Uno spazio di riflessione è sempre una necessità in un mondo che cambia, forse troppo rapidamente. Tuttavia, la conferenza di Madrid ha dimostrato la difficoltà di un dialogo onesto su questioni fondamentali come quelle discusse.
Oggi assistiamo a una sorta di competizione fiscale, in cui ideologie di ogni tipo si contendono lo spazio del potere e in cui, allo stesso tempo, le conseguenze della perdita del senso del bene comune sono evidenti in tutti gli ambiti della vita umana.
Non c'è dubbio che le fondamenta di qualsiasi sistema sociale - la famiglia e l'istruzione - stiano attraversando momenti difficili nella nostra società.
Da un lato, la mancanza di sostegno istituzionale alla famiglia è stata denunciata senza mezzi termini dal giornalista Ana Iris SimónIl Parlamento europeo, che ha messo il dito nella piaga quando ha detto che c'è una parte della società che parla di famiglia ma non lavora perché le famiglie possano esistere. Non c'è nulla per cui "Noi giovani possiamo costruire una biografia che ci permetta di avere una famiglia"..
L'educazione, d'altra parte, è passata dall'essere un elemento chiave dello sviluppo sociale a un mero "strumento dolce" per i politici, manifestandosi in continui cambiamenti legislativi che portano, da un lato, a un'indifferenza pratica degli insegnanti nei confronti di queste legislazioni e, dall'altro, alla creazione di una guerra fittizia tra opzioni educative pubbliche, private e sovvenzionate che si conclude con la riduzione dei diritti e delle libertà delle famiglie.
Dalla mancanza di solidità di questa base sociale, si evincono quei problemi che sono stati evidenziati durante le tavole rotonde che si sono svolte nella recente riunione della Fondazione Paolo VI.
La mancanza di occupazione e di formazione per adattarsi al mercato del lavoro, la polarizzazione politica che si limita a risolvere la vita dei partiti e non quella dei cittadini; La mancanza di occupazione e l'inadeguatezza della formazione per il mercato del lavoro, la polarizzazione politica che si limita a risolvere la vita dei partiti piuttosto che dei cittadini, o la considerazione della democrazia come una sorta di religione suprema che vediamo troppo spesso sottomessa ai capricci delle leggi della propaganda piuttosto che alla ricerca del bene comune, sono state alcune delle realtà che, in un modo o nell'altro, hanno fatto riferimento, nel corso di queste riflessioni, all'assenza di uno spazio comune di principi non negoziabili come la dignità degli esseri umani o i diritti fondamentali che sono le fondamenta di qualsiasi società.
Di conseguenza, il futuro appare a dir poco incerto. Forse per questo motivo, la tavola rotonda dedicata alle aspettative dei giovani di oggi è stata una delle più critiche e accurate nell'analisi di questa generazione "ansiosa di principi e valori" che dà grande valore alle sicurezze che non ha potuto avere: una casa, una stabilità familiare, un lavoro...
La generazione che verrà è quella che "torna" dal mito della vita senza legami e, come ha sottolineato Diego Garrocho, la postmodernità è passata dall'essere relativista all'essere fondamentalista.
A polarizzazione di posizioni che possono contribuire poco nello spazio pubblico e che rischiano di allontanare i suoi sostenitori dall'arricchimento e dalla necessità del dialogo, basato sui principi fondamentali della dignità umana.
Per questo motivo, e anche se è passata più inosservata di altre questioni, la denuncia del presidente della Conferenza episcopale spagnola del silenzio della proposta cattolica da parte della "...".le fiorenti ideologie del momento".Il "in particolare su quattro punti: la visione cattolica dell'essere umano, la morale sessuale, l'identità e la missione della donna nella società e la difesa della famiglia formata dal matrimonio tra un uomo e una donna" porta, di fatto, a un grave errore e a una grave perdita della pluralità e dell'apertura del dialogo sociale e della costruzione di un futuro comune.
In questo futuro imperscrutabile, in cui scenari possibili e impossibili sembrano andare di pari passo, la voce dei cattolici è sfidata, nelle parole di Jesús Avezuela, Direttore Generale della Fondazione Paolo VI, a "fornire risposte e soluzioni, creare un ambiente favorevole che ci aiuti a costruire un programma contemporaneo, nel rispetto delle scelte di ciascuno"..