Vaticano

Laudato si'. Il Papa avverte del pericolo che l'uomo "pretenda di sostituirsi a Dio".

Otto anni dopo la pubblicazione di Laudato Si'Papa Francesco richiama ancora una volta la necessità di un "cammino di riconciliazione con il mondo" nella sua nuova Esortazione Apostolica Laudato si'pubblicato oggi, festa di San Francesco d'Assisi, esempio di santità e di rispetto per la casa comune.

Maria José Atienza-4 ottobre 2023-Tempo di lettura: 5 minuti
papa laudate deum

Foto: Il Papa alla Veglia prima del Sinodo ©CNS photo/Vatican Media

"Non abbiamo abbastanza reazioni mentre il mondo che ci abbraccia si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura", con questa affermazione esordisce, in pratica, Laudato si'La sesta Esortazione Apostolica di Papa Francesco, che questa volta si concentra sulla crisi climatica, è stata pubblicata il 4 ottobre 2023, festa di San Francesco d'Assisi, tre giorni dopo l'inizio del suo mandato. Fratelli Tutti.

Il Papa inizia questa lettera concentrandosi sulla crisi climatica globale. Qui sottolinea come "è vero che non tutte le catastrofi specifiche possono essere attribuite ai cambiamenti climatici globali. Tuttavia, è verificabile che alcuni cambiamenti del clima provocati dall'uomo aumentano significativamente la probabilità di eventi estremi sempre più frequenti e intensi". 

Questo riconoscimento della responsabilità dell'uomo, insieme alle cause che sfuggono al suo controllo, è una costante di questa nuova Esortazione apostolica che ci ricorda, in più di un'occasione, che la natura non è semplicemente una "cornice per l'uomo", ma che tutti noi ne facciamo parte come risultato della potenza creatrice di Dio.

Resilienza ai cambiamenti climatici

Il pontefice accenna alle resistenze e alle critiche che, anche all'interno della Chiesa, nota di fronte a quella che considera una realtà urgente. In questo senso, Laudato si' Il rapporto include alcune delle "ragioni" utilizzate per ridicolizzare le preoccupazioni sul degrado ambientale, come i problemi di gelo, le precipitazioni o la disinformazione.

Il Papa sottolinea a questo punto che "non mancano coloro che incolpano i poveri perché hanno troppi figli e pretendono addirittura di risolvere il problema mutilando le donne dei Paesi meno sviluppati. Come sempre, sembra che la colpa sia dei poveri. Ma la realtà è che l'1% più ricco del pianeta inquina più del 50% più povero dell'intera popolazione mondiale, e che le emissioni pro capite dei Paesi più ricchi sono molte volte superiori a quelle dei più poveri. Una realtà che viene raramente evidenziata, soprattutto nel cosiddetto blocco occidentale.

Francesco non nasconde la difficoltà di realizzare una "transizione verso forme di energia rinnovabile, ben gestita" per evitare, come è accaduto in alcune occasioni, la distruzione di numerosi posti di lavoro. A questo punto, il Papa sottolinea la necessità che politici e imprenditori si occupino di una gestione integrata che non elimini posti di lavoro all'insegna dell'ambientalismo.

Tutto ciò che cessa di essere un dono, diventa uno schiavo.

Dopo aver analizzato i rischi e le situazioni derivanti dal degrado ambientale e dall'avanzare della crisi climatica, il Papa esorta a "una visione più ampia che ci permetta non solo di meravigliarci delle meraviglie del progresso, ma anche di prestare attenzione ad altri effetti che probabilmente un secolo fa non potevano nemmeno essere immaginati. Non ci viene chiesto nulla di più che una certa responsabilità per l'eredità che lasceremo dietro di noi mentre attraversiamo questo mondo". 

A questo proposito, Francesco ricorda che già in Laudato Si'ha offerto "un breve sviluppo del paradigma tecnocratico che è alla base dell'attuale processo di degrado ambientale. Si tratta di "un modo di intendere la vita e l'azione umana che si è smarrito e contraddice la realtà fino a danneggiarla"". Un'idea di progresso e di potere umano assoluto che progressi come l'intelligenza artificiale hanno consolidato in molte persone.

