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Mons. Paul HinderRead more : "Questa visita prosegue il dialogo del Pontefice con il mondo musulmano".

A poche ore dall'inizio della visita di Papa Francesco in Bahrein, l'amministratore del Vicariato Apostolico dell'Arabia del Nord, Mons. Paul Hinder, sottolinea la spinta di fiducia che questa visita porterà alla comunità cattolica locale, composta da circa 80.000 persone.

Federico Piana-2 novembre 2022-Tempo di lettura: 6 minuti
Paul Hinder

Foto: Mons. Paul Hinder ©CNS photo/Gregory A. Shemitz

Il Bahrein è uno Stato con più di trenta isole, immerso nel blu del Golfo Persico. Del piccolo regno governato da una monarchia costituzionale, confinante con l'Arabia Saudita a ovest e con il Qatar a sud e la cui popolazione è in gran parte musulmana, mons. Paul Hinder dice che è una "nazione orgogliosa di essere un campione di tolleranza religiosa e che permette ai non musulmani di praticare la loro fede nei rispettivi luoghi di culto".

Il vescovo, amministratore del Vicariato Apostolico dell'Arabia del Nord, sotto la cui giurisdizione ricade il Bahrein, afferma che il viaggio di Papa Francesco nel Paese dal 3 al 6 novembre è "un grande onore per tutti".

Il Regno stende il tappeto rosso per il Santo Padre. Mentre i responsabili del vicariato lavorano con le autorità per preparare un grande programma per il Pontefice, la comunità lavora dietro le quinte per garantire che tutto vada bene.

Quindi ci sarà un caloroso benvenuto....

-Sì, le autorità si stanno preparando a dare un caloroso benvenuto al Santo Padre. Sua Maestà il Re Hamad bin Isa Al Khalifa terrà un incontro privato con il Papa subito dopo il suo arrivo al palazzo reale di Sakhir il 3 novembre.

Le autorità civili ed ecclesiastiche organizzano una messa pubblica allo stadio nazionale sabato 5 novembre alle 8.30, alla quale parteciperanno i cattolici del Vicariato Apostolico dell'Arabia del Nord e dell'area circostante.

Gli organizzatori del "Forum del Bahrein per il dialogo: Oriente e Occidente per la coesistenza umana" si stanno inoltre preparando a dare un degno benvenuto a Papa Francesco venerdì 4 novembre alle ore 10:00. Quel giorno parteciperanno anche numerosi leader di diverse religioni nella piazza Al-Fida del Palazzo Reale di Sakhir.

Cosa rappresenta questa visita per il Paese?

-Il Golfo Persico è prevalentemente musulmano, con diversi gradi di libertà e tolleranza religiosa. Il Bahrein è orgoglioso di sostenere e incoraggiare la tolleranza e la coesistenza. Il Regno ha sostenuto i non musulmani nella pratica del loro culto per più di 200 anni. La visita del Papa rafforzerà ulteriormente il piccolo regno come propagatore della tolleranza religiosa.

Il forum di dialogo, a cui parteciperanno il Papa e altri importanti leader religiosi, è un'espressione dell'impegno del Regno per l'armonia interreligiosa e la coesistenza pacifica.

Foto: ©Vicariato Apostolico dell'Arabia Settentrionale

Il Bahrein guadagnerà punti nella comunità internazionale come difensore dei diritti delle diverse fedi, mentre il Pontefice ribadisce il suo appello alla pace e alla giustizia, senza discriminazioni sulla base della religione o della nazionalità.

Il Bahrein si distinguerà come un Paese che rispetta tutte le religioni e promuove il dialogo come mezzo per raggiungere la pace e la riconciliazione tra nazioni o fazioni in guerra.

È un messaggio che riguarda tutte le parti del mondo, in particolare il Golfo Persico.

Qual è la situazione della Chiesa cattolica nel Paese?

-Si stima che in Bahrein ci siano 80.000 cattolici, molti dei quali immigrati dall'Asia, soprattutto dalle Filippine e dall'India. In totale, i cristiani, circa 210.000 persone, rappresentano il 14% della popolazione, seguiti dagli indù con 10%.

Qui si trovano due parrocchie: la Chiesa del Sacro Cuore - la prima chiesa del Golfo Persico, costruita e inaugurata nel 1939 - e la Cattedrale di Nostra Signora d'Arabia, costruita su un terreno di 9.000 metri quadrati donato da Sua Maestà il Re Hamad.

Le attività della Chiesa che potrebbero avere un impatto significativo sulla società sono limitate. C'è la Scuola del Sacro Cuore, tenuta in grande considerazione dai cittadini.

Il sostegno ai lavoratori viene svolto con discrezione da gruppi parrocchiali che visitano i campi di lavoro (aree residenziali riservate ai lavoratori migranti).

In quanto migranti, i cristiani non hanno alcuna influenza politica sulla legislazione del Paese, ma possono contribuire in modo discreto e prudente alla sensibilizzazione su specifici problemi sociali.

Come si sta preparando la Chiesa alla visita del Papa e cosa si aspetta da lui?

