Perché è importante l'attenzione della Chiesa ai valori dello sport?
-La Chiesa è sempre stata coinvolta nel mondo dello sport, a partire dai suoi Papi, da Leone XIII a Papa Francesco. Questo rapporto affonda le sue radici nei santi del XIX secolo, tra i quali San Paolo. Giovanni Boscoche ha percepito il grande potenziale educativo e sociale del gioco e, successivamente, dello sport. Già nel 1906 la Chiesa si era organizzata con una Federazione delle Associazioni Sportive Cattoliche Italiane e poco dopo anche a livello internazionale.
Nel 2004, Giovanni Paolo II, non a caso ricordato come il L'atleta di Dio Grazie alla sua grande passione per lo sport e alla sua profonda conoscenza di questo fenomeno umano, ha intuito l'importanza di istituire una Sezione. Chiesa e sport all'interno dell'allora Pontificio Consiglio per i Laici, oggi Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita.
Il documento Dare il meglio di sé (2018) è stato come un compendio della dottrina sullo sport...
-Se vuoi chiamarlo così, perché no? È un documento agile, perché contiene la visione della persona e dello sport che la Chiesa ha sviluppato in oltre un secolo di promozione e vicinanza alla pratica sportiva, ma senza filosofie contorte o teorie incomprensibili.
Una visione che, per la prima volta, ha trovato una forma strutturata. Il documento spiega in cinque capitoli il valore e l'ancoraggio etico su cui si basa la visione cristiana dello sport, illumina il potenziale educativo, sociale e spirituale dello sport, offre una lettura critica di alcune sfide che lo sport contemporaneo deve affrontare e, infine, propone idee concrete per una metodologia educativa attraverso lo sport.
Quale impatto ha avuto la sospensione delle attività durante la pandemia sull'attività sportiva e con quali conseguenze?
-La pandemia ha rappresentato un test molto significativo per il mondo dello sport. Ha interrotto o fortemente limitato le attività per molti mesi, mettendo in ginocchio l'intero sistema, mostrandone la fragilità economica e la sostenibilità complessiva, accelerando processi di trasformazione già presenti da tempo.
Già ora si vedono alcune conseguenze: le difficoltà finanziarie e la resistenza economica; la crisi del volontariato sportivo; la diminuzione del numero di praticanti delle discipline tradizionali; l'esplosione degli sport individuali, o meglio, di quelli che si sono sviluppati nel corso del tempo. individualistiCiò è favorito anche dalla diffusione di molte applicazioni digitali che, senza essere negative di per sé, incoraggiano la pratica di sport solitari; e dall'aumento del numero di praticanti di e-sport. Il mondo dello sport ha visto aumentare ulteriormente il divario tra lo sport professionistico di alto livello, dedicato allo spettacolo, e lo sport per tutti, di natura giovanile, amatoriale e sociale.
Come possiamo incoraggiare lo sport a essere visto come un'attività importante per la crescita integrale della persona?
-Lo sport non è mai stato un'esperienza puramente ricreativa o di intrattenimento. Certamente, quando si fa sport, le persone si divertono e la dimensione ludica è ancora la motivazione principale che le porta a praticare sport. Ed è importante che questo non vada perso. È un grande Buona fortuna È bene che lo sport sia divertente, ma molti lo hanno capito e sfruttato da un punto di vista puramente commerciale, approfittando della dimensione ludica per trasformarlo in intrattenimento. Fortunatamente, dispone ancora di molti anticorpi per resistere a queste aberrazioni. Fare sport è una pratica che coinvolge non solo la mente, ma anche il corpo e lo spirito. Ci avvolge completamente e ci infonde uno stile di vita fatto di virtù come il sacrificio, la perseveranza, l'impegno, la ricerca dell'eccellenza...