"Quando sperimentiamo la potenza dell'amore di Dio, quando riconosciamo la sua presenza paterna nella nostra vita personale e comunitaria, non possiamo che annunciare e condividere ciò che abbiamo visto e sentito.". Con queste parole inizia il il messaggio del Santo Padre per la Domenica Missionaria Mondialeche si celebra ogni anno la penultima domenica di ottobre e che egli firmò il 6 gennaio, solennità dell'Epifania del Signore, in San Giovanni in Laterano.
Francesco ricorda che "Il rapporto di Gesù con i suoi discepoli, la sua umanità rivelata nel mistero dell'incarnazione, nel suo Vangelo e nella sua Pasqua, ci mostrano quanto Dio ami la nostra umanità e faccia sue le nostre gioie e le nostre sofferenze, i nostri desideri e le nostre angosce.". Aggiunge:
"Tutto in Cristo ci ricorda che il mondo in cui viviamo e il suo bisogno di redenzione non gli sono estranei e ci chiama anche a sentirci parte attiva di questa missione: 'Andate ai crocicchi e invitate tutti quelli che incontrate'. Nessuno è estraneo, nessuno può sentirsi strano o distante da questo amore di compassione".
Una ricerca appassionata del Signore
Francesco ricorda che "la storia dell'evangelizzazione inizia con una ricerca appassionata del Signore che chiama e vuole entrare in un dialogo di amicizia con ogni persona, ovunque si trovi."e che"l'amore è sempre in movimento e ci mette in moto per condividere l'annuncio più bello e pieno di speranza".
Siamo stati creati per l'interezza
Il Santo Padre scrive che "con Gesù abbiamo visto, ascoltato e sentito che le cose possono essere diverse". Aggiunge che ".Ha inaugurato, già per oggi, i tempi a venire ricordandoci una caratteristica essenziale del nostro essere umani, così spesso dimenticata: "Siamo stati fatti per la pienezza che si raggiunge solo nell'amore". Tempi nuovi che danno vita a una fede capace di promuovere iniziative e di forgiare comunità basate su uomini e donne che imparano a farsi carico della propria fragilità e di quella degli altri, promuovendo la fraternità e l'amicizia sociale.".
"La comunità ecclesiale mostra la sua bellezza ogni volta che ricorda con gratitudine che il Signore ci ha amati per primo. Questa "amorevole predilezione del Signore ci sorprende, e ci meraviglia - per sua stessa natura - non possiamo possederla per noi stessi o imporla". Solo così può fiorire il miracolo della gratuità, il dono gratuito di sé".
Dopo aver alluso ai momenti difficili che i primi cristiani hanno attraversato quando hanno iniziato la loro vita di fede in un ambiente ostile e complicato, il Santo Padre ricorda che "... il Santo Padre ha detto: 'Non dobbiamo dimenticare che siamo nel mezzo di un tempo difficile'.Anche i limiti e gli impedimenti sono diventati un luogo privilegiato per ungere tutto e tutti con lo Spirito del Signore.".
"Niente e nessuno poteva essere escluso da questo annuncio liberatorio".
Il Papa fa riferimento agli Atti degli Apostoli e scrive che ".ci insegna a vivere le prove abbracciando Cristo, a maturare la convinzione che Dio può agire in ogni circostanza, anche in mezzo ad apparenti fallimenti.".
Un momento difficile della nostra storia
"E anche noi... Continua il Papa nel suo messaggio - Il momento attuale della nostra storia non è nemmeno facile. La situazione pandemica ha evidenziato e amplificato il dolore, la solitudine, la povertà e le ingiustizie che tanti già soffrivano e ha messo a nudo le nostre false sicurezze e le frammentazioni e polarizzazioni che silenziosamente ci lacerano.".
"I più fragili e vulnerabili hanno sperimentato ancora di più la loro vulnerabilità e fragilità. Abbiamo sperimentato lo scoraggiamento, il disincanto, la stanchezza, e persino l'amarezza conformista e senza speranza potrebbe impadronirsi dei nostri sguardi".
E alla domanda: "Perché dovrei privarmi delle mie sicurezze, delle comodità e dei piaceri se non vedrò alcun risultato significativo?"La risposta - scrive Francesco - rimane la stessa:
"Gesù Cristo ha trionfato sul peccato e sulla morte ed è pieno di potere. Gesù Cristo è veramente vivo e vuole che noi siamo vivi, fraterni e capaci di accogliere e condividere questa speranza. Nel contesto odierno c'è bisogno di missionari della speranza che, unti dal Signore, siano in grado di ricordare profeticamente che nessuno si salva da solo".
Partecipa nella trasformazione del mondo
Scrive inoltre che "I cristiani non possono tenere il Signore per sé: la missione evangelizzatrice della Chiesa esprime il suo coinvolgimento totale e pubblico nella trasformazione del mondo e nella gestione del creato.".
Riconoscimento e invito
Il Papa, ricordando il tema della Giornata Missionaria Mondiale di quest'anno, ".Non riusciamo a smettere di parlare di ciò che abbiamo visto e sentito."afferma che "...è un invito a ciascuno di noi a "prendere in mano la situazione" e a far conoscere ciò che abbiamo nel cuore.". E afferma che "Nella Giornata Missionaria Mondiale, che si celebra ogni anno la penultima domenica di ottobre, ricordiamo con gratitudine tutti coloro che, con la loro testimonianza di vita, ci aiutano a rinnovare il nostro impegno battesimale di essere apostoli generosi e gioiosi del Vangelo.".
"Ricordiamo in particolare coloro che hanno potuto mettersi in cammino, lasciare la loro terra e le loro case perché il Vangelo potesse raggiungere senza indugio e senza paura quegli angoli di paesi e città dove tante vite hanno sete di benedizione".
"Vivere la missione vuol dire avventurarsi a sviluppare gli stessi sentimenti di Gesù Cristo e credere con Lui che chiunque sia accanto a me è anche mio fratello e sorella.". "Che il vostro amore per la compassione - scrive il Papa al termine del suo messaggio -. risvegliare i nostri cuori e renderci tutti discepoli missionari.".
Il Papa conclude il suo messaggio invocando la Madre di Dio affinché faccia crescere in noi questo desiderio:
"Maria, la prima discepola missionaria, faccia crescere in tutti i battezzati il desiderio di essere sale e luce nelle nostre terre".