Il progetto di legge di attuazione della LOMLOE reso pubblico dal Governo ha lasciato più di una "spiacevole sorpresa" ai genitori e alle scuole che, da più di un anno, esprimono il loro dissenso nei confronti di questa legge, approvata senza consenso e nella quale, tra l'altro, la presenza della materia della Religione è ridotta al minimo.
In questo senso, la Commissione episcopale per l'educazione e la cultura della Conferenza episcopale spagnola ha emesso una nota in cui si rammarica del fatto che la valutazione della materia, nonostante sia offerta in tutti gli stadi, "non viene presa in considerazione negli stadi superiori, ai fini della computabilità", oltre all'inesistenza di un'offerta comparabile per gli alunni che non scelgono la Religione.
Allo stesso modo, la nota sottolinea che i progetti pubblicati riducono, ancor più del LOE, l'orario di Religione e si rammarica che "il carico didattico in un'area così decisiva per la formazione di una persona sia limitato al minimo possibile".
La nota comprende anche la proposta di Curriculum, elaborata da questa commissione a seguito dei numerosissimi contributi raccolti nelle sessioni sul nuovo curriculum tenutesi tra febbraio e aprile, che non sembrano essere stati presi in considerazione, tantomeno dal Ministero, nonostante al momento della consegna, come ha dichiarato il segretario generale della CEE, Mons. Argüello, i rappresentanti del Ministero abbiano affermato che si trattava della prima elaborazione curricolare completa che avevano.
Per tutti questi motivi, ilLa Commissione episcopale per l'educazione e la cultura della Conferenza episcopale spagnola ha chiesto alle amministrazioni regionali, responsabili dello sviluppo dei programmi di studio nelle diverse aree "...". un'estensione ragionevole del calendario per l'area/soggetto della religione, senza ridurlo a quello stabilito dal Ministero nell'ambito delle sue competenze sull'istruzione minima" e hanno sottolineato la loro "disponibilità a dialogare con le amministrazioni scolastiche nell'ambito delle loro competenze".
Nota della Commissione episcopale per l'educazione e la cultura
Come abbiamo già espresso in la Nota di novembre 2020L'attuale legge sull'istruzione non è nata da un patto educativo e la sua elaborazione urgente - in tempi di pandemia e in stato di allarme - ha impedito "un'adeguata partecipazione di tutta la comunità educativa". Ci rammarichiamo in particolare che la dimensione spirituale e religiosa degli individui e dei popoli non sia sufficientemente riflessa nella legge. Tuttavia, riteniamo che la preoccupazione per la formazione umana degli alunni, il riconoscimento della responsabilità delle famiglie e il riferimento al quadro internazionale e alle competenze chiave dell'UE siano contributi positivi.
Il Presidente della Commissione, nel suo discorso in occasione del Forum sul nuovo curriculum di religione del febbraio 2021, ha ricordato - dopo l'approvazione della legge - che "avremmo voluto che la proposta che la Conferenza Episcopale ha fatto al Ministero nel luglio 2020 fosse stata accolta nelle proposte legislative e che si fosse raggiunta una migliore sistemazione della classe di religione nel sistema educativo". Il testo approvato alla fine mantiene una situazione già nota, che per noi non è del tutto soddisfacente".
La Commissione, nell'esercizio della sua responsabilità, ha elaborato il curriculum tematico in dialogo con il quadro pedagogico del LOMLOE. Questo dimostra la giusta collocazione dell'Educazione Religiosa Scolastica nel processo educativo integrale, nonché la sua capacità di essere presente nella scuola rispettando la sua natura e i suoi requisiti pedagogici, come le altre materie.
Informati sui progetti di sviluppo della LOMLOE, riconosciamo che essa ha mantenuto l'offerta obbligatoria della Religione Cattolica in tutte le fasi, dal secondo ciclo della Scuola dell'infanzia al Baccalaureato, e che la sua valutazione è stata regolata "negli stessi termini e con gli stessi effetti delle altre aree/soggetti".
Non si capisce, però, che in questi Progetti questa valutazione non viene presa in considerazione nelle fasi superiori, ai fini della computabilità. Riteniamo inoltre un errore che agli alunni che non scelgono la Religione non sia stata offerta un'area/soggetto a condizioni comparabili; ciò avrebbe evitato qualsiasi rischio di discriminazione e sarebbe stata una risposta migliore ai requisiti derivanti dalle competenze chiave.
Si è persa l'occasione di mantenere almeno l'orario minimo della LOE, una legge che la LOMLOE porta avanti. È sorprendente che, nell'ambito di un impegno per un modello basato sulle competenze, il carico di insegnamento in un'area così decisiva per la formazione dell'individuo come l'ERE sia limitato al minimo possibile.
Considerando che, secondo la LOMLOE, le Comunità Autonome sono competenti a determinare gran parte dei contenuti curricolari, chiediamo alle rispettive amministrazioni scolastiche un'estensione ragionevole dell'orario per l'area/soggetto della Religione, senza ridurlo a quello stabilito dal Ministero nell'ambito delle sue competenze sull'Istruzione minima.
Stiamo inoltre mantenendo un dialogo aperto con il Ministero per una sua eventuale regolamentazione nella sua area di competenza.
La proposta di un'attenzione educativa per coloro che non scelgono la religione, regolata nei progetti di Educazione Minima attraverso il lavoro delle competenze trasversali, può facilitare l'organizzazione scolastica. È una seria responsabilità delle autorità educative e il diritto degli alunni di pianificare e svolgere il lavoro scolastico così regolato, che è essenziale data l'importanza di questa dimensione dell'educazione e al fine di evitare qualsiasi discriminazione.
È sorprendente che nelle bozze dei Decreti sull'istruzione minima non ci sia alcun riferimento alla proposta di "Cultura religiosa non confessionale" prevista dalla Seconda disposizione aggiuntiva della LOMLOE, che potrebbe costituire una proposta di attenzione educativa per gli alunni che non scelgono la religione.
La Commissione episcopale per l'educazione e la cultura ha cercato di trovare una soluzione positiva e accettabile per tutte le parti alla situazione dell'educazione religiosa nelle scuole, offrendo anche proposte concrete. In questo periodo che si sta aprendo dopo il regolamento sull'istruzione minima, ribadiamo la nostra disponibilità a dialogare con le amministrazioni scolastiche nell'ambito delle loro competenze.
Consapevoli dell'importanza fondamentale del bene dell'educazione per gli studenti, le loro famiglie e la società nel suo complesso, proponiamo la presenza della proposta educativa cristiana e il valore del suo contributo al mondo dell'educazione. Non perdiamo la speranza di raggiungere accordi e patti sulle questioni educative che siano inclusivi e che includano tutti.
Commissione episcopale per l'educazione e la cultura
4 novembre 2021