-Per molti cattolici bahreiniti, che aspettavano questa visita da quando il re ha invitato personalmente il Papa, è un sogno che si avvera.

La notizia della visita papale ha suscitato grande entusiasmo, non solo tra i cattolici ma anche tra le persone di altre fedi. Oltre alla Messa, sono stati organizzati programmi separati in cui il Santo Padre incontrerà gruppi e organizzazioni cattoliche.

Le autorità ecclesiastiche stanno preparando un incontro ecumenico e una preghiera per la pace nella cattedrale di Nostra Signora d'Arabia ad Awali.

Un altro incontro di preghiera e Angelus con sacerdoti, persone consacrate, seminaristi e operatori pastorali è in preparazione presso la chiesa del Sacro Cuore a Manama. Un coro di 100 persone, composto da cantanti e musicisti di diverse nazionalità, ha iniziato le prove per cantare durante la Santa Messa.

Poiché il Bahrein fa parte del Vicariato Apostolico dell'Arabia del Nord, i fedeli di tutta la regione stanno organizzando un viaggio in Bahrein per rafforzare la loro fede e realizzare il sogno di vedere il Papa di persona e partecipare alla Santa Messa.

La visita del Papa avverrà in occasione del forum di dialogo dedicato alla convivenza umana tra Oriente e Occidente. Quanto è importante il dialogo in Bahrein? E cosa significa per la Chiesa essere in minoranza?

-Questa visita è una continuazione del dialogo del Pontefice con il mondo musulmano. Uno dei temi più urgenti è la questione della violenza e l'importanza dei valori della giustizia e della pace.

C'è il famoso detto "non c'è pace senza giustizia": il dialogo è l'unica strada percorribile in un mondo in cui non c'è la possibilità di usare la violenza per assicurarsi la propria strada, perché questo apre la terrificante possibilità dell'uso di armi di distruzione di massa che finiranno per colpire gli innocenti di entrambe le parti.

Ospitando questo evento, il Bahrein fa da apripista e cerca di diffondere il messaggio che la risoluzione delle differenze è possibile solo attraverso il dialogo: questo, per il Paese, è fondamentale dal punto di vista della divisione tra musulmani sciiti e sunniti.

Inoltre, patrocinando la visita papale, il Bahrein sta inviando un segnale a vari settori regionali che le differenze dovrebbero essere affrontate attraverso il dialogo piuttosto che con lo scontro.

Per la Chiesa locale, la visita papale servirà a ricordare che, ovunque ci troviamo, possiamo praticare la nostra fede ed essere fari di pace e giustizia, anche in un ambiente prevalentemente non cristiano. La visita del Papa contribuirà a rafforzare la nostra determinazione a vivere una vita veramente cristiana.

Durante il suo viaggio, il Papa visiterà la città di Awali, dove il 10 dicembre 2021 verrà consacrata la cattedrale dedicata a Nostra Signora d'Arabia, patrona del Golfo Persico. Perché, secondo lei, questo gesto è importante? Che importanza ha avuto la costruzione di questa cattedrale per il Paese?

-La Cattedrale di Nostra Signora d'Arabia è la seconda chiesa cattolica più grande del Golfo Persico. La moderna chiesa, con la sua cupola ottagonale, è diventata un punto di riferimento per gli 80.000 cattolici del Paese e per il resto dei fedeli del Vicariato. È un vero successo per il Bahrein: incoraggerà altri a venire a vivere qui.

Rappresenta anche il culmine di anni di lavoro che hanno coinvolto i governanti della nazione, le autorità ecclesiastiche, la comunità cattolica in generale e decine di altre persone, dagli architetti ai costruttori. Questo lavoro è anche il riflesso di una ricca storia di tolleranza verso le altre religioni che risale a due secoli fa.

La Chiesa di Nostra Signora d'Arabia è la cattedrale del Vicariato dell'Arabia del Nord, che comprende Bahrain, Kuwait, Qatar e Arabia Saudita. Pertanto, anche i cattolici che vivono in Arabia Saudita la considerano la loro cattedrale, soprattutto quelli che vivono nella Provincia Orientale.

Secondo lei, quali frutti porterà la visita del Papa?

-Papa Francesco continuerà sulla strada della pace e del rispetto reciproco che ha scelto fin dall'inizio del suo pontificato, anche e soprattutto nei confronti del mondo musulmano.

Per la Chiesa locale, composta per lo più da immigrati, la visita del Papa sarà un'iniezione di fiducia: essendo una piccola chiesa in un piccolo Paese in mezzo a un contesto musulmano, i suoi membri si sentono talvolta dimenticati.

Ospitando il Papa, i fedeli non solo saranno visti in tutto il mondo, ma si sentiranno parte della Chiesa universale. Il Bahrein sarà anche un buon punto di partenza per inviare segnali ai Paesi della regione in conflitto, come lo Yemen, dilaniato da una guerra civile micidiale.

Il motto della visita del Papa è "Pace agli uomini di buona volontà": si spera che questo messaggio venga ascoltato in ogni angolo della terra.

L'autoreFederico Piana

 Giornalista. Lavora per la Radio Vaticana e collabora con L'Osservatore Romano.

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