Uno strumento teologico-pastorale e canonico, che si inserisce nel dinamismo dei cambiamenti che da anni interrogano la composizione delle parrocchie (comunità di fedeli), la loro (ri)organizzazione e il loro sviluppo per rispondere meglio alle esigenze di un mondo che si evolve rapidamente ma che - proprio per questo - non smette di interrogare e richiedere la responsabilità evangelizzatrice di tutti i battezzati.
È su questa base che la recentissima Istruzione della Congregazione per il Clero dal titolo La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa. Il presente documento segue il percorso aperto dall'Istruzione interdicasteriale Ecclesia de misterio, del 15 agosto 1997, riguardante la collaborazione dei fedeli laici con il ministero dei sacerdoti, e dall'Istruzione Il presbitero, pastore e guida della comunità, pubblicato il 4 agosto 2002 dalla stessa Congregazione per il Clero.
In un contesto ecclesiale totalmente mutato, come è stato detto - tenendo presente l'importanza della missione evangelizzatrice fortemente richiesta negli ultimi anni e plasticamente riassunta nelle parole "Chiesa in movimento". proposte dal magistero di Papa Francesco, le nuove linee guida intendono riaffermare la convinzione che ognuno può trovare il proprio posto nella Chiesa, secondo la propria vocazione e il proprio carisma, cercando di superare derive estremistiche che in molti casi finiscono per "clericalizzare" i laici o "secolarizzare" il clero, come spesso denunciato dal Papa. Abusi e derive che il documento cerca quindi di evitare.
Informazioni pratiche
Non vengono introdotte nuove norme, come del resto è tipico delle Istruzioni, ma vengono offerte indicazioni pratiche, soprattutto ai Vescovi, per poter discernere con la necessaria competenza le molteplici scelte pastorali che si rendono necessarie in realtà e territori molto diversi, a seconda delle circostanze, sempre legate alle varie forme di partecipazione di tutti i battezzati al processo evangelizzatore. È il caso, ad esempio, dell'opportunità di verificare un approccio pastorale di vicinanza e collaborazione tra le varie comunità parrocchiali (erezione di zone o unità pastorali, unione o soppressione di parrocchie, ristrutturazione diocesana...), ma anche di ripensare e approfondire, se necessario, decisioni già prese ma che non hanno portato i frutti sperati.
Andrea Ripa, Sottosegretario della Congregazione per il Clero, ha spiegato che lo scopo è sempre quello di raggiungere i seguenti obiettivi "un'azione genuinamente ecclesiale, dove legge e profezia possono essere combinate per il bene della comunità".. In altre parole, sulla base dell'esperienza maturata dalle segnalazioni ricevute dal dicastero vaticano, l'obiettivo è quello di evitare decisioni troppo soggettive, a discrezione di un particolare vescovo o gruppo, che possono portare - e hanno portato - a interpretazioni improprie della vita di una comunità o del ministero episcopale.
Può accadere, ad esempio, che la parrocchia sia concepita come una "azienda" (dove c'è una distribuzione "democratica" dei compiti tra parroci e laici, che inevitabilmente diventano funzionari) o come un "assoluto" del parroco, che decide autonomamente su tutto e lascia ai laici solo ruoli marginali, magari come semplici esecutori.
Guardare alla storia della comunità
La linea maestra proposta dall'Istruzione è quella di tenere conto, nell'introdurre qualsiasi cambiamento o ristrutturazione, della storia e delle tradizioni di ogni comunità particolare, per non sradicare l'appartenenza a un cammino di vita comunitaria che si nutre del passato, evitando di far cadere progetti dall'alto, come lo stesso Papa Francesco ha opportunamente chiarito in diverse occasioni. Allo stesso tempo, è necessario esercitare la virtù della pazienza, procedere gradualmente, moltiplicare le consultazioni, condurre studi approfonditi e fasi sperimentali prima di qualsiasi decisione finale, che deve essere testata sul campo e, se del caso, deve anche essere rettificata.
Da questo momento in poi, quindi, i vescovi hanno uno strumento in più per verificare la fattibilità dei vari progetti di riforma delle comunità parrocchiali o delle ristrutturazioni diocesane in corso o in programma, affinché rispondano fedelmente al soffio dello Spirito che invita a questo tipo di riflessione, per meglio contribuire alla missione evangelizzatrice della Chiesa nel nostro tempo. E questo, in fondo, è l'asse inevitabile e improrogabile della vocazione di ogni battezzato, un parametro di unità in mezzo alle innumerevoli gradazioni di unicità e differenze personali.
