La reclusione ha fatto sentire profondamente sole molte persone che hanno difficoltà fisiche a lasciare la propria casa, in particolare gli anziani e gli infermi. Non ricevono più le visite dei loro cari o, nel migliore dei casi, con ogni sorta di distanza e precauzione. Se vengono a trovarci, è per poco tempo. E le poche conversazioni che hanno riguardano la situazione della pandemia, i ricoveri, le restrizioni o le vaccinazioni. Quanto abbiamo bisogno di compagnia e di uno sguardo ottimista in questi tempi! È questo l'obiettivo della parrocchia di María Madre del Amor Hermoso a Villaverde Bajo: calmare la solitudine e l'assenza di notizie incoraggianti per tante persone. Suor María del Carmen Serrano Mayo, suora del Verbo Incarnato, è di stanza nella casa che la sua Congregazione ha in questa zona di Madrid ed è attivamente coinvolta nella comunità parrocchiale. Da qui è nata l'iniziativa.
Accompagnamento telefonico
Pensando in modo creativo alla possibilità di dare ai malati e agli anziani una parola di incoraggiamento e di conforto, hanno ideato un servizio di accompagnamento pastorale telefonico. È un lavoro che non compare nelle statistiche ufficiali e non dà frutti eclatanti, ma è particolarmente umano in questa situazione di isolamento causata dal virus. "Abbiamo creato un gruppo di undici volontari che contattano spesso queste persone per conoscerle, interessarsi alla loro situazione e offrire loro aiuto", spiega la suora. All'inizio ci sono delle riserve, perché quasi tutti lo trovano scioccante. "parlare al telefono con persone che non si conoscono nemmeno". L'esperienza insegna che subito dopo si creano amicizie preziose. Il motivo profondo di questa iniziativa è rendere presente la carità di Cristo in queste anime: "I cristiani devono portare a tutti, specialmente a coloro che soffrono, il calore e la vicinanza di un Dio che li ama, li consola e si prende cura di loro".
Un compito prezioso
Suor Maria del Carmen è incaricata di coordinare i volontari e di dare impulso a questo prezioso compito. Riconosce che gli anziani e i malati "Vivono praticamente soli e isolati, perché i parenti non vanno a trovarli per paura di infettarli, ma non possono uscire in strada per evitare qualsiasi pericolo. Confessa, dall'esperienza che sta facendo con loro, che "Devono sapere che fanno parte di questa vita in continuo movimento, che non sono parassiti, che sono utili, che possono portare ricchezza a questa società". Queste persone hanno bisogno di essere ascoltate, ma anche di ricevere parole di speranza che le incoraggino a continuare a lottare: "Hanno lavorato duramente per costruire la società di cui godiamo e non possiamo abbandonarli come se non fossero più utili.
Lola, una delle volontarie, ci racconta che una volta alla settimana chiama Isabel, 86 anni, e passa un po' di tempo a chiacchierare con lei sul divino e sull'umano. I primi giorni sono stati un momento di conoscenza reciproca. "Ora parliamo anche di ricette e commentiamo quanto sono venuti buoni i piatti", confessa divertita. Isabel ha condiviso con lei sentimenti, paure e gioie. "Cerco di accompagnarla con affetto, la ascolto sempre e, quando posso, le do una mano o la incoraggio", dice Lola.
Amicizie che durano
Questo volontario riconosce che la reclusione è molto dura dal punto di vista emotivo per gli anziani e i malati: "Isabel, pur ricevendo attenzioni dai suoi figli, manca del consueto contatto e della vicinanza con tante persone che incoraggiano la sua vita".. Le telefonate di Lola hanno cambiato la sua vita quotidiana, che era diventata monotona e di routine: "Ci si sente molto accompagnati, come se quell'amico fosse con te a casa: lo considero un dono immeritato di Dio". Suor María del Carmen Serrano Mayo commenta felicemente i frutti di questo lavoro pastorale: "Sia i volontari che gli anziani e i malati con cui hanno questo contatto non vedono l'ora di conoscersi fisicamente: saranno senza dubbio amicizie che dureranno nel tempo".