La tensione tra le comunità arabe ed ebraiche sia in Israele che nei territori palestinesi occupati è costante. Periodicamente si verificano picchi di violenza sotto forma di intifada, atti di terrorismo o guerra aperta con gruppi armati palestinesi.
La cosiddetta "crisi dei coltelli" sta scuotendo da mesi ebrei e arabi in Palestina e Israele. Gli attacchi con coltello, non sempre spontanei, da parte di cittadini arabi musulmani contro poliziotti o cittadini ebrei e le successive rappresaglie da parte dei radicali israeliani fanno temere una nuova ondata di violenza.
La crisi dei coltelli è iniziata a fine settembre nei quartieri di Gerusalemme vicini alla Spianata delle Moschee, dove si trova la Moschea di Al Aqsa, il terzo sito più sacro per i musulmani dopo La Mecca e Medina. Gli attacchi si sono diffusi nelle città palestinesi dove sono presenti insediamenti israeliani nelle vicinanze. Le cause sono varie: la sensazione che qualsiasi negoziato con Israele sia destinato al fallimento, il senso di umiliazione di molti giovani palestinesi che non hanno alcuna opportunità, la precaria situazione economica nei territori occupati della Cisgiordania e gli scontri con i coloni israeliani.
Tutti questi fattori hanno creato il terreno per la violenza, ma, come spesso accade, è stata una singola scintilla ad accendere la miccia. La causa scatenante è stata la voce secondo cui Israele si stava preparando a modificare il status quo della Spianata delle Moschee per consentire agli ebrei di pregare sul sito del Tempio di Gerusalemme. La voce ha provocato una forte protesta all'interno della
Ci sono progressi nei colloqui sull'accordo tra la Santa Sede e Israele?
-L'accordo con Israele, ancora in fase di perfezionamento, è il terzo firmato tra la Santa Sede e Israele. Per la maggior parte si tratta di questioni di natura fiscale ed economica. In questa fase non è possibile dire quando l'accordo sarà completato. Ci sono alcune questioni in sospeso sulle quali si dovrà concordare una linea d'azione. La speranza della Santa Sede è che ciò avvenga presto.
Ci sono novità sulla proprietà del Cenacolo?
-I Luoghi Santi sono amministrati in base a una serie di disposizioni e regole tradizionali note come Status quo. È importante che tutte le parti interessate si impegnino a rispettare gli accordi in modo che tutti possano avere un accesso tranquillo e pacifico ai Luoghi Santi. Per quanto riguarda il Cenacolo, non ci sono novità e non si prevedono ulteriori cambiamenti a breve termine.
Potrebbe spiegare la situazione delle scuole cristiane in Israele?
-Per molto tempo, lo Stato di Israele ha riconosciuto e anche parzialmente finanziato le scuole cattoliche. Più recentemente, i finanziamenti governativi sono stati gradualmente ridotti a livelli tali da non poter garantire il funzionamento delle scuole, e la riduzione ha colpito duramente tutte le scuole cattoliche del Paese. Dopo lunghe discussioni e trattative è stato possibile raggiungere un compromesso che ha permesso alle scuole di svolgere le loro normali attività accademiche. Nel frattempo, i negoziati proseguono con l'obiettivo di trovare una soluzione definitiva alla controversia. Le scuole cattoliche in Israele sono apprezzate per i loro elevati standard accademici e per l'importante ruolo che svolgono nell'educazione delle giovani generazioni delle diverse comunità.
La Santa Sede può contribuire a porre fine all'ondata di violenza tra palestinesi e israeliani?
-L'unica "arma" che la Chiesa ha contro la violenza e ogni tipo di conflitto sociale e religioso è l'educazione. È un processo a lungo termine, ma educare le menti e i cuori delle persone è l'unico modo efficace per costruire una società pacifica basata sui valori della tolleranza e del rispetto reciproco.