Di fronte a questa idea di potere illimitato, il Papa ci ricorda che "le risorse naturali richieste dalla tecnologia, come il litio, il silicio e tante altre, non sono illimitate, ma il problema più grande è l'ideologia che sottende un'ossessione: accrescere il potere umano oltre ogni immaginazione, di fronte al quale la realtà non umana è una mera risorsa al suo servizio. Tutto ciò che esiste cessa di essere un dono da apprezzare, valorizzare e curare, e diventa uno schiavo, una vittima di qualsiasi capriccio della mente umana e delle sue capacità". 

In questa lettera, il Papa attacca ancora una volta quella che definisce la "logica del massimo profitto al minimo costo, mascherata da razionalità, progresso e promesse illusorie". Una logica che ha portato all'impianto di scorie nucleari o all'insediamento di industrie inquinanti nelle aree più povere del pianeta senza tenere conto della vita e dello sviluppo dei suoi abitanti. Una logica che, nelle parole del Papa, "rende impossibile ogni sincera preoccupazione per la casa comune e ogni preoccupazione di promuovere coloro che sono scartati dalla società".

A questo proposito, chiarisce il pontefice, "un conto è avere un sano approccio al valore dello sforzo, allo sviluppo delle proprie capacità e a un lodevole spirito di iniziativa, ma se non si cerca una reale uguaglianza di opportunità, questa diventa facilmente un paravento che consolida ulteriormente i privilegi di pochi con maggior potere. In questa logica perversa, cosa importa loro dei danni alla casa comune se si sentono sicuri sotto la presunta armatura delle risorse economiche che hanno ottenuto grazie alle loro capacità e ai loro sforzi?".

Uno sforzo comune

Un altro dei blocchi principali di questa lettera è dedicato alla necessità di uno sforzo comune, un "nuovo multilateralismo" che integri i meccanismi per una cooperazione efficace e che comporti un impegno reale da parte dei Paesi in questo senso.

In questo senso, il Papa ricorda in Laudato si' la necessità di avere una visione olistica che affronti allo stesso modo questi problemi.

"Cercare solo un rimedio tecnico a ogni problema ambientale che si presenta", ricorda il Papa, "significa isolare cose che in realtà sono intrecciate e nascondere i veri e più profondi problemi del sistema mondo".

Ancora una volta, il Papa sottolinea l'urgenza di "rispondere alle nuove sfide e reagire con meccanismi globali alle sfide ambientali, sanitarie, culturali e sociali, soprattutto per consolidare il rispetto dei più elementari diritti umani, dei diritti sociali e della cura della casa comune". Solo così, sottolinea il pontefice, si potrà superare il rischio di "rimanere imbrigliati nella logica del rattoppare, rappezzare, legare con fili di ferro, mentre sotto avanza un processo di deterioramento che continuiamo ad alimentare". 

Un appello ai fedeli

Anche se il titolo dell'Esortazione apostolica Laudato si' si rivolge a "tutti gli uomini di buona volontà", il Papa dedica l'ultima parte della lettera in modo speciale ai credenti.

In questo senso, ricorda Francesco, "Dio ci ha uniti a tutte le sue creature". In questo contesto, il pontefice fa appello a un antropocentrismo situato che, pur riconoscendo il "valore speciale e centrale dell'essere umano in mezzo al meraviglioso concerto di tutti gli esseri", riconosce anche "che la vita umana è incomprensibile e insostenibile senza le altre creature".

Ripensare noi stessi e "comprenderci in modo più umile e più ricco", questa la proposta di Papa Francesco che invita i credenti "a un cammino di riconciliazione con il mondo che ci ospita, e ad abbellirlo con il nostro contributo".

Laudato si' conclude con un appello alla responsabilità personale, sottolineando che "non ci sono cambiamenti duraturi senza cambiamenti culturali, senza una maturazione nello stile di vita e nelle convinzioni delle società, e non ci sono cambiamenti culturali senza cambiamenti nelle persone". 

Francesco chiude con una potente affermazione secondo cui "l'essere umano che pretende di sostituirsi a Dio diventa il peggior pericolo per se stesso", che, in sintesi, contiene la chiave per Laudato si'

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