Il primo incontro tra Papa Francesco e Benedetto XVI si è svolta pochi giorni dopo l'elezione dell'attuale Pontefice, il 23 marzo 2013, con un caloroso abbraccio sull'eliporto di Castel Gandolfo, la residenza dove il Papa emerito aveva trascorso il suo periodo di vacanza.
Entrambi si sono presentati vestiti di bianco e prima di incontrarsi nella biblioteca privata hanno sostato in preghiera nella cappella, fianco a fianco; Francesco ha ceduto il posto d'onore sedendosi nei banchi con Benedetto: "siamo fratelli".
Ci ha insegnato l'umiltà
Significativo il dono che Francesco ha portato al suo predecessore quel giorno, l'icona della Madonna dell'Umiltà: "Non la conoscevo, ho pensato subito a lei, ci ha insegnato l'umiltà". Qualche mese dopo, i due si sono incontrati nei Giardini Vaticani per la benedizione della nuova statua di San Michele Arcangelo, patrono dello Stato della Città del Vaticano.
L'anno successivo, nel 2014, c'è stato un nuovo abbraccio tra il Pontefice regnante e l'emerito, il 28 settembre in Piazza San Pietro, in occasione del grande incontro con gli anziani organizzato dalla Pontificia Accademia per la Vita; nel 2015 le telecamere hanno ripreso un nuovo saluto e abbraccio nel mese di giugno, prima che Benedetto XVI partisse per un nuovo periodo di riposo a Castel Gandolfo.
Nel 2015, Benedetto XVI è stato nuovamente presente a una cerimonia pubblica con Papa Francesco, questa volta per la cerimonia di apertura della Porta Santa della Basilica Vaticana l'8 dicembre, in occasione dell'inizio del Giubileo della Misericordia.
Il 28 giugno 2016, nella Sala Clementina si è svolta anche la cerimonia di commemorazione del 65° anniversario dell'ordinazione sacerdotale del Papa emerito, alla presenza di numerosi cardinali della Curia romana. Nel suo discorso, Francesco ha sottolineato l'amore testimoniato da Benedetto XVI, descrivendolo come una "nota che domina una vita spesa nel servizio sacerdotale e nella teologia".
Altri incontri frequenti e pubblici avvenivano tra i due al termine di ogni Concistoro per la creazione di nuovi cardinali, con tutto il gruppo che puntualmente saliva al monastero Mater Ecclesiae per salutare il Papa emerito e avere un momento di preghiera nella cappella della residenza. Poi ci sono i numerosi incontri privati e il continuo scambio di telefonate, anche alla vigilia di ogni viaggio all'estero.
Ministero nascosto
Nei dieci anni di pontificato, Papa Francesco ha spesso fatto riferimento al suo predecessore, chiedendo preghiere per il suo "ministero nascosto" e ringraziandolo per il suo sostegno orante alla Chiesa. Preghiere che ha sempre chiesto di ricambiare nei confronti del Papa emerito. Oltre alle occasioni ufficiali, come la consegna del "Premio Ratzinger" promosso dall'omonima Fondazione vaticana, il Pontefice regnante ha parlato di Benedetto XVI anche durante le udienze, gli Angelus o le interviste con i giornalisti.
Il primo riferimento risale senza dubbio alla notte stessa della sua elezione dalla Loggia della Basilica Vaticana: "Prima di tutto, vorrei dire una preghiera per il nostro Vescovo Emerito"; "che il Signore lo benedica e che la Madonna lo protegga".
Teologia in ginocchio
Nel 2013, in occasione del conferimento dell'onorificenza di Premio Ratzinger Nello stesso anno, Francesco ha espresso "gratitudine e grande affetto" per il suo predecessore, valorizzando il lavoro svolto con la pubblicazione dei libri su Gesù di Nazareth, attraverso i quali "ha fatto dono alla Chiesa, e a tutti gli uomini, di ciò che aveva di più prezioso: la sua conoscenza di Gesù", maturata attraverso una teologia fatta "in ginocchio".
Un uomo di fede, così umile
Durante il viaggio di ritorno da Terra SantaNel maggio 2014, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se in futuro avrebbe seguito la scelta del suo predecessore di lasciare prematuramente il pontificato, Francesco disse di Benedetto XVI: "è un uomo di fede, così umile"; "dobbiamo guardarlo come un'istituzione".
