Vaticano

L'intelligenza artificiale, chiave della libertà nella comunicazione

Papa Francesco concentra il suo messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2024 sull'impatto negativo dell'Intelligenza Artificiale nel campo dell'informazione.

Paloma López Campos-24 gennaio 2024-Tempo di lettura: 3 minuti
Comunicazione

(Unsplash / Maxim Hopman)

Nella sua messaggio In occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, Papa Francesco analizza l'impatto dell'Intelligenza Artificiale sul mondo della comunicazione. Data la velocità con cui progrediscono i progressi scientifici e tecnologici, l'uomo si trova ad affrontare, sotto una nuova luce, le "domande fondamentali": "Che cos'è l'uomo? Che cos'è l'uomo e come si configura il suo futuro con l'Intelligenza Artificiale?

Il Papa avverte che di fronte a queste questioni bisogna evitare "letture catastrofiche" e "i loro effetti paralizzanti". Citando Romano Guardini, consiglia di risolvere i problemi di questa era tecnologica "affrontandoli dal punto di vista umano". Tuttavia, perché ciò avvenga, "deve emergere una nuova umanità di profonda spiritualità, di nuova libertà e di nuova vita interiore".

La saggezza del cuore

Questa nuova umanità "può partire solo dal cuore dell'uomo". Francesco ci incoraggia a coltivare "una sapienza del cuore". Questo ci permetterà di "leggere e interpretare le novità del nostro tempo e di riscoprire il cammino di una comunicazione pienamente umana".

Il Santo Padre definisce il cuore "come la sede della libertà e delle decisioni più importanti della vita". Rifacendosi alla Bibbia, il Papa afferma che il cuore "è simbolo di integrità, di unità". E "allo stesso tempo evoca affetti, desideri, sogni". Ma "è soprattutto il luogo interiore dell'incontro con Dio".

In questo modo, il Pontefice chiarisce che quando parla di "sapienza del cuore" si riferisce a "quella virtù che ci permette di intrecciare il tutto e le parti, le decisioni e le loro conseguenze, le capacità e le fragilità, il passato e il futuro, l'io e il noi".

Francesco afferma che quando questa virtù manca, "l'esistenza diventa insipida". La sapienza del cuore "è un dono dello Spirito Santo, che ci permette di vedere le cose con gli occhi di Dio". Tuttavia, sottolinea il Papa, non è qualcosa che possiamo aspettarci dalle macchine.

Intelligenza artificiale e delirio di onnipotenza

Nonostante le capacità delle macchine e i progressi che esse compiono nella corsa alla scienza, solo l'uomo può "decifrare il significato" dei dati che le macchine immagazzinano. "Non si tratta di pretendere che le macchine appaiano umane, ma piuttosto di risvegliare l'uomo dall'ipnosi in cui è caduto a causa del suo delirio di onnipotenza.

L'uomo contamina il progresso con "la tentazione originaria di diventare come Dio senza Dio". La scienza, in questa forma, cerca di "conquistare con le proprie forze ciò che dovrebbe essere accolto come un dono di Dio e vissuto in relazione con gli altri".

Il Santo Padre avverte che "ogni estensione tecnica dell'uomo può essere uno strumento di servizio amorevole o di dominio ostile". Chiede quindi a tutti di "capire, comprendere e regolare strumenti che nelle mani sbagliate potrebbero aprire scenari negativi". Il Papa incoraggia "ad agire preventivamente, proponendo modelli di regolamentazione etica per arginare le implicazioni dannose e discriminatorie, socialmente ingiuste, dei sistemi di intelligenza artificiale".

L'informazione nell'era dell'intelligenza artificiale

Il Pontefice afferma che ci troviamo di fronte alla sfida di "fare un salto di qualità per essere all'altezza di una società complessa, multietnica, pluralista, multireligiosa e multiculturale". Egli avverte che le "grandi possibilità di bene vanno di pari passo con il rischio che tutto si trasformi in un calcolo astratto, che riduce le persone a meri dati".

Il messaggio del Papa sottolinea che "è inaccettabile che l'uso dell'intelligenza artificiale porti a un pensiero anonimo, a un assemblaggio di dati non certificati, a una negligenza collettiva della responsabilità editoriale". Papa Francesco sottolinea l'idea che "l'informazione non può essere separata dalla relazione esistenziale". Spiega che l'intelligenza artificiale avrà un ruolo positivo nella comunicazione "solo se non annullerà il ruolo del giornalismo sul territorio, ma, al contrario, lo sosterrà". A tal fine, è essenziale responsabilizzare il comunicatore e che il suo utilizzo restituisca "a ciascun essere umano il ruolo di soggetto, con capacità critica, rispetto alla comunicazione stessa".

A causa dell'intelligenza artificiale, dice il Papa, sul mondo della comunicazione "da un lato incombe lo spettro di una nuova schiavitù. Dall'altro, una conquista della libertà". La risoluzione di questa situazione "non è scritta, dipende da noi". Per questo motivo, Francesco conclude il suo messaggio affermando che "spetta all'uomo decidere se diventare il cibo degli algoritmi o se nutrire il suo cuore con la libertà".

Questa riflessione del Santo Padre sull'intelligenza artificiale arriva dopo diversi discorsi in cui si è già espresso sull'argomento. Il Papa ha dedicato più di un'occasione ad approfondire questa nuova era tecnologica. Senza andare oltre, il Giornata mondiale della pace 2024 l'ha dedicato a lei, meno di un mese fa.

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