Ma viene anche ribadito il ruolo del parroco come "pastore vero e proprio" delle comunità, oltre a sottolineare il servizio pastorale offerto in ogni realtà dai diaconi, dai consacrati e dai laici, chiamati a partecipare attivamente, secondo la propria vocazione e il proprio ministero, all'unica missione evangelizzatrice della Chiesa, come è stato detto.
Il documento è stato approvato da Papa Francesco il 27 giugno e firmato dal Prefetto della Congregazione per il Clero, Beniamino Stella, insieme ai Segretari Mercier e Patrón Wong e al Sottosegretario Ripa, due giorni dopo nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo. È composto da 124 punti ed è suddiviso in 11 parti, più l'introduzione e la conclusione.
Come premessa, si sottolinea l'invito alle comunità parrocchiali. "per uscire da se stessi".Sono in fase di riforma i seguenti progetti di legge "orientato a uno stile di comunione e collaborazione, di incontro e vicinanza, di misericordia e preoccupazione per l'annuncio del Vangelo"..
La prima parte ribadisce la "Conversione pastorale". come tema fondamentale del cammino evangelizzatore della Chiesa in questi tempi, come ha detto Papa Francesco, per evitare che la diffusione della novità del Vangelo fino agli estremi confini della terra si indebolisca o addirittura si dissolva.
Il criterio è la missione
In questo contesto, quindi, è centrale il ruolo della parrocchia, che oggi è chiamata a confrontarsi con "Mobilità crescente e cultura digitale". che nel mondo contemporaneo "hanno allargato i confini dell'esistenza". Da qui l'urgenza di "coinvolgere tutto il Popolo di Dio nello sforzo di accogliere l'invito dello Spirito, per realizzare processi di "ringiovanimento" del volto della Chiesa". L'istruzione propone quindi "generare nuovi segni", ricerca di altri metodi di ricerca e vicinanza alle attività in corso: "Una sfida da accogliere con entusiasmo".
Il criterio guida del rinnovamento è quindi la missione - come spiegato nella quarta parte dell'Istruzione - che è già da intendersi come una "Territorio esistenziale". piuttosto che come uno spazio geografico delimitato (anche se a livello canonico resta in vigore il principio territoriale della parrocchia) e dovrebbe avere un impatto su "nella vita delle singole persone", crescente "una rete di relazioni fraterne, proiettata verso le nuove forme di povertà". In effetti, il documento riconosce che nel periodo attuale, spesso segnato dalla chiusura, dal rifiuto e dall'indifferenza, "La riscoperta della fraternità è fondamentale, perché l'evangelizzazione è strettamente legata alla qualità delle relazioni umane. Lo stesso vale per la compassione per il "PESCE FERITA dei fratelli.
Prima di qualsiasi conversione strutturale, è necessario implementare quanto segue "Un cambiamento di mentalità e un rinnovamento interiore". delle guide, sottolinea il Documento nella sesta parte, invitando a superare sia le concezioni autoreferenziali che le clericalizzazioni pastorali, facendo in modo che ogni battezzato "diventa protagonista attivo dell'evangelizzazione".
Processo di rinnovamento graduale
La settima parte entra nel dettaglio del processo graduale di rinnovamento delle strutture per rilanciare l'evangelizzazione e rendere più efficace la cura pastorale dei fedeli. -In cui il 'fattore chiave' può essere solo la prossimità".-Il documento fornisce indicazioni specifiche su come raggruppare, ad esempio, le parrocchie, sulle responsabilità del vicario foraneo, sulle unità e zone pastorali, ecc. Vengono inoltre esaminate le forme ordinarie e straordinarie di affidamento della cura pastorale di ciascuna comunità parrocchiale (parroco, amministratore parrocchiale, affidamento, ecc.). in solido vari sacerdoti, vicario parrocchiale, diaconi, persone consacrate, laici, ecc.)
Le ultime tre parti del documento danno utili indicazioni sulla designazione delle varie commissioni e "ministeri" da affidare anche a diaconi, consacrati e laici; sui vari organismi di "corresponsabilità ecclesiale" (questioni finanziarie, consiglio pastorale, ecc.) e sulle "offerte per la celebrazione dei Sacramenti", un atto che per sua natura deve essere libero, lasciato alla coscienza e alla responsabilità ecclesiale dell'offerente. Qui si sottolinea come la coscienza dei fedeli di contribuire alla gestione della "casa comune" potrà beneficiare di esempi "virtuosi" nell'uso del denaro da parte dei sacerdoti (stile di vita sobrio senza eccessi, gestione trasparente dei beni parrocchiali, progetti condivisi legati alle reali necessità della comunità...).
Attraverso queste "pennellate operative", la Congregazione ha quindi voluto rimettere al centro il ruolo della parrocchia come luogo principale dell'annuncio del Vangelo.