Spagna

La legge sull'aborto è "al servizio del neocapitalismo selvaggio".

La Corte Costituzionale spagnola vuole includere l'aborto come diritto costituzionale in una legge che, tra le altre cose, consentirà l'interruzione della vita dei nascituri con sindrome di Down fino a cinque mesi e mezzo di gestazione.

Maria José Atienza-10 febbraio 2023-Tempo di lettura: 3 minuti
il diritto alla vita

La Spagna vuole unirsi ai Paesi i cui diritti fondamentali, soprattutto per le persone più vulnerabili, sono in declino. Nei giorni scorsi, la Corte Costituzionale ha respinto la relazione che dichiarava incostituzionale la "Legge organica 2/2010 sulla salute sessuale e riproduttiva e l'interruzione volontaria di gravidanza", e ha richiesto una nuova relazione.

In qualità di presidente della Sottocommissione episcopale per la famiglia e la difesa della vita della Conferenza episcopale spagnola, mons. José Mazuelos: "È stato istituito un tribunale per approvare una legge ingiusta, ideologica e antiscientifica.

L'obiettivo di questo nuovo rapporto è quello di dichiarare l'aborto come un diritto, "dichiarando costituzionalmente che ci sono esseri umani che non hanno diritti, e quindi approvando una legge ideologica e antiscientifica che promuove l'ineguaglianza" come la nota della Sottocommissione episcopale per la famiglia e Difesa della Vita della Conferenza Episcopale Spagnola in vista di questa decisione della Corte Costituzionale.

Al servizio del neocapitalismo più selvaggio

La nota elenca tre delle caratteristiche di questa legge, che mira a rendere costituzionale il diritto di eliminare una vita. La legge risponde fondamentalmente a una questione ideologica e al servizio del neocapitalismo più selvaggio che sostiene l'eliminazione degli esseri umani nella prima fase della loro vita. 

La legge rifiuta anche laprove scientifiche che, grazie ai progressi, è possibile affermare con ancora più forza che negare l'esistenza di una nuova vita nel grembo di una donna incinta fin dal concepimento è irrazionale.

La legge sull'aborto è inoltre profondamente ingiusta e promuove la disuguaglianza, in quanto consente alle persone con disabilità di avere una migliore qualità di vita. Sindrome di Down vengono abortiti fino a cinque mesi e mezzo di gestazione, cioè la loro vita non ha alcun valore. Rendendo costituzionale questo "diritto", si permetterà un attacco alla vita umana e all'uguaglianza di tutti. 

La storia ci insegna che ogni volta che gli esseri umani hanno messo in dubbio la dignità o il valore di alcune vite umane, per vari motivi, come la razza, il colore della pelle o il credo, si sono sbagliati di grosso. Allo stesso modo, è un deplorevole errore mettere in discussione la dignità della vita umana sulla base dell'età.

Proteggere la vita di madri e bambini

La nota della Conferenza episcopale non dimentica che, nell'ambito della difesa della vita, è necessario avere una visione ampia che includa la difesa dei più vulnerabili, tra i quali, in questo caso, si trovano anche molte delle donne più vulnerabili. donne sotto pressione per interrompere la gravidanza. A questo punto la nota afferma che "vogliamo essere al loro fianco, accogliendoli e offrendo loro un aiuto completo". Allo stesso tempo, ci rivolgiamo a quelle donne che hanno avuto un aborto volontario, con il desiderio di ricordare loro che, nel volto misericordioso di Gesù, troveranno consolazione e speranza" e chiede alle "diverse amministrazioni che, invece di proclamare il diritto all'aborto, promuovano iniziative che aiutino le donne a vivere la loro maternità, evitando di essere condannate all'aborto".

In questo ambito, esistono numerose iniziative non solo legate alla Chiesa cattolica ma anche private che, ogni giorno, aiutano le donne che hanno problemi a portare a termine la gravidanza, come ad esempio Rete MadreProgetto Provida o Progetto Maternità.

Esiste anche il Progetto Rachele, che fornisce servizi a donne che hanno abortito e le persone coinvolte nell'aborto indotto con un'assistenza personalizzata attraverso una rete diocesana di sacerdoti, consulenti, psicologi e psichiatri.

Lotta in Europa

Lo scorso giugno, gli Stati Uniti hanno ratificato l'abrogazione del famigerato Roe contro WadeLa posizione del Parlamento europeo è che l'eliminazione di un essere umano non rientra nei diritti fondamentali. Tuttavia, in Europa, ci sono pressioni per includere l'aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell'UE.

Di fronte a questa violazione dei diritti fondamentali delle persone più vulnerabili, la Fondazione Università CEU San Pabloinsieme a Uno di noi e più di 50 organizzazioni civili, ha organizzato a Bruxelles una conferenza internazionale su questa proposta alla quale hanno partecipato più di 150 persone, tra cui europarlamentari, giuristi e intellettuali provenienti da Slovenia, Ungheria, Portogallo, Francia, Slovacchia, Austria, Germania e Italia. Negli interventi è stato sottolineato che di fronte a questa proposta la difesa attiva della vita è fondamentale.

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