Vaticano

L'eredità teologica pastorale di Papa Francesco dopo 10 anni di pontificato

10 messaggi di Francesco dai suoi 10 anni di Pontificato. Così Mariano Fazio, vicario ausiliare dell'Opus Dei, riassume l'eredità che il Papa ha lasciato alla Chiesa e alla società dal 2013 a oggi. Queste idee sono state presentate in occasione di un evento recentemente organizzato dall'Accademia dei leader cattolici e dalla Pontificia Commissione per l'America Latina.

Mariano Fazio-13 marzo 2023-Tempo di lettura: 4 minuti
fazio papa francesco

Foto: Papa Francesco saluta Mariano Fazio durante un'udienza nel novembre 2021.

Vorrei sottolineare alcuni punti del Magistero di Papa Francesco, che stanno aiutando a rinnovare la fede della Chiesa sempre all'interno della tradizione.

Dieci anni sono tanti, quindi si tratta necessariamente di una selezione di idee.

"Il nome di Dio è misericordia"..

Nel ricordarci che Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre, Papa Francesco porta in primo piano una realtà su cui tanto insisteva San Giovanni Paolo II: ci dice che l'annuncio della kerigma è il messaggio fondamentale della fede cristiana. Dio si è incarnato per salvarci, morendo sulla croce e aprendoci le porte del suo perdono attraverso la sua infinita misericordia.

Le Beatitudini, il cuore del Vangelo.

Sia le beatitudini che il capitolo 25 del Vangelo di Matteo - dove si parla delle vergini stolte e sagge, della parabola dei talenti e del giudizio finale - sono al centro del Vangelo, perché questi testi rivelano la misericordia di Dio e la sua accoglienza nel cuore di ogni persona.

Il matrimonio, una condivisione dell'amore di Dio.

A Amoris laetitiaeIl Papa rilegge l'inno all'amore della lettera di San Paolo ai Corinzi, che ci permette di capire che l'amore degli sposi è una partecipazione all'amore di Dio: "Posso avere una fede tale da spostare le montagne; se non ho l'amore, non sono nulla", dice San Paolo.

E il Papa aggiunge nella sua esortazione apostolica: "Non possiamo incoraggiare un cammino di fedeltà e di reciproca donazione se non stimoliamo la crescita, il consolidamento e l'approfondimento dell'amore coniugale e familiare".". Propone, in particolare, di usare tre parole in famiglia per stimolare questo amore: grazie, perdono, permesso.

Il Buon Samaritano, un'ispirazione per accogliere gli altri.

Nell'enciclica Fratelli tutti, il Papa propone una rilettura della parabola del Buon Samaritano. Ne rintraccia gli antecedenti nell'Antico Testamento e chiede al lettore con quale personaggio si identifichi.

Guardando al mondo di oggi e anche alla Chiesa, afferma: "C'è ancora chi sembra sentirsi incoraggiato o almeno autorizzato dalla propria fede a sostenere varie forme di nazionalismo chiuso e violento, atteggiamenti xenofobi, disprezzo e persino maltrattamento di chi è diverso". Francesco chiede che la catechesi e la predicazione siano più attente a parlare della dignità di ogni persona.

La santità "della porta accanto"..

A Gaudete et exsultateFrancesco porta la santità nella vita ordinaria, ricordando quei gesti quotidiani che possiamo portare a pienezza con la presenza di Dio. Dice: "Mi piace vedere la santità nel popolo paziente di Dio: nei genitori che crescono i loro figli con tanto amore, negli uomini e nelle donne che lavorano per portare a casa il pane, nei malati, nelle sorelle anziane che continuano a sorridere. In questa costanza di andare avanti giorno per giorno, vedo la santità della Chiesa militante. Questa è spesso la santità accanto a noidi coloro che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio o, per usare un'altra espressione, "la classe media della santità"".

Ai giovani: Dio è amore. Cristo salva. Vivere.

