Jaume Vives e Manu Martino, creatori con esperienza in documentari d'impatto, presentano il loro nuovo progetto sui cristiani perseguitati: un'iniziativa che unisce social network e cinema per dare voce a chi vive la propria fede in mezzo alle avversità. Con una comunità online che esplora l'avventura, le informazioni e la bellezza di queste storie, cercano di generare impatto e riflessione prima di culminare in un potente documentario.
Può presentare brevemente chi è e qual è stato il suo percorso professionale?
- Siamo Jaume Vives e Manu Martino. Jaume ha girato un documentario qualche anno fa (Guardiani della fede) sui cristiani perseguitati in Iraq al culmine dell'invasione dell'ISIS. Anni dopo è tornato a documentare ciò che era accaduto a quei cristiani che aveva incontrato anni prima e ha realizzato un secondo documentario: I pacificatori.
Manu è produttore esecutivo di Advenire Films, una società di produzione di pubblicità e documentari. È infatti uno dei produttori coinvolti nel documentario di Gratuitoil più visto del 2023, che è stato acquistato anche da Movistar Plus +.
Cosa l'ha spinta a realizzare un documentario sui cristiani perseguitati?
- La questione dei cristiani perseguitati è cruciale perché essi rappresentano il modo più autentico di vivere il Vangelo: vivere e morire per Cristo nell'amore.
Nonostante abbiano perso tutto, educano i loro figli ad amare Dio e a trovare motivi per ringraziarlo e per perdonare i loro nemici. Vivono con gioia e pace autentiche, anche nella sofferenza estrema. Dimostrano che la fede è fiducia e richiede un abbandono totale, ma Dio dà il 101%.
Fin dai primi secoli del cristianesimo, la persecuzione dei cristiani ha sollevato profondi interrogativi anche in ambienti ostili o non credenti. Colpisce la dedizione gioiosa e pacifica dei martiri.
Il documentario si propone di raccontare le testimonianze di cristiani perseguitatiIl progetto mostra come la loro fede e il loro rapporto con Dio li sostenga in circostanze estreme e come valga la pena arrendersi per amore e fiducia.
L'idea di questo progetto è: primo, creare una comunità intorno alla realtà dei cristiani perseguitati; secondo, rafforzare la fede dei credenti facendo rivivere la comunione dei santi; terzo, offrire al mondo pagano una domanda profonda: cosa c'è nel cristianesimo che rende possibile questa resa?
Il messaggio è potente e necessario in una società in cui, di fronte ai problemi quotidiani, si perde la pace e la fiducia. I cristiani perseguitati sono un esempio vivente di amore, abbandono e speranza in Dio.
In cosa si differenzia questo progetto dai documentari tradizionali?
- No. In realtà, il documentario è l'ultimo passo di questo progetto. Creeremo una community sui social network (YouTube e Instagram) sullo stile dei grandi youtuber di viaggi e avventure: Lethal Crysis, Clavero, Okos... Le storie di questi cristiani perseguitati saranno raccontate sulla base di 3 pilastri della comunicazione: avventura, informazione e bellezza. Per farvi un favore, la gente va al cinema una volta. Qui si tratta di spaziare, di andare fino in fondo, di appassionare e coinvolgere le persone.
Vogliamo una comunità che sia un'appassionata di queste storie, un altoparlante e una forza di preghiera. Vogliamo che il corpo mistico di Cristo rivolga lo sguardo alle sue ferite.
Questa parte dei contenuti della RRSS durerà 3 anni. Nel terzo anno, verrà realizzato un documentario con ciò che è stato filmato per le sale cinematografiche e per la vendita sulle piattaforme.
Quali risorse ritenete essenziali per realizzare questo progetto?
- Soprattutto, i finanziamenti. Abbiamo già il supporto istituzionale (AIN) e tecnico (Advenire), dobbiamo solo mettere benzina nel motore. Stiamo anche lavorando con Methos Media (Nefarious, Kepler 6B, Buffalo Kids, Libres, L'urlo silenzioso) per incanalare l'incentivo fiscale e aprendo strade con la FONDAZIONE METHOS.