Come avere un nonno saggio in casa
Qualche mese dopo, di ritorno questa volta in agosto dal suo viaggio in Corea, i giornalisti gli hanno chiesto specificamente del suo rapporto con Papa Ratzinger, e Francesco ha detto innanzitutto che Benedetto XVI con il suo gesto ha di fatto istituito il papato emerito, aprendo "una porta che è istituzionale, non eccezionale". Per quanto riguarda il rapporto, "è quello di fratelli, davvero"; "mi sembra di avere un nonno a casa per la saggezza", "mi fa bene ascoltarlo". Mi incoraggia anche molto".
"Come avere il nonno saggio in casa", ha ripetuto Francesco all'incontro con gli anziani nel settembre 2014, quando ha ringraziato pubblicamente Benedetto XVI per la sua presenza all'evento.
Il 16 aprile 2015, durante la Messa mattutina a Casa Santa Marta in occasione dell'88° compleanno dell'emerito, Francesco ha invitato i presenti a unirsi a lui nella preghiera per Benedetto XVI, "perché il Signore lo sostenga e gli dia molta gioia e felicità".
Grande uomo di preghiera e di coraggio
Nel giugno 2016 è stata la volta di una nuova domanda dei giornalisti sul volo di ritorno dall'Armenia. Qui Francesco ha aggiunto che per lui "è l'uomo che custodisce le mie spalle e la mia schiena con la sua preghiera". Tra le altre cose, "è un uomo di parola, un uomo retto, un uomo integro", "un grande uomo di preghiera, di coraggio".
Maturità, dedizione e fedeltà
Più tardi nello stesso mese, alla cerimonia di commemorazione del 65° anniversario del suo sacerdozio, Francesco ha aggiunto che dal piccolo monastero dove risiede Benedetto XVI "emana una tranquillità, una pace, una forza, una fiducia, una maturità, una fede, una dedizione e una fedeltà che mi fanno tanto bene e danno a me e a tutta la Chiesa tanta forza".
Per l'infallibile "Premio Ratzinger" 2016 - "ancora una volta" - l'espressione del "nostro grande affetto e gratitudine" per Benedetto XVI, "che continua ad accompagnarci anche ora con la sua preghiera".
Presenza discreta e incoraggiante
"La sua preghiera e la sua presenza discreta e incoraggiante ci accompagnano nel cammino comune; la sua opera e il suo magistero restano un'eredità viva e preziosa per la Chiesa e per il nostro servizio", sono state le parole pronunciate nello stesso anniversario l'anno successivo. Per Papa Francesco, Ratzinger "rimane un maestro e un interlocutore amichevole per tutti coloro che esercitano il dono della ragione per rispondere alla vocazione umana della ricerca della verità".
La stima, l'affetto e la gratitudine si ripetono negli anni successivi. Nel 2019, Papa Francesco esprime la sua gratitudine "per l'insegnamento e l'esempio che ci avete dato di servire la Chiesa riflettendo, pensando, studiando, ascoltando, dialogando e pregando, affinché la nostra fede rimanga viva e consapevole nonostante il cambiamento dei tempi e delle situazioni, e affinché i credenti sappiano rendere conto della loro fede in un linguaggio capace di essere compreso dai loro contemporanei e di entrare in dialogo con loro, per cercare insieme le vie dell'incontro con Dio nel nostro tempo".
Il Vaticano contemplativo
Al termine dell'Angelus del 29 giugno 2021, 70° anniversario dell'ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI, Francesco lo ha definito "caro padre e fratello", "il contemplativo del Vaticano, che trascorre la sua vita pregando per la Chiesa e per la diocesi di Roma, di cui è vescovo emerito". Lo ha poi ringraziato per la sua "testimonianza credibile" e per il suo "sguardo continuamente rivolto all'orizzonte di Dio".
Nella consegna del Premio Ratzinger 2022Francesco ha ribadito che "per me non mancano momenti di incontro personale, fraterno e affettuoso con il Papa emerito", evidenziando come tutti sentano "la sua presenza spirituale e il suo accompagnamento nella preghiera per tutta la Chiesa: quegli occhi contemplativi che sempre mostra".
Testimone dell'amore fino alla fine
Infine, non possiamo dimenticare il riferimento all'udienza generale dopo il Natale, il 28 dicembre 2022, quando ha invitato i presenti e tutta la Chiesa a intensificare la preghiera per colui "che nel silenzio sostiene la Chiesa", affinché il Signore "lo sostenga in questa testimonianza di amore per la Chiesa, fino alla fine".