Mondo

Il cardinale Zuppi conclude la sua visita a Mosca

Il cardinale Matteo Zuppi ha completato la sua prima visita a Mosca come inviato di Papa Francesco con l'obiettivo di accelerare un accordo di pace tra Ucraina e Russia. Si tratta del passo successivo a un viaggio simile in Ucraina delle scorse settimane.

Antonino Piccione-30 giugno 2023-Tempo di lettura: 4 minuti

Kirill di Mosca e il cardinale Matteo Zuppi durante il loro incontro del 29 giugno 2023. ©CNS photo/Cortesia del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne della Chiesa ortodossa russa

"Questa guerra, insieme a tutti gli altri conflitti nel mondo, rappresenta una sconfitta per l'intera umanità e non solo per le parti direttamente coinvolte. Mentre è stato trovato un vaccino per il Covid-19, non sono ancora state trovate soluzioni adeguate per la guerra. Certo, il virus della guerra è più difficile da sconfiggere di quelli che colpiscono l'organismo umano, perché non viene dall'esterno, ma dall'interno del cuore umano, corrotto dal peccato (cfr. Vangelo di Marco 7, 17-23)". Così si è espresso Sua Santità Francesco nel suo Messaggio di inizio anno per la 6ª Giornata mondiale della paceHa concluso con l'auspicio che possiamo "camminare insieme, facendo tesoro di ciò che la storia può insegnarci". Ai Capi di Stato e di Governo, ai Capi delle Organizzazioni Internazionali, ai Leader delle diverse religioni: a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, auguro un buon anno!

Tra gli artigiani della pace, il Santo Padre ha scelto il cardinale Matteo Zuppi, dal 28 al 30 giugno, in un incontro speciale con il Papa. visita a Mosca finalizzato all'individuazione di iniziative umanitarie, proprio per aprire strade di pace. Durante la tre giorni, Zuppi ha incontrato S.E. Yuri Ushakov, Assistente del Presidente della Federazione Russa per gli Affari di Politica Estera, e Maria Lvova-Belova, Commissario del Presidente della Federazione Russa per i Diritti dei Bambini.

Durante una breve visita alla Chiesa di San Nicola a Tolmachi, nella Galleria Tretyakov, il Cardinale ha sostato in preghiera davanti all'icona della Madonna di Vladimir, alla quale ha affidato la sua missione. Ha inoltre avuto un proficuo incontro - come definito dal Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede - con Sua Santità Kirill, Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, al quale ha portato i saluti del Santo Padre e con il quale ha discusso di iniziative umanitarie che possano facilitare una soluzione pacifica.

Zuppi ha incontrato anche i vescovi della Conferenza episcopale russa, con i quali, insieme a un folto gruppo di sacerdoti e alla presenza di ambasciatori e rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri, ha presieduto una solenne concelebrazione nella Cattedrale dell'Arcidiocesi della Madre di Dio a Mosca.

È stata un'occasione per trasmettere alla comunità cattolica la vicinanza, il ricordo e le preghiere del Santo Padre. I risultati della visita saranno portati all'attenzione di Francesco, in vista di ulteriori passi.

Al centro della conversazione tra Kirill e Zuppi, in particolare, il lavoro comune delle Chiese "per servire la causa della pace e della giustizia", per "allentare le tensioni" del conflitto in Ucraina e "prevenire ulteriori conflitti armati". Parole che riecheggiano quelle della videochiamata tra Kirill e Francesco del 16 marzo 2022, durante la quale il Papa ha ribadito l'importanza di "unirsi" come pastori "nello sforzo di aiutare la pace" e anche che la Chiesa non deve usare "il linguaggio della politica, ma il linguaggio di Gesù". Kirill, secondo le agenzie di Stato russe, ha salutato il cardinale arcivescovo di Bologna, dichiarandosi "felice" per il suo arrivo a Mosca "accompagnato da fratelli che conosco bene".

"Apprezziamo che Sua Santità l'abbia mandata a Mosca. Lei è a capo di una delle più grandi metropoli e diocesi d'Italia ed è un arcivescovo famoso che sta svolgendo un servizio importante per il suo popolo", ha detto il Patriarca. Zuppi, da parte sua, lo avrebbe invitato a visitare Bologna.

Nell'omelia del 29 giugno, dedicata alla figura dei santi Pietro e Paolo, Zuppi, evidenziando le diverse caratteristiche dei due apostoli, ha parlato di "unità che non è data dal potere, ma dal servizio reciproco; non dal legame di sangue, ma da quello generato da Dio, che ci fa suoi, suoi figli, parte della sua famiglia". E ha avvertito: "La divisione cresce nell'indifferenza" e "la divisione è sempre uno scandalo per Gesù, che prega perché i suoi siano una cosa sola (...) Come una madre, la Chiesa invoca incessantemente il dono della pace, la cerca instancabilmente perché il dolore di ciascuno è il suo dolore". La Chiesa "è sempre madre", ha esclamato: questa è "l'unica ragione della missione che stiamo vivendo in questi giorni, voluta dal Successore di Pietro che non si rassegna e cerca di fare di tutto perché si realizzi presto la speranza di pace che nasce dalla terra".

Al di là della ricostruzione degli eventi che hanno segnato i tre giorni della visita dell'arcivescovo di Bologna a Mosca e dei toni comprensibilmente cauti dei comunicati ufficiali, possiamo dire che la missione dell'inviato di Papa Francesco è andata bene. "Senza trionfalismi ma positiva. I passi importanti sono stati, innanzitutto, l'apertura dimostrata sia a livello politico che religioso e la volontà di continuare un percorso. Direi che questo è il frutto concreto più positivo".

Con queste parole, riportate dall'agenzia Sir, il vescovo fa il punto della situazione. Paolo PezziL'arcivescovo di Mosca e presidente dei vescovi cattolici della Federazione Russa. "Nell'incontro con le autorità civili e religiose", dice, "l'emergenza umanitaria dei rifugiati, degli sfollati e dei prigionieri è stato il tema principale", e al termine di questa seconda tappa della missione di pace, "il cardinale Zuppi porterà a casa, prima di tutto, un'ottima accoglienza e, in secondo luogo, la volontà di continuare, che è ciò che porterà con sé. Zuppi si porterà a casa, innanzitutto, un'ottima accoglienza e, in secondo luogo, la volontà di continuare, che non era scontata". "Le mie considerazioni finali sono che vale la pena, vale sempre la pena di costruire ponti, perché questo è sempre un guadagno, mentre i muri sono sempre una perdita".

L'autoreAntonino Piccione

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