Queste tre realtà costituiscono l'annuncio kerigmatico esperienziale che Francesco vuole trasmettervi. "Non conoscerete la vera pienezza dell'essere giovani - dice in Christus vivit-Se non si incontra il grande amico ogni giorno, se non si vive nell'amicizia con Gesù. Aggiunge che gli amici ci aiutano a maturare e sono, allo stesso tempo, un riflesso dell'affetto del Signore.

Avere amici ci insegna ad aprirci, a capire, a prenderci cura degli altri, a uscire dalla nostra zona di comfort. Per questo l'amicizia con Gesù trasforma, perché "vi vuole come suoi strumenti per diffondere luce e speranza, perché vuole contare sul vostro coraggio, sulla vostra freschezza e sul vostro entusiasmo". Il Signore invita tutti all'annuncio missionario in "ogni ambiente, anche alle periferie esistenziali, anche a coloro che sembrano i più lontani, i più indifferenti".

Contagio con la gioia del Vangelo.

Il Papa ci invita a vivere e trasmettere la gioia del Vangelo, e ce lo ricorda con espressioni come: "Non fate una Quaresima senza Pasqua". In altre parole, il cristiano deve rinnovare la speranza - a volte anche tante volte al giorno - perché "Dio può agire in ogni circostanza, anche in mezzo ad apparenti fallimenti". Il pessimismo non è cristiano. Chi si dona a Dio per amore sarà fecondo.

"Tale fecondità è spesso invisibile, non fertile, non spiegabile. Si sa bene che la propria vita porterà frutto, ma senza pretendere di sapere come, o dove, o quando". Nulla di ciò che si fa per amore va perduto: nessun lavoro, nessuna preoccupazione sincera, nessun atto d'amore per Dio, nessuna fatica generosa... Ma questa attesa non implica inattività o un atteggiamento passivo perché, nel mistero di un'apparente sterilità, "sappiamo solo che la nostra dedizione è necessaria".

Cura e protezione della casa comune.

Traendo ispirazione dalle parole del santo di Assisi -"Laudato si'"-Papa Francesco ricorda la necessità di prendersi cura della terra, che ci è stata affidata da Dio. "Vi invito con urgenza a un nuovo dialogo su come stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di una conversazione che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che stiamo affrontando, e le sue radici umane, riguardano e hanno un impatto su tutti noi".

Il Papa sottolinea l'intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta, con la convinzione che tutto nel mondo è collegato. Denuncia inoltre la cultura dell'usa e getta e propone una base per sviluppare una nuova ecologia umana.

La fede, luce per vedere noi stessi e per vedere come Cristo.

Il Papa ha dedicato la sua prima enciclica alla fede. Lumen fidei spiega che la fede ci aiuta a partecipare alla visione di Gesù. "Per la fede, Cristo non è solo colui nel quale crediamo, la manifestazione ultima dell'amore di Dio, ma anche colui al quale ci uniamo per credere. La fede non guarda solo Gesù, ma guarda dal punto di vista di Gesù, con i suoi occhi: è una partecipazione al suo modo di vedere".

Ha anche sottolineato che è urgente recuperare il carattere luminoso della fede, "perché quando la sua fiamma si spegne, tutte le altre luci finiscono per spegnersi". La fede, dice il Papa, nasce dall'incontro con il Dio vivente, che ci chiama e ci rivela il suo amore, "un amore che ci precede e sul quale possiamo contare per essere sicuri e costruire la vita".

La pietà e la rivoluzione della tenerezza.

Il Papa ha fatto numerosi riferimenti alle devozioni cristiane che possono provocare una rivoluzione nella vita dei cristiani se sono vissute con tenerezza: ha invitato a mettere il presepe a Natale per accogliere Dio (Admirabile Signum)ha scritto su San Giuseppe affinché possiamo imparare a essere custodi degli altri. (Patris Corde) e sappiamo che va a salutare la Madonna nella basilica romana di Santa Maria Maggiore ogni volta che torna da un viaggio. Sono i gesti di un figlio da cui impariamo a essere figli del Padre.

L'autoreMariano Fazio

Sacerdote, storico e professore. Attuale vicario ausiliare dell'Opus Dei.

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