"La luce è sempre più forte delle tenebre".. Questo è stato il punto di partenza della riflessione che Papa Francesco ha rivolto quest'anno a tutti coloro che lavorano nella Curia romana, dai cardinali al personale delle nunziature, in occasione dello scambio di auguri natalizi.
La stessa nascita di Gesù, avvenuta in un contesto socio-politico carico di tensioni e di oscurità, riassume la logica divina che non si ferma di fronte al male, ma lo trasforma radicalmente in bene, donando la Salvezza a tutti gli uomini, ha spiegato il Papa.
Francesco ha poi ricordato i momenti difficili che hanno caratterizzato l'ultimo anno della Chiesa, "Assalto di tempeste e uragani". e dalla conseguente perdita di fiducia di alcuni che hanno finito per abbandonarla; altri che per paura, o per altri fini, hanno cercato di colpirla; altri ancora che sono stati appagati da queste tensioni. Tuttavia, ci ha ricordato il Papa, sono moltissimi coloro che continuano ad aggrapparsi ad essa nella certezza che "Il potere dell'inferno non lo sconfiggerà".
Molte sono le "afflizioni" che caratterizzano il pellegrinaggio della Sposa di Cristo nel mondo. Il primo pensiero è stato rivolto agli immigrati, vittime della paura e del pregiudizio, circondati da tante "afflizioni". "Disumanità e brutalità".. Poi ha parlato dei nuovi martiri, di tanti cristiani perseguitati, emarginati e discriminati che, nonostante tutto, sono stati in grado di fare la loro parte. "continuare ad abbracciare coraggiosamente la morte per non rinnegare Cristo".. Grazie a Dio ci sono "numerosi buoni samaritani".giovani, famiglie, movimenti caritatevoli e di volontariato.
La testimonianza di questi ultimi, purtroppo, non può nascondere l'infedeltà di alcuni figli e ministri della Chiesa, in particolare di quelli responsabili di "Abusi di potere, di coscienza e abusi sessuali".. E questo è il grande nervo scoperto, che il Papa ha affrontato senza mezze misure nel suo discorso. "Anche oggi ci sono 'unti del Signore', uomini consacrati, che abusano dei deboli, usando il loro potere morale e di persuasione. Commettono abomini e continuano a esercitare il loro ministero come se nulla fosse".. Si tratta di persone che "Non temono Dio o il suo giudizio, temono solo di essere scoperti e smascherati".e così facendo "lacerare il corpo della Chiesa".provocando scandali e screditando la sua missione di salvezza.
Parole molto dure, pronunciate con un groppo in gola, proprio perché si tratta di una maledizione. "che grida la vendetta del Signore".La sofferenza delle numerose vittime non viene dimenticata. Di fronte a questi atti abominevoli, la Chiesa farà di tutto per assicurare i colpevoli alla giustizia e sempre - a differenza del passato - affronterà questi casi con serietà e tempestività, avvalendosi di esperti e cercando di trasformare gli errori in opportunità. L'obiettivo è sradicare questo male non solo dalla Chiesa, ma anche dalla società. Il Papa ha poi lanciato un appello agli abusatori: "Convertitevi e abbandonatevi alla giustizia umana, e preparatevi alla giustizia divina"..
Tra le altre afflizioni, quella dell'infedeltà di coloro che "tradiscono la loro vocazione, il loro giuramento, la loro missione, la loro consacrazione a Dio e alla Chiesa", seminando zizzania, divisione e confusione, come moderni Giuda Iscarioti che si vendono per trenta pezzi d'argento.
L'ultima parte del discorso di Francesco è stata dedicata alle gioie dell'anno passato, dal Sinodo sui giovani, ai passi compiuti nella riforma della Curia romana, ai nuovi Beati e Santi. "che adornano il volto della Chiesa e irradiano speranza, fede e luce".compresi i 19 martiri dell'Algeria.
È anche un motivo di gioia "il grande numero di persone consacrate, di vescovi e di sacerdoti, che vivono quotidianamente la loro vocazione nella fedeltà, nel silenzio, nella santità e nell'abnegazione".. Con la loro testimonianza di fede, amore e carità "illuminare le tenebre dell'umanità".lavorare a favore dei poveri, degli oppressi e degli ultimi.
Per portare la luce", ha concluso Papa Francesco, "dobbiamo essere consapevoli delle tenebre, essere tutti vigili e attenti con la volontà di purificarci continuamente, riconoscendo umilmente i nostri errori per correggerli, rialzandoci dalle nostre cadute e infine aprendo i nostri cuori all'unica vera luce, Gesù Cristo, che può trasformare le tenebre e vincere il male".
È il Natale, infatti, che dà "la certezza che la Chiesa uscirà da queste tribolazioni ancora più bella, purificata e splendida".