Cultura

"Le Lusiadi, di Luís de Camões

Gustavo Milano-29 ottobre 2022-Tempo di lettura: 2 minuti
os lusiadas

Le epopee, con la loro caratteristica grandiosità, possono talvolta sembrarci noiose. Non perché troviamo spregevoli le grandi imprese degli uomini, ma piuttosto perché dubitiamo della loro piena veridicità. "È molto difficile che non stiano esagerando", potremmo pensare. Nella nostra routine solitamente banale, l'eroico può sembrare una favola.

Tuttavia, dobbiamo riconoscere che non è sempre così. Se nel 1492 qualcuno vi dicesse che i marinai hanno scoperto un continente completamente nuovo, all'inizio potrebbe sembrare una fantasia, ma gradualmente l'accumulo di prove finirebbe per dimostrarvelo. L'impresa sarebbe del tutto vera.

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Ebbene, "Le Lusiadi" di Luís de Camões (1524-1580) non è né l'uno né l'altro. Non si tratta né di una fiaba né di un libro di storia, ma di una raccolta di eventi reali mescolati a eventi immaginari narrati sotto forma di poema epico. Il suo autore sembrava intenzionato a raccontare le conquiste dell'impero portoghese d'oltremare inserendo la sua opera nella tradizione epica che l'aveva preceduta, ovvero quella di Omero, Virgilio e Dante.

Navigatore e poeta, Camões fu colui che si dedicò a raccontare la storia in modo elevato, degno dell'impresa. "Le Lusiadi è stato pubblicato nel 1572 e racconta la storia del viaggio di Vasco da Gama in India dal 1497 al 1499. Fino ad allora, nessuno era mai riuscito ad attraversare il cosiddetto "Capo delle Tempeste" (l'attuale Città del Capo, in Sudafrica) in nave, perché le circostanze marittime e climatiche del luogo facevano sì che tutte le navi che ci provavano si schiantassero sugli scogli o dovessero tornare indietro prima di poterlo fare. Nel poema, Camões personifica il Capo sotto forma di un gigantesco titano chiamato Adamastor che, incapace di impedire il passaggio dei portoghesi, si limita a lanciare impotenti minacce da lontano. Come simbolo della vittoria nel superarlo, oggi è chiamato "Capo di Buona Speranza".

Lusitani

Giunto a Melinde (nell'attuale Kenya), Vasco si ferma e racconta al re locale episodi della storia lusitana, tra cui la storia di Inês de Castro, una nobildonna galiziana. Il principe portoghese Pedro I, giovane vedovo, si innamorò di Inês e da lei ebbe dei figli. Ma il re Alfonso IV viene a sapere che suo figlio vuole sposarla ufficialmente e legittimare questi figli. Temendo che il suo trono sarebbe toccato a un figlio legittimato di Pedro e Inés, aumentando così l'influenza galiziana in Portogallo, il re decise di farla uccidere. Tragicamente, Inés fu assassinata e poco dopo morì anche il re assassino. Quando Pedro I assunse la carica di re, fece incoronare regina postuma la sua amante morta.

Dopo aver raggiunto Calicut (India), i navigatori si godono il successo e tornano vittoriosi a Lisbona. Camões si era proposto di cantare "le gloriose memorie dei re che stavano espandendo la fede, l'impero e conquistando le feroci terre dell'Africa e dell'Asia", e in effetti, grazie a questo viaggio ordinato dal re D. Manuel I e guidato da Vasco da Gama, furono gettate le basi della Chiesa cattolica in India, il Paese che l'anno prossimo sarà il più popoloso del mondo. A loro dobbiamo ammirazione, gratitudine e memoria.

L'autoreGustavo Milano

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