Vaticano

Cina e Vaticano rinnovano l'accordo sulla nomina dei vescovi

Nella mattinata di martedì 22 ottobre, il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Lin Jian ha annunciato il rinnovo dell'accordo tra Cina e Vaticano sulla nomina dei vescovi.

Javier García-22 ottobre 2024-Tempo di lettura: 2 minuti
Vescovi Cina

Il Papa saluta due vescovi cinesi (Foto CNS / Media Vaticani)

Da mesi ormai la notizia dell'estensione della accordo Si tratta di un accordo segreto tra la Santa Sede e il governo cinese per la nomina consensuale di prelati cattolici nel Paese. Nella mattinata di martedì 22 ottobre, il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Lin Jian ha annunciato il rinnovo dell'accordo.

Questo patto è stato firmato per la prima volta sei anni fa ed è stato rinnovato dalle parti ogni due anni. Questa volta l'accordo ha una durata più lunga del solito, quattro anni, il che potrebbe far pensare a un consolidamento.

Tuttavia, il comunicato vaticano, arrivato poche ore dopo l'annuncio delle autorità cinesi, sottolinea che si tratta di un "accordo provvisorio". La Santa Sede desidera "continuare il dialogo rispettoso e costruttivo" con le autorità cinesi. CinaIl Vaticano e la Cina non hanno relazioni diplomatiche ufficiali, in quanto la Santa Sede è uno dei dieci Paesi che riconoscono Taiwan, "in vista dell'ulteriore sviluppo delle relazioni bilaterali a beneficio della Chiesa cattolica in Cina e del popolo cinese nel suo complesso". Come è noto, il Vaticano e la Cina non hanno relazioni diplomatiche ufficiali, essendo la Santa Sede uno dei dieci Paesi che riconoscono Taiwan.

Difficoltà lungo il percorso

Ufficialmente, entrambe le parti sono soddisfatte dei progressi compiuti, anche se negli anni non sono mancati disaccordi e proteste da parte del Vaticano.

Ad esempio, nel 2023 il governo cinese ha nominato unilateralmente Shen Bin vescovo di Shanghai. L'anno prima aveva fatto lo stesso con Peng Weizhao, nominandolo vescovo ausiliario di Jiangxi, una diocesi non riconosciuta dalla Santa Sede. Il Vaticano ha protestato per questi abusi, ma il suo potere contrattuale con le autorità cinesi è limitato. Il governo cinese, da parte sua, ha impiegato cinque anni per accettare la nomina del vescovo di Tianjin, Melchiorre Shi Hongzhen, nominato dal Papa nel 2019.

Le autorità cinesi esercitano un controllo crescente sulle Messe e sulle cerimonie liturgiche, includendo telecamere nei templi, presumibilmente per motivi di sicurezza (si noti che la Cina sta attuando molte forme di controllo della popolazione grazie alla tecnologia).

Diversi analisti e rapporti sottolineano che la repressione religiosa in Cina contro la Chiesa cattolica è peggiorata da quando è stato firmato l'accordo con la Santa Sede. Anche il cardinale Zen viene spesso criticato.

Il sito web della Chiesa patriottica cinese mostra naturalmente l'interferenza dello Stato nella formazione dei sacerdoti, che fa parte del tentativo del governo cinese di controllare tutte le religioni e di farle adattare alla cultura e alla forma di governo del Paese.

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