Vaticano

La Giornata della vita consacrata, un antidoto all'individualismo

Sia Papa Francesco che il Prefetto per gli Istituti di Vita Consacrata, Suor Simona Brambilla, hanno sottolineato nel fine settimana l'"antidoto all'individualismo solitario" che i voti di vita consacrata rappresentano.    

CNS / Omnes-3 febbraio 2025-Tempo di lettura: 3 minuti
PapaFrancesco Giornata dei vespriVita consacrata

Papa Francesco osserva i membri della vita consacrata a San Pietro il 1° febbraio 2025 (foto CNS/Vatican Media).

Il modo in cui le donne e gli uomini consacrati vivono i loro voti di povertà, castità e obbedienza può offrire luce e speranza a un mondo alla ricerca di relazioni autentiche, segnate dall'amore e dal dono di sé, ha detto Papa Francesco in occasione dell'incontro con la comunità internazionale. eves della festa della Presentazione del Signore.

In vista della celebrazione della Giornata mondiale di preghiera per i diritti umani da parte della Chiesa cattolica, la Vita consacrataIl Papa ha ringraziato i membri delle congregazioni religiose per la loro testimonianza, notando che essa è "lievito per la Chiesa". 

Papa Francesco è stato accompagnato da centinaia di suore, fratelli, vergini consacrate e sacerdoti degli ordini religiosi, tra cui la nuova guida del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, la missionaria della Consolata Simona Brambilla, prefetto, e il cardinale Ángel Fernández Artime, salesiano, pro-prefetto.

Portatori di luce e di pace

Alla vigilia, il Pontefice ha invitato i consacrati e le consacrate a essere portatori di luce e la pace attraverso i voti di povertà, castità e obbedienza. E ha ricordato che il più importante "ritorno alle origini" "è il ritorno a Cristo e al suo 'sì' al Padre", ha riferito Vatican News.

La povertà "è radicata nella vita stessa di Dio, dono eterno e totale reciproco del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Nell'esercizio della povertà, la persona consacrata, con un uso libero e generoso di tutte le cose, diventa per esse portatrice di benedizione".

La castità ha la sua "origine nella Trinità e manifesta un riflesso dell'amore infinito che unisce le tre Persone divine". La sua professione, nella rinuncia all'amore coniugale e nel cammino di continenza, riafferma il primato assoluto, per l'essere umano, dell'amore di Dio, accolto con cuore indiviso e nuziale (cfr. 1 Cor 7, 32-36), e lo indica come fonte e modello di ogni altro amore".

Obbedienza contro individualismo

Sul voto di obbedienza, il Pontefice ha indicato che "è un antidoto a tale individualismo solitario, promuovendo invece un modello di relazione basato sull'ascolto effettivo, in cui al "dire" e all'"ascoltare" segue la concretizzazione dell'"agire", anche a costo di rinunciare ai propri gusti, programmi e preferenze. Solo così, infatti, la persona può sperimentare fino in fondo la gioia del dono, sconfiggendo la solitudine e scoprendo il senso della propria esistenza nel grande disegno di Dio".

Suor Simona Brambilla: "passare dall'io al noi".

In una riflessione sulla Giornata mondiale pubblicata su L'Osservatore Romano, il Prefetto del Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, Suor Simona Brambilla ha fatto riferimento al fatto che "il Documento finale del Sinodo sulla sinodalità afferma che 'la vita consacrata è chiamata a sfidare la Chiesa e la società con la sua voce profetica'. 

E ha sottolineato: "Papa Francesco ha più volte parlato della chiamata a passare dall'io al noi, della necessità di "incontrarsi in un noi che è più forte della somma delle piccole individualità" (Fratelli tutti, 78), della "sfida a scoprire e trasmettere la mistica del vivere insieme" (Evangelii gaudium, 87), dell'"esperienza liberante e responsabile di vivere come Chiesa la mistica del noi" (Veritatis gaudium sulle università e le facoltà ecclesiastiche, 4)".

"Un solo corpo, popolo di Dio

"Il processo sinodale ha ripreso, tra le altre, l'immagine paolina dell'unico corpo e ci ha fatto sperimentare il 'sapore spirituale' dell'essere il Popolo di Dio, raccolto da tutte le tribù, lingue, popoli e nazioni, che vivono in contesti e culture diverse. Non è mai la semplice somma dei battezzati, ma il soggetto comunitario e storico della sinodalità e della missione", ha scritto il Prefetto.

"Questo è il ritornello che percorre la 'Laudato si' di Papa Francesco. L'immagine del corpo esprime in modo plastico e chiaro il legame che esiste tra noi: noi creature, noi uomini, noi cristiani, noi membra del Corpo di Cristo che è la Chiesa, noi appartenenti a un Istituto di Vita Consacrata, a una Società di Vita Apostolica, a una Famiglia spirituale animata da un carisma unico e originale. Come in un corpo fisico, ogni parte, ogni organo, ogni cellula di un "corpo carismatico" influenza il resto (...).

Il carisma è "Spirito, è Vita".

Simona Brambilla aggiunge poi: "Il carisma non è proprietà di un Istituto, di una Società, di una Famiglia carismatica. È un dono di Dio al mondo, è Spirito, è Vita. L'Istituto (o Società, o Famiglia) e ogni sorella e fratello che ne fa parte, lo riceve come un dono gratuito, una forza vitale da lasciar fluire creativamente, liberamente, non da 'mummificare' o imbalsamare come un pezzo da museo".

Nelle parole di Papa Francesco: "Ogni carisma è creativo, non è una statua da museo, no, è creativo. Si tratta di rimanere fedeli alla fonte originaria cercando di ripensarla ed esprimerla in dialogo con le nuove situazioni sociali e culturali. Ha radici solide, ma l'albero cresce in dialogo con la realtà. Questo lavoro di aggiornamento è tanto più fecondo quanto più è svolto in armonia con la creatività, la saggezza, la sensibilità verso tutti e la fedeltà alla Chiesa" (Al Movimento dei Focolari, 6 febbraio 2021).

L'autoreCNS / Omnes

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