, spirituale, intellettuale e pastorale del candidato al sacerdozio, come del resto ripetuto in molti incontri di Papa Francesco proprio con sacerdoti e seminaristi.

Le tappe formative

Particolare attenzione viene riservata alla tappa propedeutica, pensata come un periodo preliminare per verificare la vocazione e sviluppare una base spirituale e umana solida. Questo momento di discernimento, della durata di uno o due anni, è vissuto in una comunità separata dal Seminario Maggiore, per consentire ai giovani di approfondire il loro cammino senza pressioni.

Le altre fasi del percorso formativo – discepolare, configuratrice e di sintesi vocazionale – vengono reinterpretate con un approccio più dinamico e adattabile ai cambiamenti sociali in atto. Viene poi incentivato il coinvolgimento diretto delle comunità cristiane nel cammino formativo dei seminaristi, già avviato del resto in molte diocesi italiane.

Particolare interesse è affidato ad esempio alla presenza di équipe educative composte da laici, religiosi e famiglie. Lo spirito di questo approccio è proprio quello di promuove una maggiore sinodalità e rafforzare il legame tra i futuri presbiteri e il Popolo di Dio.

Le sfide dei social media

Uno degli aspetti interessanti delle nuove linee guida riguarda l’impatto dei social media nella vita dei seminaristi e dei futuri sacerdoti. Viene ribadito come l’era digitale offre grandi opportunità di evangelizzazione, ma espone anche a rischi come la frammentazione identitaria, la superficialità nelle relazioni e la perdita di capacità critica.

Da qui la presa d’atto della necessità di preparare i seminaristi a sviluppare una maturità digitale, che li renda capaci di abitare consapevolmente anche questo specifico “mondo”. Ciò include l’uso responsabile dei social media come strumento pastorale, evitando però che questi sostituiscano o impoveriscano le relazioni personali. La proposta formativa incoraggia un equilibrio tra la presenza online e i momenti di preghiera, riflessione e vita comunitaria, affinché i futuri presbiteri possano offrire una testimonianza autentica anche online.

Una Chiesa in cammino

L’approvazione delle linee guida avviene in un momento in cui la Chiesa italiana si trova nel pieno del suo proprio“cammino sinodale”, iniziato sulla scorta di quello della Chiesa universale e che ora prosegue per “mettere a terra” i frutti di questi anni di scambio e riflessione. Allo stesso tempo, viene specificato che il testo non vuole limitarsi a essere un insieme di norme, quanto piuttosto una guida aperta e dinamica, pronta ad accogliere i cambiamenti che la realtà ecclesiale e culturale richiederanno. Lo ha ribadito in una intervista al quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana Avvenire, il Vescovo di Fiesole, Stefano Manetti, Presidente della Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata e autore del testo di presentazione della nuova Ratio.

Le indicazioni riflettono dunque una visione che integra formazione iniziale e permanente, considerando i due momenti come parti inscindibili di un unico “processo discepolare”. In questo modo, i formatori sono invitati a sostenere i seminaristi nel riconoscere i segni della presenza di Dio nella loro vita quotidiana, promuovendo un discernimento continuo che li renda pastori autentici dall’indole profondamente missionaria.

Polemiche sull'ammissione di persone con tendenze omosessuali

Il quotidiano Avvenire, di proprietà della Conferenza episcopale italiana, si è scagliato contro le polemiche generate dall'interpretazione che alcuni media hanno dato delle nuove regole per i Seminari. Secondo il quotidiano, le regole della Chiesa sulla non ammissione degli omosessuali al sacerdozio non sono cambiate e rimangono in linea con i documenti precedenti, come la Ratio Fundamentalis del 2016. Il testo sottolinea che i candidati con tendenze omosessuali radicate o che sostengono la cultura gay non sono ammessi, coerentemente con il Magistero.

La novità del documento sta nell'attenzione al discernimento personale, soprattutto nei primi tre anni di formazione, alla ricerca di una comprensione integrale della personalità del candidato. Tuttavia, viene chiarito che questo approccio non implica cambiamenti nei criteri di ammissione, ma un'enfasi sull'aiutare i futuri sacerdoti a scoprire la verità su se stessi e a vivere la castità come un dono.

Alcuni media hanno erroneamente interpretato il documento come un'apertura all'ammissione di sacerdoti omosessuali, purché vivano in castità, cosa negata dalle autorità ecclesiastiche. Avvenire denuncia la decontestualizzazione e la manipolazione del testo da parte di alcuni media, che cercano di seminare confusione sulla posizione della Chiesa.

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