Sono passati quasi quattro anni (12 settembre 2019), nel pieno della pandemia di Covid-19, quando Papa Francesco ha lanciato un'alleanza educativa globale per la pace, la giustizia e l'accoglienza tra i popoli, la cosiddetta Patto globale per l'istruzione.
L'anno successivo, il 15 ottobre 2020, questo "Patto" è stato rilanciato in un evento pubblico presso la Pontificia Università Lateranense, durante il quale sono state riaffermate due grandi responsabilità nel mondo dell'educazione, e in particolare nell'educazione cattolica: trasformare i luoghi dell'educazione in vere comunità educanti e non solo come luoghi in cui si impartiscono nozioni; costruire una cultura dell'educazione integrale che superi la frammentazione e la giustapposizione dei saperi.
Costruttori di comunità
All'inizio di quest'anno, Papa Francesco aveva dedicato l'intenzione di preghiera per il mese di gennaio attraverso il Rete mondiale di preghiera del Papa al tema dell'educazione. In questo caso, il Pontefice si riferiva in particolare agli educatori, coloro che quotidianamente hanno tra le mani la possibilità di compiere "un atto d'amore che illumina il cammino" dei più giovani e che, con il loro sapere, il loro impegno e la gioia di comunicarlo, possono essere veri "creatori di comunità", testimoni credibili.
Qualche settimana fa, però, è stata diffusa una "lettera congiunta", firmata dai superiori dei Dicasteri per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica e per la Cultura e l'Educazione, rivolta in particolare a coloro che si occupano della missione educativa delle scuole cattoliche. Si tratta di una realtà che comprende oltre 240.000 istituti scolastici, molti dei quali gestiti da Istituti di Vita Consacrata.
L'occasione ha fatto seguito all'incontro tenutosi un mese prima in Vaticano con i protagonisti delle scuole cattoliche, che hanno potuto parlare della loro variegata realtà. Una "rete globale" che oggi deve affrontare molte sfide.
Gli effetti della pandemia si fanno indubbiamente ancora sentire nel campo dell'educazione, ma non meno importanti sono le costanti crisi economiche globali, la crisi della natalità, la grave povertà, così come le disuguaglianze nell'accesso al cibo, all'acqua, alla salute, all'istruzione e all'informazione, la carenza di vocazioni, ecc. che rendono urgente dare nuova vita e sostanza alla missione educativa, che spesso deve affrontare riduzioni e chiusure. Infatti, scrivono i cardinali Braz de Aviz e Tolentino Calça de Mendonça, quando ciò accade "si spegne un luogo che identifica e custodisce una porzione di speranza".
Recuperare la speranza
Dove recuperare dunque questa speranza? La soluzione sembra essere quella che Papa Francesco ha già accennato lo scorso 25 febbraio nell'incontro con le Università Pontificie e le Istituzioni Pontificie Romane, con l'invito e la disponibilità a "fare coro", superando l'autoreferenzialità, l'effimera contemplazione delle glorie passate e mettendo in comune le potenzialità di ognuno di noi.
Anche per i due dicasteri del Curia romana dedicato alla Vita Consacrata e all'Educazione, questo approccio può essere fondamentale per favorire un "punto di partenza", un nuovo salto in avanti.
Fare "coro", insomma, tra tutti gli educatori, vescovi, parroci, realtà pastorali e tra i tanti carismi educativi per farne emergere tutta la ricchezza. Lavorare per creare iniziative, "anche di carattere sperimentale", che non manchino di fantasia, creatività, audacia... Infatti, la crisi - si legge nella lettera congiunta - "non è il momento di mettere la testa sotto la sabbia, ma di alzare lo sguardo verso le stelle, come Abramo (Genesi 15, 5)".
Tutto questo sarebbe comunque impossibile senza la dedizione degli insegnanti e del personale amministrativo e di servizio della comunità educativa mondiale, "fili di diverso colore tessuti in un unico arazzo", e senza la presenza delle famiglie e delle tante diocesi e istituti di vita consacrata, che da parte loro continuano a investire "notevoli energie umane e risorse finanziarie" per continuare l'avventura di una missione educativa a servizio dell'umanità.