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Il Papa all'Iraq: "Vengo nella vostra terra come pellegrino della speranza".

Il Papa prepara il suo imminente viaggio in Iraq facendo appello alla speranza e al rafforzamento della fraternità "per costruire insieme un futuro di pace".

David Fernández Alonso-4 marzo 2021-Tempo di lettura: 2 minuti
Papa Iraq

Foto: ©2021 Catholic News Service/Conferenze episcopali degli Stati Uniti d'America

Un giorno prima dello storico inizio del viaggio apostolico di Papa Francesco in Iraq, egli ha inviato un videomessaggio in preparazione del suo imminente arrivo nella terra di Abramo.

"Cari fratelli e sorelle in Iraq, assalam lakum [la pace sia su di voi]!

Tra pochi giorni sarò finalmente tra voi. Desidero incontrarvi, vedere i vostri volti, visitare la vostra terra, antica e straordinaria culla di civiltà. Vengo come pellegrino, come pellegrino penitente, per implorare il perdono del Signore e la riconciliazione dopo anni di guerra e terrorismo, per chiedere a Dio la consolazione dei cuori e la guarigione delle ferite. E vengo in mezzo a voi come pellegrino di pace, per ripetere: "Voi siete tutti fratelli" (Mt 23,8). (Mt 23,8). Sì, vengo come pellegrino di pace in cerca di fraternità, animato dal desiderio di pregare insieme e di camminare insieme, anche con fratelli e sorelle di altre tradizioni religiose, nel segno di Padre Abramo, che unisce musulmani, ebrei e cristiani in un'unica famiglia.

Cari fratelli e sorelle cristiani, che avete testimoniato la fede in Gesù in mezzo alle prove più difficili, vi aspetto. È un onore per me incontrare una Chiesa martirizzata: grazie per la vostra testimonianza! Che i tanti, troppi martiri che hai incontrato ci aiutino a perseverare nell'umile forza dell'amore. Avete ancora negli occhi le immagini delle case distrutte e delle chiese profanate, e nei vostri cuori le ferite dei legami spezzati e delle case abbandonate.

Non cediamo alla diffusione del male: le antiche fonti di saggezza delle vostre terre ci guidano altrove.

Desidero portarvi l'affettuosa carezza di tutta la Chiesa, che è vicina a voi e al martoriato Medio Oriente e vi incoraggia ad andare avanti. Non permettiamo che prevalgano le terribili sofferenze che avete sperimentato e che mi addolorano tanto. Non cediamo al dilagare del male: le antiche sorgenti di saggezza delle vostre terre ci guidino altrove, per fare come Abramo che, pur avendo lasciato tutto, non ha mai perso la speranza (cfr. Rm 4,18); e confidando in Dio, ha dato vita a una discendenza numerosa come le stelle del cielo. Cari fratelli e sorelle, guardiamo alle stelle. Ecco la nostra promessa.

Cari fratelli e sorelle, ho pensato molto a voi in questi anni, a voi che avete sofferto tanto ma non siete caduti. A voi, cristiani, musulmani; a voi, popoli, come gli yazidi, che hanno sofferto tanto, tantissimo; a tutti voi fratelli, a tutti voi. Ora vengo nella vostra terra benedetta e ferita come pellegrino di speranza. Da te, a Ninive, è risuonata la profezia di Giona, che ha evitato la distruzione e ha portato una nuova speranza, la speranza di Dio.

E in questi tempi duri di pandemia, aiutiamoci a vicenda per rafforzare la fraternità, per costruire insieme un futuro di pace.

Lasciamoci contagiare da questa speranza, che ci incoraggia a ricostruire e a ricominciare. E in questi tempi difficili di pandemia, aiutiamoci a vicenda per rafforzare la fraternità, per costruire insieme un futuro di pace. Insieme, fratelli e sorelle di tutte le tradizioni di fede. Da voi, migliaia di anni fa, Abramo iniziò il suo viaggio.

Oggi tocca a noi continuare, con lo stesso spirito, a camminare insieme sui sentieri della pace. Perciò invoco su tutti voi la pace e la benedizione dell'Altissimo. E chiedo a tutti voi di fare come Abramo: camminare nella speranza e non smettere mai di guardare le stelle. E chiedo a tutti voi di unirvi a me nella preghiera. Shukran! [Grazie!

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