Alle 23.19 della notte tra lunedì 12 e martedì 13 giugno - riferisce vaticanews.va - è partito dalla base californiana di Vandenberg il satellite che trasporta il nano-libro con le parole di speranza che Francesco ha pronunciato in Piazza San Pietro il 27 marzo 2020, nel pieno della pandemia.
Una volta in orbita, il Cubesat costruito dal Politecnico di Torino trasmetterà alcuni messaggi di speranza del Papa, che potranno essere captati dai radioamatori di tutto il mondo. L'iniziativa è promossa dal Dicastero per la Comunicazione.
160 pagine compresse in un nano-libro grande come una punta di spillo. Il primo satellite del Vaticano, Spei SatellesLa speranza, la speranza, va in orbita: titoli sui giornali nazionali e internazionali.
Un messaggio di speranza, in linea con il documento contro le armi e per la pace firmato sabato da 30 premi Nobel (tra cui Giorgio Parisi) durante un incontro con i premi Nobel per la pace. incontro organizzato dalla Santa Sede in Piazza San Pietro. Obiettivo di questo documento di condanna di tutti i conflitti, un miliardo di firme.
Mentre il Cardinale Zuppi cerca di mediare una tregua nella guerra russa in Ucraina, il Vaticano mette in gioco tutta la sua autorità morale.
SpeiSat, grande come una scatola di scarpe e pesante due chili, è stato costruito in tre mesi da un team di giovani ricercatori del Politecnico di Torino guidati da Sabrina Corpino, docente del Dipartimento di Ingegneria Aerospaziale.
Due i compiti principali: far volare il libro di Papa Francesco "Perché avete paura, non avete ancora fede?" (Piemme Edizioni, 14 euro) e trasmettere ogni due minuti i messaggi pontifici che tutti i radioamatori del mondo possono captare sulla frequenza 437.5 MH.
Sebbene sia distribuito su un piano, le sue 160 pagine occupano nove metri quadrati, il nano-libro è appena visibile a occhio nudo e pesa meno di un grammo, tanto che, nel maneggiarlo sotto il sistema di vuoto della camera bianca in un seminterrato del Politecnico, i ricercatori hanno avuto "paura di inalarlo". Il chip, grande circa un terzo di un'unghia, contiene 222.655 caratteri di testo.
L'orbita - che SpeiSat si completerà ogni 90 minuti - è un'orbita polare geosincrona inclinata di 97,6 gradi sopra l'equatore a 550 chilometri dalla superficie terrestre.
Dei 90 minuti, 60 saranno esposti al Sole (per alimentare celle fotovoltaiche a triplo strato con un'efficienza di 27%, fornite da Cesi) e 30 all'ombra della Terra.
Successo della missione
Oltre alla missione religiosa, il satellite porta a bordo due esperimenti, uno per misurare il campo magnetico terrestre con magnetometri su tre assi, e l'altro sul controllo termico del satellite per mezzo di sensori di temperatura che invieranno dati alla sala di controllo installata al Politecnico.
Una volta raggiunta l'orbita a 550 chilometri, il Falcon rilascerà il satellite madre ION, un contenitore multisatellitare gestito dall'italiana D-Orbit.
ION si schiuderà un paio di settimane dopo. Solo allora si potrà dire che SpeiSat, che è stato benedetto a Roma da Papa Francesco alla vigilia del suo primo recente ricovero in ospedale, ha raggiunto il suo obiettivo.
L'operazione SpeiSat, sostenuta dall'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e dal Cnr, sotto la direzione del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, è stata mediata da don Luca Peyron, laureato in Giurisprudenza e Teologia Pastorale, fondatore del Servizio per l'Apostolato Digitale, astrofilo con un telescopio sul tetto della sua parrocchia a Torino.